Capitolo 15. Parto o non parto
Angolo
Divino.
Guido,
Azzurra e Davide
attraversano la sala del bar, Guido porta con sé un trolley
e Davide un borsone
piuttosto pesante a giudicare dall’andatura poco sciolta.
“Amore
ma tu sei sicura? Vuoi
davvero che vada a Milano per quel congresso, la data del parto era
oggi non mi
sembra il caso. Potresti partorire da un momento
all’altro”
“Ma
certo che sono sicura, amore!
E poi non è vero che potrei partorire da un momento
all’altro, secondo me ci
vorrà ancora un po’ lo dicono tutti che il primo
figlio non rispetta mai i
calcoli, che tarda sempre ad arrivare”
Suor
Angela, suor Costanza e suor
Chiara sono dall’altra parte del bancone del bar, dinnanzi
sono sedute Nina e
Margherita che sorseggiano un caffè. Tutte si gustano la
scena di Azzurra che
avanza fiera e sicura di sé con il suo bel pancione ormai
protagonista
indiscusso. La ragazza indossa un bel vestito multicolor che risalta le
sue
forme esplosive e la sua linea invidiabile nonostante i mesi di
gravidanza.
Guido e Davide, invece, pur sempre impeccabili nello stile che lei
stessa ha
saputo migliorare decisamente nel primo e scegliere pian piano per
l’altro si
avvicinano al bancone con fare più affaticato dettato dai
pesi che devono
trasportare. Entrambi sono un passo dietro di lei.
Chiara
sorride, Margherita si
mostra compiaciuta e Nina punzecchia “hai assunto due
facchini? Caro prof, caro
Davide cosa non si fa per amore. Al farti stendere il tappeto rosso da
tutti e
due prima del tuo arrivo non ci hai ancora pensato?”
Azzurra
le risponde con una
linguaccia “Acidosa! Io non posso fare sforzi e non ho
assunto facchini, mio
marito e mio figlio si sono offerti volontari”
“Diciamo
che non avevano molta
scelta credo” aggiunse suor Costanza
“Ehi
ma lasciatela stare, tesoro
come va? Come stai? Vuoi bere? Hai fame?” cominciò
con le sue premure suor
Angela
“Forse
sarebbe meglio chiederle
perché ha portato qui le sue valigie?”
domandò Chiara
“Giusto…
hai ragione… ti rispondo
io, Azzurra vuole stabilirsi qui un paio di giorni. Io devo partecipare
ad un
congresso nazionale che si tiene a Milano, si tratta di un evento
annuale in
cui rappresento l’ateneo modenese quest’anno
premiano proprio il mio corso di
laurea. Non volevo andarci, avevo già rinunciato invece mia
moglie non vuole
sentire ragioni e praticamente mi sta costringendo a partire”
spiegò Guido
“Infatti
non se ne parla più
ormai ho deciso, io sto bene la bambina non da segni di voler nascere,
non ho
nessuna intenzione di partorire e quindi puoi andare”
“Azzurra
ma che significa che non
hai nessuna intenzione di partorire? E non la fai nascere la
piccola?” chiese
Davide
“Amore
ma che dici?” si stupì
Guido
“Come
non fai nascere la bambina,
oh madre Vergine” tremò suor Costanza
“Ohi…
andiamoci piano con certe
affermazioni eh” intervenne suor Angela
“Ma
che avete capito intendevo
che aspetterò Guido non ho nessuna intenzione di partorire
senza di lui. Quindi
parti torna tra due giorni come previsto e buon congresso”
“Azzurra
ma tu sei sicura…”
“Si
amore, si sicura e poi mi
fermo qui in convento mi stai lasciando in ottime mani sono a casa mia
con la
mia famiglia cosa potrei volere di più?”
“Ah
quindi le valigie sono perché
ritorni qui?” domandò Nina
“Certo
miss sono-intelligente-solo-io
non vorrete mica che resti da sola? E se avessi bisogno di aiuto?
L’aria della
mia vecchia casa mi farà solo bene”
“Va
bene miss-generosità-mando-mio-marito-al-congresso
basta che non partorisci qui perché io ho dovuto
già sopportare per un anno le
tue urla giornaliere non ci penso nemmeno a sopportare pure quelle del
travaglio piuttosto mi rompo i timpani da sola guarda”
“Ma
la data del parto non era
oggi?” chiese Chiara
“Si,
ma ieri ho fatto l’ultima
visita di controllo e per il momento va tutto bene. Tutto tranquillo
qua dentro”
disse accarezzandosi il pancione.
