Viaggio a Parigi
Viaggio a Parigi:
Eva si era comportata da perfetta
giornalista durante l'intervista con Maya e Marco e dopo averla
consegnata a Iva si era concessa una piccola pausa dal lavoro. Aveva
intenzione di andare a Parigi per mettere apposto le ultime cose: non
aveva ancora mollato ufficialmente il lavoro e adesso era tempo di
spezzare i legami con quella città per sempre.
Tornata a casa, aveva atteso che Rudi rientrasse dall'università
e aveva deciso di chiedergli un piccolo favore. Non intendeva portare
con sé Marta, lei non si era trovata bene nell'anno passato in
Francia e non voleva che la bambina pensasse di dover essere di nuovo
allontanata dalla famiglia.
«Rudi, devo chiederti una cosa. Dovrei andare a sistemare alcune
situazioni a Parigi nel fine settimana, ma non voglio portami dietro
Marta, me la terresti?»
Rudi guardò la sorellastra di sbieco, c'era qualcosa che non gli
tornava, ma decise che in fondo poteva fare a meno di chiedere
spiegazioni ed aiutarla.
«La tengo con molto piacere, chiederò aiuto anche ad
Alice, così giusto per avere una mano in più.»
«Tra voi due va bene, vero? Avete fatto pace?»
«Si, abbiamo fatto pace.»
Eva lo guardò stranamente, come se iniziasse a capire solo allora qualcosa che già era successo anche a lei.
«Oh mio Dio! State insieme, è così?»
Rudi la guardò colpito dal fatto che Eva fosse stata così
brava a capire la sua situazione, ma in fondo avrebbe dovuto pensarci
perché lei era passata nella stessa situazione.
«Noi... è complicato Eva. So che non dovrei dirlo proprio
a te, ma tu sei stata nella nostra stessa situazione e abbiamo
decisamente bisogno di aiuto adesso.»
Eva annuì, sapeva che i due probabilmente stavano uscendo
insieme di nascosto dai genitori e la cosa che la preoccupava di
più era che potessero avere una reazione drastica come avevano
fatto con lei e Marco.
«Tranquillo, perché non chiami Alice e le chiedi di venire
qui per il fine settimana? Così avrete un po' di tregua da mamma
e Giulio, con il tempo passerà e io vi aiuterò a dirgli
la verità, d'accordo? Tenete duro fino alla prossima settimana e
poi cercheremo insieme un modo per dirglielo. Vedrai che capiranno e
non dovrete subire quello che abbiamo passato io e Marco, te lo
giuro.»
Rudi cercava rassicurazione e comprensione e forse l'aveva trovata
nella persona più adatta, proprio perché a lei era
successa la stessa cosa.
«D'accordo, spero che Alice non mi uccida. Non voleva dirlo a
nessuno, nemmeno a te o Marco, ma io avevo davvero bisogno di qualcuno
che capisse come stavano davvero le cose.»
«Vedrai che alla fine, anche lei starà meglio, so che
è difficile, ma avere qualcuno dalla vostra parte è un
passo in avanti. Io e Marco non avevamo nessuno e siamo stati spazzati
via come un uragano, prima che mamma e Giulio potessero capire che
eravamo innamorati.»
«Lo ami ancora? Insomma, non sono affari miei ma io ti ho sentito
quest'estate. Di notte mentre dormivi, tu piangevi e so che era colpa
sua.»
«E' difficile da spiegare, Rudi. Io lo amo ancora, molto. Ma lui
è andato oltre, adesso ha Maya e aspettano un bambino e non
tornerebbe mai indietro da me e Marta. Io voglio solo che lui sia
felice e se lo è con Maya allora per me va bene.»
«Io non riesco a credere che lui sia stato così stupido.
Insomma aveva te e Marta, perché diamine è tornato
indietro da Parigi e si è messo in questa situazione? Doveva
lottare per riaverti, è stato veramente un cretino.»
«Rudi, sono stata io a mentire a tuo fratello. Non esisteva
nessun altro uomo, io avevo solamente paura che lui potesse tradirmi di
nuovo e l'ho allontanato. E' stata tutta colpa mia e merito di
soffrire.»
«Eva, non dirlo nemmeno per scherzo. Io ti conosco e se tu avevi
paura e lo hai allontanato, forse voleva solo dire che avevi bisogno di
tempo per stare sola e capire meglio i tuoi sentimenti.»
«Grazie, sei davvero molto carino, ma non sempre le cose vanno
come vorremmo e forse il nostro rapporto si è logorato troppo
per poterlo ricostruire.»
