“Edgar, ho paura”.
Esclamò sollevandosi, mentre fiumi di sangue scorrevano lungo il mento e la veste della fanciulla dai lunghi capelli neri.
Il contrasto tra il pallore lunare della sua pelle e del rivolo scarlatto che percorreva ormai il suo intero corpo, partendo dalle labbra purpuree, era evidente come il giorno accostato alla notte.
“Shh, tranquilla, andrà tutto bene”.
La ragazza si contrasse in urlo di dolore per la flessione della schiena nel tentativo di ristendersi a letto, mentre ogni ossa scricchiolava al minimo movimento.
“Ti prego Virginia, calmati, passerà, passerà…”
Con un ultimo faticoso sforzo, la giovane si abbandonò sul freddo materasso.
Gli occhi brillavano, supplichevoli di un aiuto da parte del marito, che impotente non poteva fare altro che vedere la compagna ricominciare a tossire e a far sgorgare il fiume della tragedia, imminente, dalle sue piccole labbra.
Affamata di vita, amata dalla morte, come un vampiro.
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