“Ma
anche se dovesse nascere qui
ma che problema c’è? Ci pensate che bello? Un
bambino che nasce in convento,
sarebbe il primo, anzi la prima” considerò suor
Angela.
Suor
Costanza si stava quasi
strozzando bevendo la sua tisana “Insomma qui ci sono passate
persone di ogni
tipo nonostante sia un convento di religiose, di ogni genere sessuale
nonostante il mio veto ai maschi, di ogni età tra residenza
universitaria e
convitto anche i bambini nonostante il mio essere assolutamente
contraria
abbiamo avuto prima Cecilia e poi Davide adesso addirittura un parto!
Angela ma
dico mo, ma la prossima che ti vuoi inventare per mantenere la baracca
qui è
fare una sala travaglio? Ma non lo so” se ne andò
rimbrottando la madre
superiora “Un parto in convento e che problema
c’è? E’ matta io l’ho sempre
detto che è matta”.
“Se
è un problema posso trovare
un’altra sistemazione” disse Azzurra
“Ma
quale problema? Ma lo sai
come è fatto no? Se non borbotta non è lei. Anzi
sono sicura che non sta più
nella pelle di conoscere la tua bambina come tutti noi”
Azzurra
sorrise.
“Sentite
ho avuto un’idea! Visto
che siamo tutte qui questo paio di giorni mi posso fermare anche io in
convento. Pure Emilio è fuori città per degli
impegni con la federazione
sportiva ed io sono un medico, per qualunque evenienza, posso essere
sempre
utile”
“Ottima
idea Marghi, è perfetto”
si rallegrò Azzurra
“Wow!”
considerò Nina che poi si
rivolse a Guido “Beato te prof che ti risparmi sta
rimpatriata. Mi converrebbe
pure a me farmi spedire lontano da Modena per lavoro, così
in questi giorni non
rischio di affogare tra le lacrime di nostalgia. Potrei valutare
seriamente di
tagliarmi le vene”
“Ma
piantala che secondo me è
bellissimo ritrovarci di nuovo qui tutte insieme” intervenne
Chiara
“Come
ai vecchi tempi” chiuse
suor Angela.
“Suor
Angela non lo dica più che
rischia di diventare ripetitiva. Ogni volta lei dice ci ritroviamo come
ai
vecchi tempi ma non è proprio così. La
verità è che tra sfratti in atto e case
da comprare, test di gravidanza da fare, nuovi arrivi da annunciare e
parti
imminenti alla fine
questi tempi non
sono mai vecchi”
precisò Nina suscitando
un genuino sorriso negli altri presenti.
In
fondo in fondo aveva ragione
ed ogni occasione era buona per ritrovarsi in convento e nonostante
borbottii,
ironie, melodrammi e scene tragicomiche erano tutti felici che
accadesse.
Riusciva ad essere ancora come prima, le cose che cambiano, la vita che
prosegue, i rapporti che maturano ed evolvono eppure c’era
sempre quello stesso
sapore di casa, di vicinanza, di fiducia, di affetto, di amore, di
famiglia che
era rimasto intatto come quando tutto era cominciato qualche anno prima
ormai.
Guido
salutò Azzurra e Davide e
si avviò alla stazione.
Il
bambino corse nel chiostro per
giocare a pallone e le altre si occuparono di sistemare i bagagli di
Azzurra
nella sua vecchia stanza. Guarda caso suor Angela la sua camera e
quella di
Margherita cercava sempre di tenerle libere e stranamente ci riusciva
ogni
volta a non farle occupare.
Dopo
cena mentre Davide giocava
con il computer nel vecchio appartamento del custode ora occupato da
Nina,
Azzurra stava facendo una passeggiata nel chiostro e
cominciò ad avvertire
delle fitte. Si fermò accomodandosi sulla panchina e dopo
aver respirato l’aria
in modo lento e regolare sembrò tranquillizzarsi.
“Azzurra
tutto bene?” le chiese
Margherita che l’aveva raggiunta
“Si…
si… almeno credo”
“Perché?
Non ti senti bene?”
“Marghi
stanotte vuoi dormire in
camera con me?”
“Ma
certo che problema c’è.