Rudi si avvicinò e la abbracciò, cercando di
rassicurarla. Lui per Marta ed Eva ci sarebbe sempre stato e poteva
anche cercare di far capire a suo fratello tutto quello che stava
combinando. Poi Eva andò a preparare le valigie per la partenza
e Rudi chiamò Alice al telefono.
«Ali, senti tua sorella deve andare a Parigi per risolvere delle
questioni di lavoro, ti andrebbe di venire qui per il fine settimana e
aiutarmi a tenere Marta?»
Alice in un primo tempo non capiva come potesse invitarla così
facilmente a casa, ma poi intuì che Rudi doveva aver detto la
verità ad Eva.
«Glielo hai detto, vero? Sei proprio un pasticcione, comunque
vengo volentieri. Dico a mamma e Giulio che Eva non vuole lasciarti da
solo con la bambina, ci vediamo più tardi.»
«Non vedo l'ora e anche Marta!»
«Si, ci scommetto.»
Detto questo la ragazza riagganciò il telefono e andò
dalla madre per darle la notizia. Lucia era alquanto perplessa
perché Eva aveva deciso di andare a Parigi, ma diede il suo
assenso ad Alice per passare il week-end con Rudi e Marta.
*****
Intanto a casa di Eva, la ragazza stava
preparando un borsone per il viaggio. Marta aveva capito perfettamente
che la mamma doveva sbrigare degli affari di lavoro a Parigi, ma
sarebbe tornata molto presto e poi avrebbe passato del tempo con i suoi
zii ed era molto contenta di questo.
Mentre Eva infilava le ultime cose nel borsone, squillò il
campanello ed arrivò Alice. Marta si precipitò alla porta
urlando.
«Mamma, è arrivata la zia Alice!»
Aprì la porta e si lanciò in braccio ad Alice.
«Ciao, Ali.»
«Ciao, tesoro della zia, come è andata a scuola oggi?»
«Bene, la maestra dice che sono brava.»
«Complimenti, ma vista tua madre non ne dubitavo.»
«Ti fermi con me e lo zio Rudi, vero?»
«Certo che sì, mica posso lasciarti qui a giocare con lo zio tutto il tempo, devi anche studiare.»
«Sono contenta, zia. La mamma è di là in camera a preparare il borsone per il viaggio.»
«D'accordo, vado a darle una mano perché tu intanto non
dici allo zio di pensare a cosa fare da mangiare per stasera?»
«Si, io voglio la pizza. Zio Rudi, vero che possiamo farcela mandare a casa?»
«Ma certo, amore dello zio. Vieni qui che telefoniamo alla pizzeria.»
«Arrivo.»
Alice sorrise, era così bello vedere la bambina contenta e
felice, ma soprattutto così attaccata a Rudi e a lei. Rudi prese
in braccio la bambina e prese il telefono. Alice, invece, andò
in camera da sua sorella per aiutarla.
«Ehi, sorellona, come va? Ti devo dare una mano?»
«No, Ali, grazie. Mi basta che tu tenga d'occhio Rudi e Marta
questo fine settimana, per stasera va bene la pizza ma domani preparale
della carne o della minestra, mi fido di te.»
«Certo Eva, non preoccuparti, ci sono io qui. Che cosa devi fare a Parigi?»
«Devo andare al lavoro a prendere le mie cose, devo licenziarmi
visto che adesso lavoro qui e poi altre cose meno importanti.»
«D'accordo, non è che devi vedere Jean, vero?»
«No, Ali, tranquilla, quel capitolo della mia vita è chiuso.»
«Va bene, se lo dici tu ci credo.»
Le due sorelle si abbracciarono e poi tornarono in soggiorno. Eva salutò Rudi e Alice e diede un bacio a sua figlia.
«Fai la brava con gli zii, studia e non farli arrabbiare e mi raccomando vai a letto presto la sera.»
«Si, mamma, sarò un brava bambina.»
«Tranquilla, la mamma tornerà presto.»
Detto questo, il tassista suonò il campanello ed Eva scese le
scale salutando ancora una volta i ragazzi e la bambina con la mano.
Mentre saliva sul taxi, Eva pensò all'ultima volta che aveva
lasciato Roma e al dolore che provava per il tradimento di Marco. Ora
le cose erano diverse, ma la ragione del suo abbandono era quasi sempre
la stessa, doveva prendersi un po' di tempo lontano da Marco e andare a
Parigi per sistemare le cose era la soluzione migliore secondo lei. Non
aveva detto niente nemmeno a Carlotta, non voleva che lei le potesse
ostacolarla e sperava che mantenesse il segreto della sua gravidanza
con Walter perché il ragazzo aveva la bocca larga e non sapeva
proprio trattenersi, quindi avrebbe potuto spifferare tutto a Marco e
lei non voleva che lui lo sapesse.
