Amore dolce e dolce odio

di Legar
(/viewuser.php?uid=95662)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Amore dolce e dolce odio




Non v'è nulla al mondo dolce come l'amore [1]

Spogliarla, benché fosse un gesto a lui ormai familiare, riusciva sempre a colmargli il cuore d’amore e a ottenebrargli la mente di cupidigia. Ogni volta notava in lei nuovi particolari – come le sue guance si coloravano mentre lui si apprestava a sbottonarle la candida camicia dell’uniforme scolastica, come lei stringeva appena il labbro inferiore tra i denti quando lui cominciava ad accarezzarla, come le mani di lei, agitate, si avvicinavano incerte ai suoi indumenti per svestirlo.
Non procedeva mai con fretta, sebbene la voglia che aveva di lei – di sentire il calore del suo corpo contro il suo, di assaggiare le sue labbra e la sua pelle – fosse l’unico pensiero in quegli attimi rubati alla frenetica giornata di studio e alle notti di riposo.
Hermione sorrideva dell’ossessione che Draco mostrava di avere nei suoi confronti, segretamente compiaciuta di essere l’unica per la quale lui era disposto a sottrarre ore anche al sonno per vederla e stare con lei. Sorrideva quando, allontanandosi per gioco dalla sua bocca, Draco se la riportava vicina, guidando la sua testa verso di lui con una mano tra i capelli – quel groviglio di ricci castani che lui si dilettava ad accarezzare dolcemente o a tirare delicatamente, a seconda che lei lo ammaliasse dichiarandogli i suoi sentimenti o lo irritasse con le sue acute battute scherzose.
Draco non sorrideva. I suoi occhi velati di passione mal celavano la brama di sentirla vicina, in quei momenti in cui anche solo qualche centimetro di lontananza pareva troppo, giacché era costretto a convivere con la lontananza durante le lezioni, i pasti e le ore dedicate allo studio – troppo per non sentire la mancanza di quel sorriso impertinente, quei capelli confusi e quella bocca invitante.
Era dolce la cura che Hermione profondeva nelle carezze e nei baci che gli dedicava con amorosa venerazione, restituendogli il piacere che lui le regalava con altrettante attenzioni.
Era dolce e al contempo eccitante l’arrendevolezza con cui lei gli si concedeva, fidandosi di quelle braccia che le regalavano intense emozioni, mostrandogli una fiducia che lui non avrebbe mai creduto di riuscire a ottenere da lei.
Era dolce quando, dopo l’amore, si accoccolava placidamente tra le sue braccia, con il volto posato sul suo petto a respirare il profumo di lui e con le gambe incastrate tra le sue.
Era dolce quando, con voce carezzevole, gli sussurrava che lo amava.


*


 e dopo l'amore la cosa più dolce è l'odio. [1]

Draco si svegliò di soprassalto, col respiro affannoso e il cuore accelerato. Si guardò intorno e indovinare, nonostante il buio per l’ora tarda, i contorni dei letti del suo dormitorio Serpeverde lo rassicurò immediatamente.
Aveva sognato la Sanguesporco, di nuovo. Quel sogno – incubo – era il tormento delle sue notti. Non riusciva a capacitarsi di come il suo inconscio potesse essere attratto da lei, se la sua mente la disprezzava per il suo sangue e le sue origini Babbane, se razionalmente non la considerava degna neanche di studiare a Hogwarts.
Odiava sentirsi destabilizzato per colpa sua.
Odiava essere tormentato dalla sua vista giorno e notte, a lezione e nei corridoi e in Sala Grande e nel suo letto.
Odiava perdere il sonno per lei.
Odiava la sua mano sempre alzata, pronta a rispondere con quella voce saccente alle domande dei professori, per dimostrare a tutti e a lui che valeva più di molti Purosangue e più di lui.
Odiava quella mano indegna che aveva osato colpirlo su una guancia al terzo anno e scalfire il suo nobile viso, senza neanche scusarsi per quell’affronto che gli era costato un evidente livido.
Odiava quelle mani che osavano toccarlo e accarezzarlo e stringerlo nei suoi incubi, con un ardore che nessuno le avrebbe mai attribuito e che probabilmente nessuno avrebbe mai conosciuto.
La odiava, odiava tutto di lei. Doveva essere uno strano scherzo della sua mente a far sì che la sognasse così di frequente, non poteva che essere il risultato dei numerosi pensieri che le rivolgeva durante il giorno, dispregiativi ma tuttavia troppi. Perché lui non avrebbe mai potuto provare per lei niente che non fosse odio.
Tornò a dormire, rassicurato da quella dolce consapevolezza.







[1] La citazione Non v'è nulla al mondo dolce come l'amore, e dopo l'amore la cosa più dolce è l'odio. è di Henry Wadsworth Longfellow.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2842197