Davide si ferma nella sua vecchia camera con Nina?”
“Si
ormai abbiamo capito anche
come è fatta Nina non ha mai una parola di buono per
nessuno, ma ci vuole tanto
bene ed adora Davide, addirittura gli consente di chiamarla zia e gli
ha detto
che per qualsiasi questione legale può contare su di
lei”
“Sei
un po’ pallida. C’è qualcosa
che non va Zuzù?”
“No
Zuzù no, ti prego non mi
chiamare così quel nomignolo mi fa venire in mente quelle
streghe finte e vuote
che dicevano di essere mie amiche. Menomale che i veri tesori, le vere
amiche e
la mia vera famiglia l’ho trovata dopo”
“E
tuo padre? Tra poco darai alla
luce la sua nipotina?”
“Papà
finirà di scontare la sua
pena tra tre mesi, il suo conto con la giustizia ormai è
quasi chiuso. E’ un
uomo completamente cambiato sai? Mi ha detto che ha intenzione di
lasciare
Modena e di rifarsi una vita lontano da qui. Ma che io
resterò sempre il suo
bene più prezioso. Non so quale rapporto
stringerà con la mia bambina ma sono
soddisfatta del legame che abbiamo costruito faticosamente io e lui. E
sono
sicura che almeno con la mia piccola manifesterà
più amore di quello che per
anni non ha dimostrato a me”
“Tu
lo sai che io ti voglio
sempre un mondo di bene, vero Azzurra? Per me sei davvero una sorella
ed ora
che diventerò zia mi renderai la persona più
felice del mondo”
“Ti
voglio un mondo di bene anche
io” si abbracciarono le due ragazze
“Però ora basta momenti zuccherosi e non
dire in giro che ti voglio bene perché lo rinnego. Ho una
reputazione da
difendere io”
“Ma
almeno che stanotte dormiamo
nella stessa stanza lo posso dire?”
“Si,
quello si”
“Perché
mi hai chiesto di dormire
insieme?”
“Perché
ho paura” confessò
Azzurra
Margherita
rise “Ma se hai paura
del buio puoi accenderti la luce come faccio io quando Emilio non dorme
a casa”
“Genio
della perspicacia ma quale
paura del buio, ho paura del parto”
“Ah!”
“EH!
Una parte di me vorrebbe che
la mia bambina nascesse anche domani un’altra invece vorrebbe
restare incinta a
vita se fosse possibile, a parte le sensazioni meravigliose che ho
sperimentato
con la gravidanza, ho paura del dolore, ho paura di soffrire, ho paura
che vada
qualcosa storto, insomma ho paura”
“Ma
tesoro è normale, non penso
ci sia donna al mondo che non tema il parto, eppure sono millenni che
le donne
partoriscono che sentono dolore e che gioiscono per il miracolo che il
nostro
corpo e la nostra forza fisica e psicologica compie. Tra due giorni
tornerà
Guido e poi quando sarà il momento vedrai che le paure
svaniranno e lotterai
come una leonessa per permettere al mondo di conoscere, finalmente, la
piccola
Corsi” le strizzò l’occhio la dottoressa
e Azzurra rise.
Margherita
si avviò in convento
ed Azzurra sentì nuovamente riacuirsi delle fitte nel basso
ventre, al corso
pre-parto le avevano spiegato che potevano esserci delle false
contrazioni o
meglio considerate come contrazioni preparatorie, ma siccome i dolori
erano
irregolari non era necessario allarmarsi. Ce l’avrebbe fatta
ad aspettare Guido
per due giorni?
La
dottoressa le aveva spiegato
che la fase iniziale del travaglio con sintomi come le false
contrazioni poteva
anche precedere il parto di una settimana, avrebbe avuto tempo.
Drin
Drin Drin
“Amore
mio” rispose lei guardando
il numero sul display
“Tesoro
sono arrivato poco fa, ho
appena finito di sistemarmi in albergo, lo sai che mi mancate
già da morire?”
“Anche
tu mi manchi tanto, ma chi
l’avrebbe detto che saresti diventato così
romanticone?”
“Io
non sono diventato un bel
niente” rispose lui mostrandosi offeso “al massimo
lo sono sempre stato solo
che lo dimostravo poco”
“Sono
una donna fortunata lo
ammetto”
“Amore
come ti senti? Tutto bene?