Una volta arrivata in aereoporto, Eva fece il check-in e imbarcò
il borsone, poi salì sull'aereo pensando a quanti lavori
l'aspettavano a Parigi.
Il volo atterrò in perfetto orario e la ragazza andò
nella casa che tempo addietro lei e Marco avevano affittato,
aprì la porta e i ricordi l'assalirono: scene di risate, scene
di grida e di urla. Chiuse gli occhi e cercò di non pensarci,
andò in camera e si trascinò sopra il letto per poi
addormentarsi subito dopo.
*****
La mattina dopo, Eva si svegliò e
andò a parlare con la padrona di casa, dicendole che aveva
trovato un lavoro più vicino alla famiglia e che quindi doveva
abbandonare la casa. La padrona era molto dispiaciuta, ma sapeva che
era una scelta fatta per lavoro e quindi insindacabile, le sarebbe
mancata quella ragazza sempre gentile e corretta e la bambina che aveva
portato un po' di allegria nel condominio.
Dopo aver abbandonato la casa, Eva si diresse al lavoro per dare le
dimissioni. Entrata nella redazione del giornale, si trovò di
fronte Jean e lo salutò, il ragazzo a sua volta pareva essere
molto contento di vederla.
«Bonjour, Jean.»
«Eva, tu es de retour, quel plaisir!»
«Je ne suis pas revenu pour rester, Jean. J'ai obtenu un emploi à Rome..»
«Tout va bien avec ton fiancé?»
«Pas bien, je dirais, il a trouvé une nouvelle fiancée.»
«Désolé Eva, je sais que tu l'aimais.»
«Il n'est pas important, ce qui se passe avec Louis? J'espère bien.»
«Entre moi et Louis bien, merci. Ne vous inquiétez pas.
Louis savait ce que nous faisions, il n'est pas en colère contre
vous..»
«Je suis content pour vous, au moins un d'entre eux est heureux.s.»
I due si abbracciarono, Eva era stata veramente preoccupata per Jean e
Louis. Aveva finto di stare con Jean solo per fare andare via Marco e
non farlo stare male, ma era preoccupata che Louis potesse non capire,
invece, almeno per loro due le cose erano andate per il meglio. Dopo
aver parlato con Jean andò dal capo e spiegò la
situazione, poi lasciò per sempre quella redazione che ormai non
le apparteneva più.
Dopo aver tagliato i ponti con il passato, Eva andò a fare una
passeggiata sugli Champs Elisée, era bella Parigi: era proprio
una città da innamorati. Ad ogni angolo si potevano vedere
coppiette di sposini o di fidanzati passeggiare mano nella mano, anche
lei e Marco lo avevano fatto i primi tempi, ma poi era cambiato tutto e
le cose erano precipitate.
Aveva sempre voluto avere una famiglia unita, ma le uniche cose che le
erano rimaste adesso erano Marta e quel bambino che portava in grembo,
frutto dell'amore che lei ancora provava per Marco. Non aveva mai
pensato all'aborto, figurati si era tenuta in grembo Marta quando
pensava fosse figlia di Alex ed era rimasta sola a vent'anni e non ci
pensava di certo adesso che il bambino era di Marco. Lei sarebbe
bastata ad entrambi i suoi figli e sapeva che Marta sarebbe stata
contenta di avere un fratellino o una sorellina.
Fece pranzo nelle vicinanze dello studio della sua ginecologa, quella
che l'aveva aiutata dopo l'aborto e poi andò dentro per una
visita. La donna le fece un'ecografia e si accertò che tutto
andasse bene, poi prescrisse delle vitamine per la gravidanza ad Eva e
le disse che tutto andava bene, ma che se fosse tornata a Roma doveva
trovarsi un ginecologo laggiù, non poteva di certo fare avanti e
indietro in aereo nelle sue condizioni.
Eva lo sapeva già, ma aveva voluto che fosse lei la prima a
farle una visita perché aveva paura che potesse riaccadere la
stessa cosa dell'ultima volta. La dottoressa le spiegò che per
adesso andava tutto bene e non c'erano motivi per cui la gravidanza non
potesse arrivare fino alla fine, doveva solamente evitare lo stress e
mangiare normalmente.
Uscì dallo studio più tranquilla e determinata a fare in
modo che nessuno potesse nuocere al bambino che cresceva dentro di lei.
Era presto per sapere il sesso, ma lei in cuor suo sapeva che era un
maschietto o almeno lo sperava tanto.
Eva cercò poi un posto dove in albergo dove dormire quella
notte, il mattino dopo l'aereo l'aspettava per tornare finalmente a
casa.
