The mark of death - Il marchio della morte

di TheMasterSimo
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Ero così felice che Percy si fosse risvegliato. La sera precedente , purtroppo Chirone mi chiese di lasciarlo solo, per farlo riposare, mentre a Grover bastarono un paio di cucchiai di Ambrosia. Ma quel giorno, quel giorno Percy sarebbe stato tutto per me. Ci incontrammo alla mensa.
-Buon giorno Testa d’alghe, mi sei mancato- Gli dissi io, una volta seduto al mio tavolo.
-Anche tu amore- Rispose lui. –Allora? Come hai trovato l’antidoto? Chirone mi ha raccontato della freccia avvelenata. Tuttavia non sapeva nulla riguardo alla vostra spedizione “segreta”- Domandò lui.
Non mi piaceva parlare di questa storia. Ma quel giorno, non potevo dirgli di no. Era stato sospeso tra vita e morte, ma alla fine decisi di raccontargli tutto.
-Vedi… è una luga storia… cominciò tutto quando Chirone…-
-Annabeth, Percy!- Fui interrotta io, da Roberto Ragoni, uno delle nuove reclute figlio di Ares, proveniente dall’italia. –Annabeth all’ingresso est del campo, c’è un ragazzo. Sostiene di conoscerti- Disse lui, una volta arrivato da noi. Non capivo chi fosse. Chi conosceva me ed il campo?
-Grazie. Ha per caso detto come si chiama?- Chiese Percy.
-No. Ha detto che parlerà solo dopo aver visto Annabeth- Concluse il ragazzo.
-Bene. Ci avviamo subito. Puoi andare- Risposi io.
-Certo- Commentò Roberto, per poi andarsene pochi secondi dopo.
-Entro in coma per quattro giorni, e proprio quando mi risveglio, questo è il mio benvenuto?- Disse lui ironico. –Andiamo. Sono curioso di sapere chi è questa persona- Concluse lui.
Mentre ci recavamo all’ingresso est, raccontai tutto al mio perfetto, bellissimo e dolcissimo ragazzo.
-Potevate morire- Mi rimproverò, una volta finito il raacconto. –Non avresti dovuto preoccuparti così tanto. Avremmo trovato un altro modo-
-Percy io mi preoccuperò sempre per te. E sono sicura che tu avresti fatto lo stesso. L’anno prossimo il bagno lo fai a mare però. Con me. Per un bel po di tempo non voglio più sentir parlare di Stige, Tartaro o morte- Commentai io.
Pochi minuti dopo, arrivammo alla porte est del campo.
-Allora, chi è questo ragazzo venuto da fuori?- Chiesi io.
-Sono io, Annabeth- Commentò un ragazzo. –Mi riconosci?-




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