Novità? La piccolina non ha ancora voglia di venire al
mondo?”
“Tutto
bene… no… no… nessun
segnale rilevante. Tu piuttosto è vero che ti ho spinto a
partecipare al
congresso però fai presto, rispetta i tempi stabiliti e
riposati questo paio di
giorni perché ho la sensazione che a breve la nostra vita
sarà davvero
sconvolta”
“Va
bene, va bene, giovedì sera
sarò lì tutto per voi, per Davide e per le mie
donne. Buonanotte amore”
“Buonanotte”
Durante
la notte Azzurra non
riuscì a dormire granchè le fitte erano tornate e
stavano cominciando a
diventare sempre più rapide l’una
dall’altra, sempre più regolari e soprattutto
sempre più dolorose. Erano le otto quando si era alzata per
scendere al bar
avrebbe voluto accompagnare Davide a scuola ma non si sentiva bene
avrebbe
chiesto a Chiara di farlo per lei. Quando giunse al bar
c’erano già tutti
intenti a fare colazione.
“Azzurra”
la accolse Margherita
“Guarda che mi sono accorta che praticamente non hai chiuso
occhio, non ti
senti bene, vuoi venire in ospedale con me per fare un
controllo?”
“Io
penso che stia arrivando il
momento” sospirò la ragazza
“Oh
mamma” esclamò suor Angela
“Oh
Signore qui? Adesso?” si
allarmò suor Costanza
“No…
no credo di avere della
contrazioni preparatorie ma stanno cominciando a fare un male
cane”
“Azzurra
se sta per nascere la
sorellina io non voglio andare a scuola e soprattutto
bisognerà chiamare papà”
“Tesoro
papà tra mezz’ora sarà
premiato, domani pomeriggio ritornerà non è
necessario farlo preoccupare
inutilmente, la ginecologa mi ha detto che potrei andare avanti
così anche per
una settimana”
“Ah”
disse sconsolato il bambino
“Oh
beh” risposero quasi in coro
suor Angela e suor Costanza.
“Adesso
nano devi andare a scuola
con Chiara, volevo accompagnarti io tesoro ma non mi sento proprio in
forma e
visto che Chiara va alla casa famiglia non sarà un disturbo
per lei, vero?”
“Sarà
un piacere forza giovanotto
la nostra giornata comincia”
Nina,
Margherita e Azzurra stavano
terminando la loro colazione quando quest’ultima fece cadere
in terra la tazza del
caffè urlando di dolore “ahhhhh!”
“Azzurra
che succede?”
“Dio
il dolore sta diventando
insopportabile, ogni 5 minuti, è diventato preciso come un
orologio svizzero”
“Beh
direi che è cominciato il
travaglio allora, dobbiamo contare bene la distanza da una contrazione
all’altra, guarda che questa fase per le primipare
può durare dalle 6 alle 8
ore e penso sia meglio chiamare Guido se ti si
rompono…” stava snocciolando le
sue conoscenze Margherita.
“Ahhhhhhhh!”
la interruppe
Azzurra e l’urlo della ragazza fu seguito da un leggero
scroscio d’acqua
inequivocabile
“Mi
sono fatta pipì addosso dal
dolore?” chiese lei sofferente
“Secondo
me ti si sono rotte le
acque meglio andare in ospedale” constatò Marghi
“Chiamo
suor Angela” si affrettò
Nina
“Guidooooooo
senza Guido non vado
da nessuna parte”
“E
va bene ma il tuo cellulare
dov’è?”
domandò la dottoressa
“Sopra
in camera”
“Vado
a prenderlo”
“No
non ti azzardare nemmeno a
lasciarmi sola”
Proprio
in quell’istante giunsero
Nina, suor Angela e suor Costanza
“Ma
cosa aspetti Marghi vammi a
prendere il cellulare, voglio Guido”
“Andiamo
bene hai appena
cominciato il travaglio e già sei diventata insopportabile,
Azzurra rilassati
tesoro” le consigliò suor Angela
“Veramente
Azzurra lo ha sempre
avuto questo difetto di essere insopportabile e comunque amica ti sta
bene la
prossima volta impari a mandare al congresso tuo marito quando stai
partorendo”
considerò Nina.
Azzurra
la incenerì con lo
sguardo prima di lanciare un altro urlo.
Margherita
entrò al bar con il
cellulare all’orecchio e con aria perplessa “Ma
Azzurra sta partorendo che
significa che c’entro io? Ma ti sei ammattito?”
