mentefusa

di elisa salvatori
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Oggi ho conosciuto una persona meravigliosa. Cioè, in un certo qual modo già la conoscevo. Parliamo da tanto ormai. Io la chiamo “mentefusa”. Mentefusa perché la sua mente è fusa alla mia in un intreccio di pensieri e idee e opinioni e gusti e paure e certezze che nessuno potrà mai districare. Lo sai, certe persone le riconosci. Due parole per dire: “sì, mi stai simpatico”, quattro per capire di essere fatti della stessa pasta, cinque per sperare che resti più a lungo possibile nella tua vita. Oggi è venuto nella mia città, a Roma, da me. Siamo stati insieme tutto il giorno, ed io, io stavo bene. Sono stata bene da quando l’ho visto in stazione fare capolino da lontano, fino a quando non l’ho abbracciato per salutarlo. No, non è vero. Sto ancora bene. Sto ancora bene perché mentefusa è sempre con me, anche se abita in un’altra città, in un’altra regione.
Abbiamo parlato, scherzato, riso tutto il giorno. Fino allo sfinimento. Ho provato a fargli vedere più meraviglie possibili della città in cui vivo e a fargli capire l’importanza che certi posti hanno per me. Volevo solo inserirlo nella mia vita quotidiana, e lasciarlo lì. Sapevo che se ne doveva andare, sapevo che se ne sarebbe andato, ma per un momento, un solo momento, ho mentito a me stessa. L’ho guardato, e l’ho rivisto vicino a me domani. E anche dopodomani. E anche dopodopodomani. Ho sorriso di questa illusione, e poi però ho sorriso perché tanto, anche se dietro un cellulare o un pc, lui ci sarà. Mentefusa ci sarà, è arrivato e ci sarà. Non è arrivato per andarsene. Ho un po’ paura. Che poi magari, invece, alla fine se ne va. Ma se anche se ne andrà non sarà domani.
Mi ha portato un regalo. Una volta gli dissi che scrivevo sempre sulle note del cellulare o sul pc perché non avevo mai una penna con cui scrivere a mano. Mi ha portato una penna, una delle penne più belle che abbia mai visto. E poi siamo andati in libreria e ho visto un libro che mi piaceva e gli ho detto che se lo doveva leggere assolutamente, e mentefusa se l’è subito comprato. Già mi manca mentefusa.
L’ho abbracciato e non mi staccavo più. Non volevo staccarmi più. Gli ho detto che gli voglio bene. Non voleva lasciarmi qui. E poi niente, mi sono girata, un flebile ciao e me ne sono andata. Non mi sono voltata, sarei crollata.
Già mi manca mentefusa.




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