Ti chiamerò con il tuo nome quando sarò certa che ti amo, James.

di Ele12
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Prologo
-POTTER!!!! POTTER! VIENI SUBITO QUA!-
Mezza scuola si girò per vedere una Lily Evans dai capelli scompigliati, con tutti i vestiti in disordine, la borsa su una sola spalla correre dietro a James Potter. Il quale non perse occasione per divertirsi un po’ con lei.
-Evans?? Sicura di star bene? Adesso sei tu che corri dietro a me?-
-Potter sai benissimo perché sono qui!-
-No, non è vero. Dimmelo tu.-
-Oh sembri così innocente … allora forse saprai chi ha fatto saltare in aria la Sala Comune di Serpeverde, vero?-
-Ovviamente no, Evans-
Tutta la scuola si preparò alla sfuriata di una Lily Evans accecata dalla rabbia.
 Molti si tapparono le orecchie mentre un gruppo di primini corse via.
Ma la sfuriata non arrivò. Al suo posto si fece strada una risata cristallina che risuonò per i corridoi.
-Sei sempre il solito Potter-
Detto questo la già citata Lily Evans mise un braccio intorno alle spalle di James Potter con fare disinvolto.
Cosa non molto facile, visto che James era alto circa venti centimetri più di lei.
-Piaciuto lo scherzetto?-
-Esilarante direi. Non c’è niente di più divertente che vedere Mocciocius saltare per aria, di questi tempi-
-Concordo pienamente Evans-
I due si avviarono alla Sala Comune di Grifondoro a braccetto.
Appena i ragazzi scomparvero dietro l’angolo la gente che aveva assistito alla scena iniziò a spettegolare.
Ma dopotutto era normale a Hogwarts.
La regola era che nessuno si faceva i fatti suoi.
Stranamente era l’unica regola che tutti, ma proprio tutti rispettavano.
       


 




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