“Che
accade ora?” chiese in
subbuglio suor Costanza.
La
dottoressa scostò leggermente
il telefono dall’orecchio “Io non lo so Guido ha
una voce strana e poi dice che
lui non c’entra e che dobbiamo chiamare il padre?”
“Passamelo!”
ordinò perentoria
Azzurra
“Mah”
tentennò la dottoressa
“Passamelo
subito!”
“Povero
prof non vorrei essere
nei suoi panni” commentò Nina
“Ma
brutto decerebrato che non
sei altro, ma che significa chiamate il padre? Se non torni
immediatamente a
Modena ti strangolo” poi il viso, l’espressione e
il tono di Azzurra cambiarono
“Si… si professore ha ragione, certo, certo mi
scusi e che le doglie… Margherita…
mio marito mi scus”
“Azzurra
che succede?” chiese
stupita suor Angela
“Margherita
ma io sto partorendo
e tu ti sei bevuta il cervello?”
“Ho
sbagliato numero, vero?”
“Ma
chi hai chiamato?” chiese
Nina
“Ha
chiamato il mio professore
universitario, quello a cui ha chiesto la tesi di laurea quello che non
mi
rivolgerà mai più la parola a giudicare dal fatto
che mi ha praticamente
riagganciato il telefono in faccia”
“Scusa
che ne sapevo io? Ho visto
tra le tue ultime chiamate ho trovato questo numero con scritto PROF ed
ho
fatto partire la telefonata, sono un po’ agitata anche io
scusa”
“Va
bene va bene tesoro può
capitare” la rincuorò subito suor Angela
“Adesso
però per favoreeee me lo
chiamate Guido non ce la faccio più vi prego”
“Si
anche perché a giudicare dai
dolori che hai dobbiamo andare in ospedale subito altrimenti rischiamo
cha
nasca qui”
“Nooooo
voglio Guido” ripeté
ancora Azzurra
“Facciamo
così io chiamo Guido e
gli dico di raggiungerci direttamente in ospedale. Nina tu per favore
le prendi
la valigia nella sua camera quella che ha preparato accanto al
letto”
“Eh
lo sapevo che finivo per fare
il facchino anche io, torno subito, però, aspettatemi che
voglio venire anche
io in ospedale”
Nel
pulmino verso l’ospedale…
“Nina
sei riuscita a chiamare
Guido?”
“Non
mi risponde”
“Io
ve lo giuro senza Guido non
partorisco”
“E
vuol dire che la costringi a
rimanere dentro sta bambina perché Guido non
risponde” sentenziò Nina
“Sarà
impegnato con sta
premiazione del cavolo a cui ho insistito tanto che andasse mannaggia a
me”
“Scusate
non abbiamo il numero di
qualcun altro a cui possiamo chiamare per farlo avvertire”
suggerì Margherita
“Marghi
ma allora hai la fissa di
voler chiamare una persona per un’altra, io voglio solo
Guido”
“Avvocato
Balestrieri buongiorno
sono Nina, scusi se la disturbo, ma lei è al congresso di
Milano vero?”
Nina
annuì per tranquillizzare le
altre e poi spiegò al titolare del suo studio la
necessità di far rientrare
immediatamente Guido a Modena.
Le
ragazze arrivarono in ospedale
mentre Balestrieri cercò di attirare l’attenzione
di Guido che stava facendo il
suo discorso alla platea per il riconoscimento ricevuto pochi minuti
prima.
I
gesti dell’avvocato erano
inequivocabili e il professore divenne irrequieto, agitato e scusandosi
con gli
uditori annunciò “sto per diventare padre
è la prima volta e non ci capisco più
nulla, no veramente non è la prima volta sono già
padre ma è la prima volta che
è davvero mio figlio, anzi mia figlia, anche Davide lo
è però non di sangue e
come se lo fosse, oddio scusate abbiate pazienza ma devo scappare. Non
ci capisco
più nulla davvero” lasciò
l’aula tra gli incitamenti e l’entusiasmo della
sala
per chiamare un taxi e farsi portare alla stazione.
L’ostetrica
comunicò che l’utero
aveva raggiunto una buona dilatazione e che tutto faceva presagire che
non ci
sarebbero stati problemi per un parto naturale ma Azzurra continuava ad
avere
contrazioni sempre più ravvicinate ad imprecare e a chiedere
solo di suo
marito.
