L'unica speranza

di lapoetastra
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Intorno a me, tutto è caos.
Le esplosioni mi distruggono i timpani.
Mi stordiscono.
Non potrò mai più sentire nulla di piacevole, niente di diverso da questo.
Ne sono consapevole.
Vedo i miei compagni, i miei amici, i miei fratelli, cadere, accanto a me.
I loro lamenti strozzati mi fanno impazzire.
Il loro sangue ancora caldo bagna e colora la neve candida.
Dovrei andare ad aiutarli.
Ma non riesco a muovermi.
Ho paura.
E il terrore mi inchioda a terra.
Rimango qui, nascosto.
Perchè mi nascondo?
Perchè credo che ci sia ancora speranza.
Ma l'unica speranza che ho è accettare il fatto che sono già morto.
Un lampo illumina per un attimo lo spazio circostante.
Sbarro gli occhi.
Guardo.
E vorrei non averlo fatto.
C'è solo morte e distruzione, intorno a me.
Le lacrime mi bagnano le guance.
Ma non sono lacrime.
E' pioggia.
E' scoppiato un temporale.
Spero, prego, che l'acqua lavi via l'orrore che mi circonda, che mi ripulisca dal dolore.
So che è impossibile.
Provo l'impulso forte, devastante, irresistibile, di mettermi a correre.
Di scappare.
Di tornare a casa mia.
Lontano da tutto questo.
Per cercare di dimenticare.
Di ricominciare, in qualche modo.
Non lo faccio.
Rimango immobile, al mio posto.
Devo iniziare a comportarmi come si addice ad un vero soldato.
Senza pietà.
Senza compassione.
Senza rimorso.
E senza paura.
Solo così si vince la guerra.
Ed è quello che ho intenzione di fare.




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