E Finnick sorrise

di Triz
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A mia sorella,
senza cui non avrei scoperto Hunger Games
e di conseguenza non avrei scritto questa storia.



 
Un sorriso birichino

Era il primo giorno di scuola nel Distretto 4: per i più grandi non era una novità varcare le porte di fronte al mare di quell'edificio bianco, mentre frotte di bambini avanzavano timorosi tenendo la mano dei loro genitori.
«Per favore, Fin, fai il bravo» si raccomandò la signora Evelyn Odair scompigliando i capelli color bronzo del suo Finnick.
«Io faccio sempre il bravo».
Evelyn alzò un sopracciglio e il bimbo mise le manine sui fianchi, assumendo una comica aria autoritaria per i suoi sei anni.
«Quella rete da pesca finita addosso alla signora Cohen?» disse Evelyn, ricordando il giorno in cui si era dovuta scusare con Mags per l'ennesima birbanteria di suo figlio.
«Non sono stato io» protestò il bimbo.
«Oh, certo, quella rete è caduta per caso dalla finestra della tua cameretta, vero?».
E Finnick sorrise, malandrino nella sua infantile innocenza.

(143 parole)




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