Guido
alla prese con un viaggio
interminabile riuscì a giungere in ospedale mentre stavano
portando Azzurra in
sala parto.
Nina,
Chiara e suor Angela erano
in corridoio, suor Costanza era andata a prendere Davide a scuola, ed
arrivò il
professore.
“Dov’è
Azzurra? Dove l’hanno
portata?”
“Sta
per andare in sala parto è
appena entrata da quella porta, c’è anche
Margherita con lei, ma non fa altro
che chiedere di te, caro prof. credevi di averla fatta franca ma il
meglio deve
ancora venire e per te credo anche il peggio quindi in bocca al lupo e
corri da
lei” gli raccomandò Nina.
Dopo
essere stato preparato da
un’infermiera Guido entrò in sala parto.
“Amore…
amore… amore mio”
“Amore
mio un corno, tu non devi
azzardarti a toccarmi mai più hai capito? Mai
più”
“Azzurra
ma lo cerchi come una
disperata da ore ed ora lo tratti così?” chiese
sorpresa Margherita.
“E’
un viscido, lurido,
vigliacco, fuggiasco, cattivo, egoista”
“Amore?
Mi dispiace se non ero
qui fino ad ora, ma ho fatto prima che potevo e poi eri
d’accordo anche tu che
andassi a Milano”
“Si
è vero amore lo so” ritornò
dolce Azzurra “Ma questo non cambia che ti odio, che
convincerò la mia bambina
a diventare suora basta che non si faccia toccare da un uomo”
“Oddio
crescendo in convento con
le consorelle non sarà difficile farle trovare la vocazione
ma si può sapere
perché ora stai facendo così? Non sprecare fiato
e concentrati sul respiro” le
disse Margherita
“Amore
scusami” lei guardò
dolcemente Guido che era sempre più stupito
dall’atteggiamento ambivalente
della moglie “Ma ho letto su un blog che imprecare durante il
parto aiuta ad
attenuare il dolore lo devo fare capisci?”
“Oh
Dio Santo! Ci mancava solo il
blog ora”
“Fai
pure amore mio non ti
preoccupare, qualsiasi cosa vuoi dire o fare”
Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!
Nonostante
le imprecazioni il
dolore divenne lacerante e poco dopo alle urla e alle lacrime di Guido
e
Azzurra si aggiunse il vagito della neonata.
3,5
kg e voce decisa nei suoi
strepiti, tantissimi capelli scuri scuri e due occhioni spalancati sul
mondo di
un colore chiaro che richiamavano quelli del padre.
I
neo genitori si guardarono
commossi e ammirarono la loro stupenda bambina.
Un
paio d’ore dopo. Camera di
Azzurra.
La
stanza era già piena di fiori
e palloncini rosa in ogni angolo. Il convento si era praticamente
trasferito lì
Nina, Chiara, Margherita ed Emilio, suor Costanza, suor Angela, Davide
e Guido
circondavano il letto di Azzurra che aveva riposato un po’
dopo la fatica del
parto e accanto vi era la culletta con la piccola.
“Ma
alla fine avete deciso che
nome darle a questo dono di Dio?” chiese suor Angela che la
prese in braccio
Guido,
Azzurra e Davide si
guardarono complici e poi fu proprio il giovanotto a prendere la parola
“Abbiamo deciso di chiamarla Gioia perché sia io
che Azzurra e Guido siamo
davvero felici che sia arrivata, è la nostra Gioia”
“Gioia
Corsi, mi piace” considerò
Nina
“E’
davvero una Gioia”
affermarono Margherita ed Emilio
“Benvenuta
al mondo piccola
Gioia” le augurò Chiara
“Ma
è anche un po’ la nostra
gioia o sbaglio? Prima ho accettato te in convento e tesoro mio non eri
una
facile poi i maschi ed un bambino, insomma un po’ di Gioia
è anche per merito
nostro” rivalse i suoi diritti suor Costanza.
Gli
altri sorrisero.
“E’
una Gioia per il mondo”
concluse suor Angela baciandole la tempia con le labbra e donandola poi
ad
Azzurra e alle cure amorevoli di Guido e Davide.
La gioia
è
la linfa vitale di tutte le cose umane.
Pierre Bayle, Pensieri sulla
cometa, 1682
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