*****
Marco, dopo l'intervista era rimasto in
uno stato catatonico, non sapeva come scusarsi con Eva ed aveva
aspettato che fosse la ragazza a contattarlo, ma lei non lo aveva
fatto, quindi si decise ad andare a casa di Eva.
Naturalmente la tempestività non era mai stata dalla sua parte e
quando si presentò davanti alla porta, Eva era già
arrivata a Parigi. Ad aprire fu Rudi che lo fece entrare in casa.
«Marta, guarda chi è venuto a trovarti.»
La bambina si alzò dal tappeto dove stava colorando e si diresse urlando contro il papà.
«Ciao papà, sono contenta che sei venuto. Sai sono a casa
con lo zio Rudi e la zia Alice, mamma è partita.»
Marco rimase pietrificato mentre la bambina gli diceva quelle cose, poi
dopo averla presa in braccio e baciata sulla guancia, si girò
verso Rudi e chiese spiegazioni.
«Dov'è andata Eva?»
«Aveva delle cose da sbrigare a Parigi, credo dovesse ancora lasciare la casa e il lavoro.»
«Peccato, ero venuto per parlarle, comunque visto che non
c'è mi fermo un po' con Marta, non ti dispiace vero?»
«No, Marco, vai tranquillo.»
Dopo qualche minuto arrivò Alice con la borsa della spesa, la
ragazza era alquanto agitata perché aveva provato tutta la
mattina a telefonare ad Eva ma lei non aveva risposto.
«Rudi, hai sentito Eva stamattina? Io ho provato a telefonarle ma non mi risponde.»
«Tranquilla Alice, doveva andare al lavoro e magari non ha avuto tempo.»
Marco iniziava a preoccuparsi, poteva essere successo qualsiasi cosa ad
Eva e se Jean fosse tornato alla carica e lei lo avesse rifiutato e lui
si fosse voluto vendicare? Scene terribili si affacciavano alla sua
mente e cercò insistentemente di non pensarci. Si fermò
persino a pranzare con la figlia e i ragazzi senza dire niente a Maya,
la quale preoccupata gli telefonò e venne rassicurata subito.
A metà pomeriggio, quando ancora non si avevano notizie di Eva,
Marco era alquanto agitato pure lui, mentre Alice era in preda
all'ansia. L'unico che manteneva la calma era Rudi che cercava assurde
spiegazioni alla sua assenza. Marta non faceva caso alle preoccupazioni
dei grandi, soprattutto perché lo zio Rudi la distraeva
facendola giocare.
La sera arrivò ed Eva non si era ancora fatta sentire, Rudi mise
a letto la piccola Marta e poi andò in soggiorno a parlare con
gli altri. Alice voleva chiamare la polizia, ma Rudi le disse che
nessuno si sarebbe mosso prima di quarantotto ore, Marco aveva chiamato
Maya dicendole che si fermava a dormire con Marta perché Eva non
era a casa, ma poi le sue preoccupazioni lo avevano tenuto sveglio
tutta la notte.
«Ragazzi, credo che sia stata una giornata piena per Eva, vedrete
che domani mattina prima di prendere l'aereo ci telefonerà
sicuramente. Adesso ci conviene andare a letto e riposarci, cercate di
non far vedere a Marta che siete preoccupati, la bambina deve stare
tranquilla.»
Rudi era l'unico a guardare i lati positivi e spedì tutti a
letto con quell'ultima affermazione. L'indomani mattina, Rudi si
svegliò presto e preparò la colazione per tutti, poi
ricevette una telefonata da Eva.
«Pronto, ti davamo per dispersa. Tua sorella si è
preoccupata, perché ieri non hai risposto alle sue
telefonate?»
«Scusa non mi sono accorta che Alice mi aveva telefonato, non ho
avuto un minuto libero, sto per prendere l'aereo, sarò a Roma
tra qualche ora.»
«Ti aspettiamo, ah Eva, qui c'è Marco, ha detto che deve parlarti. Se non vuoi lo mando a casa.»
«Tranquillo Rudi, sono ancora in grado di parlare con il padre di mia figlia, non ho bisogno della balia.»
«Va bene, cercavo solo di essere d'aiuto. Ci vediamo presto.»
«Dai un bacio a Marta da parte mia e digli che sto arrivando.»
«Okay.»
Una volta che Marco, Alice e Marta si svegliarono, Rudi disse che Eva
aveva telefonato e sarebbe stata a casa tra qualche ora. Alice era
più tranquilla, mentre Marco decise di rimanere lì ad
attendere il ritorno di Eva: doveva assolutamente parlargli.
Nessuno dei quattro sapeva che il ritorno di Eva sarebbe stato alquanto movimentato.
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