la bambola di pezza

di MegaOcam
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La bambina di pezza pensa come una persona che la mattina si sveglia e non da sfogo alla sua immaginazione, lei pensa solo a dormire, pensa che il mondo non sia altro che una cabina entro cui non c’è posto per lei, una bambola fatta di pensieri, composti a loro volta da pensieri sempre più cupi, una bambina fatta di cotone ma con un cuore.
 
La bambola pensa che il mondo non dovrebbe andare cosi, un mondo marcio, preso dalla confezione e reso invivibile dalle stesse persone che l’avevano comprato.
 
Ma la bambola di pezza non può dire addio alle persone che gli stanno care, perché direbbe addio al suo canone perfetto di vita in quel mondo sporco, un mondo dove le persone sono libri aperti.
 
Ma la bambola non ce la fa, prende a se tutti i libri e con la testa di un fisico inizia a leggere tutte quelle teste malate, per trovare, una via di fuga, una via di uscita, un modo per diventare qualcosa di più che una bambola, senza una vaga idea di ciò che potrebbe fare nella vita, una bambola pensante, intelligente più di qualsiasi umano su quella terra fatta di sbagli, ma la bambola col tempo si sente come un palloncino d’elio sotto il sole, piena di informazioni, piena di speranza, ma senza un modo per dire a tutti ciò che pensa, un mondo di merda si direbbe, governato da gente avida, che con le bambole di pezza ne va divani, poltrone, ne fa ciò che vuole.
 
Bambole nate per dare speranza, limitate dal fatto che non sono state date le doti per parlare, bambole piene di rabbia, una rabbia cosi tanto repressa da far inginocchiare la bambola di pezza al volere dei più incompetenti.




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