Sono ore che sono in questo fottuto ospedale e non è passato
un medico. Sono ore che faccio avanti e indietro da questo dannato
corridoio snervante e nemmeno l'ombra di un medico. La mia disperazione
sale e mi porto le mani tra i capelli tirandoli per la frustazione.
Mi appoggio al muro. Voglio sapere come sta porcatroia.
"Un fottuto medico in questo ospedale non c'è?" Urlo e sento
dei passi veloci affrettarsi lungo il corridoio. Grazie a dio.
"Cosa succede qui?" Il medico si sistema gli occhiali sulla punta del
naso squadrandomi.
Mi avvento letteralmente su di lui prendendogli il camice.
"Voglio sapere come sta il mio fidanzato. Adesso" ringhio spingendolo
contro il muro.
"Signore mantenga la calma". Quasi gli rido in faccia. Ho sedici anni,
non sono un signore.
"Mi dica qualcosa porcatroia mi aiuti." Sbraito mentre stringo la presa
su di lui.
"Beh, il signor Tomlinson, giusto? Gia... mh dalle ultimi analisi
abbiamo tratto la conclusione che: non ce la farà. Gli
restano pochi giorni"
Le mie mani tremano mentre le stacco dal camice, la bocca spalancata.
Sto boccheggiando.
"Lei non è serio" balbetto cercando di non piangere davanti
a lui, ma i miei occhi mi tradiscono e le lacrime scorrono sul mio viso.
Mollo la presa su di lui inedietreggiando e gli do le spalle
appoggiando la fronte al muro. Inizio a piangere ininterrottamente,
rabbia e dolore mi stanno uccidendo. Prima che possa tirare un pugno al
muro mi sento tra le braccia di qualcuno. Lou! Spalanco gli occhi per
ritrovarmi tra le braccia di mia madre.
"Harry, calmati". Sussurra dolcemente.
"NO" sto urlando. Mi starà sentendo tutto l'ospedale ma
vaffanculo, non mi importa. Mi stacco dal suo abbraccio e corro nella
stanza di Lou chiudendomi dentro a chiave con lui. Ignorando le urla di
mia madre e del medico.
Mi siedo su una di quelle seggioline blu stupide da ospedale accanto a
Louis, sdraiato sul letto, pieno di tubi ovunque, pallido che lotta per
ogni singolo respiro.
"Hey...." sussurro mentre gli prendo la mano intrecciando le dita alle
sue.
SO YOUR FRIEND'S BEEN TELLING ME, YOU'VE BEEN SLEEPING WITH MY SWEATER
Noto che ha addosso il mio maglione. Forse un po' troppo grande per
lui, ma era perfetto.
"Mi han detto, che non riesci a stare senza il mio maglione. Wow..."
continuo a guardarlo. Sembra marmo...
BET MY FRIEND'S BEEN TELLING YOU, I'M NOT DOING MUCH BETTER, 'CAUSE I'M
MISSING HALF OF ME.
"Oh indosso anche io un tuo maglione. Profuma di te... tremendamente
tanto. E mi manchi da morire."
I'M WALKING 'ROUND WITH JUST ONE SHOE...
"Ed essere qui senza di te... è... come non avere uma
scarpa. Si mi manca il sostegno. Cammino con una sola scarpa.
Seriamente piccolo.'
I'M HALF A HEART WITHOUT YOU
"E... dio Lou..." mi sfugge un singhiozzo.
"Ho il cuore diviso, mi manca un pezzo. Ed è tuo...."
"Lou, amore mio, ti prego, resisti, tu sei più forte di una
stupida malattia. Abbiamo superato tutto. I pregiudizi a scuola i
pregiudizi della nostra famiglia, supereremo anche questa... te lo
prometto. E se tu....davvero non... ne uscirai... io ti
seguirò. Te lo prometto.
Appoggio la testa alla sua mano, bagnandola completamente. Tiro su con
il naso mentre gli stringo la mano.
"Per favore, voglio vedere i tuoi occhi stupendi di nuovo, voglio di
nuovo quel sorriso, voglio baciarti, abbracciarti, sentirti e farti
ridere, stringerti e amarti."
La porta cigola e si avvicina qualcuno. Ma che mi importa? Il
mio ragazzo sta morendo, qualcuno può anche uccidermi che
non mi importerebbe. Lucemia del cazzo.
Mi si posa la mano sulla schiena, strofinandola.
"Tesoro..." la voce dolce di mia madre mi scalda.
"No mamma, so cosa vuoi dirmi. Non sto bene. Non sto bene affatto. Sono
stufo di fingere un sorriso." Non dice nulla mentre sento la sua mano
staccarsi dal mio maglione. Scommetto che si è seduta sulla
sedia accanto alla mia.
"Harry....?" Mia madre mi chiama e mi volto verso di lei.
"Perché hai fatto domanda per gli esami del sangue? E
perché ti sei messo come donatore di midollo?" Sul suo viso
le emozioni si mescolano, in un misto di paura e incazzatura.
"Voglio salvarlo, mamma"
"Hai sedici anni, Harold."
"L'amore non ha un'età mamma." La guardari quasi male. Lei
non mi avrebbe allontanata da lui e tanto meno una fottuta malattia.
[...]
Quando apro gli occhi sono in una stanzetta grigia. Sento gli occhi
pesantissimi e il corpo debole, fragile.
Accanto al mio, c'è un altro letto. Le solite flebo, tubi e
macchinari vari collegati a me e alla persona nel letto.
Ma quella persona era felice e aveva un sorriso bellissimo e luminoso
sul viso. Sorrisi automaticamente pure io.
"Ti amo tanto, tanto che non puoi immaginare" sussurrò
dolcemente Louis.
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