Questa fic è tutta
per Rei_Murai per farmi perdonare del fatto che ormai ho preso la mia
posizione: non leggerò più una sua fic,
Particolarmente Tu (a voi lettori però vi invito a leggerla
ù.ù)
Amore, va contro ogni
mia fibra morale.
Non riesco a leggerla e
neanche saltare i pezzi.
Per come la penso io (o
meglio Neji ù.ù) potevi fare la LeeTen e lasciare
lo Hyuuga in pace. Ma sono scelte tue e non mi metto in mezzo
perché da quel che ho capito a te le NejiTen piacciono
ù.ù
In ogni caso ti avevo
promesso una NejiKibaKanku e ne è uscita questa che mentre
la scrivevo stavo male io TwT non solo per la coppia ma anche per tutto
il resto...
Va beh. Buona lettura a
te e a tutti gli altri che sono qui.
Ps. La fic dovrebbe
essere conclusa e la canzone appartiene ai Nomadi e mi ha ispirata...
.: Ti Baciava le Labbra :.
Ti baciava le labbra
Ed io di rabbia morivo
già.
Ti baciava le labbra
E un pugno di sabbia
Negli occhi miei
{Un Pugno di Sabbia,
Nomadi}
Stava male.
Sentiva il suo stomaco contorcersi in morse talmente dolorose che
presto - ne era convinto - sarebbero arrivati anche i conati di vomito.
Ma stoicamente, Neji Hyuuga, resisteva a quei crampi mantenendo la sua
solita aria imperturbabile.
Si era messo ai primi posti del pullman appunto per un problema di mal
d'auto - una cosa che non era mai riuscito a eliminare - ma quella si
era rivelata una mossa ancor più pericolosa che accresceva
il suo naturale disturbo.
Non avrebbe mai pensato che quel viaggio di sei ore, per andare a
partecipare a un corteo medioevale con il suo quartiere, si potesse
rivelare così 'pericoloso' per la sua persona.
La sola presenza del suo 'sogno' e del suo 'incubo' nello stesso
pullman era di per sé un problema - che lo Hyuuga aveva
cercato di ignorare e riuscendoci in parte - ma vederli insieme,
cantare con un improvvisato karaoke per rallegrare il viaggio,
abbracciati e spesso in atteggiamenti scherzosamente equivoci, gli
faceva dannatamente male: molto più del mal d'auto.
Da anni, Neji, si era accorto di provare qualcosa per Kiba Inuzuka e
per tre anni erano stati insieme.
Erano stati gli anni più belli della sua vita.
Aveva amato quel 'dannato' più della sua stessa cugina -
cosa che spesso li aveva fatti litigare, Kiba era geloso tanto quanto
lui - ma si erano lasciati, da ormai due mesi.
'Incompatibilità di caratteri', diceva l'Inuzuka per
giustificare il tutto.
'C'è un altro.', sospettava lo Hyuuga per giustificare
quell'improvviso mancamento.
Questo perché non si può stare con una persona
per tre anni e poi scoprire che i caratteri erano inconciliabili e ne
stava avendo la conferma in quei dolorosi istanti, nei quali Kiba
rideva con il suo 'incubo': Kankuro.
Originariamente in quel viaggio non ci sarebbe neanche dovuto essere -
il corteo era solo per figuranti come Neji, l'Inuzuka e gli altri del
quartiere - ma dato il forfait di uno dei gruppi che erano stati
convocati, era stata chiamata la Compagnia dei Balestrieri, di cui
faceva parte Kankuro, e che si era unità a quel quartiere
per fare quel lungo - lunghissimo - viaggio.
Aveva cercato di ignorarli, di concentrarsi sulla strada e addirittura
sul suo malore per non vederli, ma era tutto inutile.
Erano lì.
Davanti a lui, che cantavano, ridevano e scherzavano, contagiando con
il loro buon umore tutti i presenti.
Tutti tranne Neji, in preda a quelle atroci fitte.
Kankuro che passava il braccio attorno alla vita di Kiba.
Una fitta.
Kiba che si voltava verso di lui, cantando con uno stentato inglese,
con un bellissimo sorriso in viso.
Altra fitta.
Le labbra di Kankuro che sfioravano quelle dell'Inuzuka in un casto
bacio che suscitò le risate di tutti.
Si voltò verso il finestrino, artigliando forte lo stomaco
con una mano, come per sopprimere tutte le altre fitte.
" N-Neji... tutto bene?", la vocina di Hinata, seduta alle sue spalle
con Ino, ebbe il potere di farlo per un attimo calmare.
Non voleva che si preoccupasse.
" Sì. Tranquilla. Appena il pullman si fermerà
andrà meglio però.", le rispose voltandosi appena
per guardare la ragazza che, nonostante l'indecisione,
assentì.
Tornò a girarsi, incrociando un attimo gli occhi derisori di
Kankuro che lo prendevano in giro, che lo deridevano per la splendida
persona che si era lasciato scappare.
Forse, si disse Neji, era colpa sua se Kiba l'aveva lasciato.
Forse era stato troppo possessivo e geloso.
O forse non l'aveva fatto sentire abbastanza amato.
Ma sta di fatto che non poteva piangersi addosso riempiendosi di
'forse'.
Ciò che era accaduto non poteva essere riparato, Neji poi
non si sarebbe mai abbassato nel tentativo di riparare quel rapporto.
Per quanto soffrisse, per quanto ancora amasse l'Inuzuka e per quanto
desiderasse ancora la sua presenza nella sua vita non avrebbe mosso un
dito.
Era stato Kiba a lasciarlo e quindi il sentimento non era
più reciproco.
Se era felice con Kankuro buon per lui: Neji se ne sarebbe fatto una
ragione.
Dolorosa ma pur sempre una ragione.
" Attenti. Entriamo in una galleria. Voi due, sedetevi.",
ordinò l'autista interrompendo i due improvvisati cantanti
che, ridendo, cercarono di tornare ai loro posti un poco traballanti
per la strada percorsa dal pullman.
Poco dopo il buio di una galleria illuminata solo dai fari delle auto e
un peso che cadeva in un gemito sulle gambe di Neji: un gemito che
conosceva e che non avrebbe mai dimenticato.
" Scusami Hyuuga.", borbottò Kiba, cercando di rialzarsi al
buio.
Da quando era solo 'Hyuuga'?
Beh, non stavano più insieme... quindi era ovvio ma quello
non lo fermò dal posare le labbra su quelle del castano
bloccandolo.
Lo sentì rispondere poco convinto ma si staccò
subito, solo per sentire le mani di Kiba strette sulla sua maglietta e
il respiro velocizzato contro le sue labbra.
L'aveva sconvolto ma... non era riuscito a farne a meno.
Gli mancava.
Dannazione se gli mancava.
" Kiba! Tutto bene?", domandò Kankuro appena la luce
tornò.
Il castano guardò prima Neji, che aveva assunto di nuovo la
sua espressione imperturbabile, poi il compagno che tendeva la mano per
aiutarlo.
" S-sì...", balbettò, sicuramente sconvolto dal
gesto dello Hyuuga.
Ma a Neji quello non importava.
Ormai quelle labbra non erano più sue.
Perché a baciarle c'era Kankuro e a lui ormai rimaneva solo
un pugno di sabbia in mano formato da ricordi che avrebbe tanto voluto
schiaffarsi in viso per rivivere solo quelli e mai più il
presente
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