-Ehy, hai visto chi è appena entrata?!- esclamò
il ragazzo dalla grossa corporatura, poggiando il bilanciere
a terra e voltandosi. –E’ un piacere per gli
occhi…-
-Kankuro, mi domando se vieni in palestra per vedere lei che
passa o per fare un po’ di allenamento…- rise il
castano accanto a lui. –Non che non sia bella, ma secondo me
stai esagerando…
-Bhè non è mica un reato guardare…-
ribattè Kankuro, sporgendosi dalla sala pesi per seguire con
lo sguardo la bellissima bionda che ancheggiava camminando con passo
felpato lungo il corridoio.
-No, ma dovresti smettere di seguirla ovunque…- si intromise
il ragazzo dai capelli biondi accanto a lui. –Altrimenti lo
diventerà!-
-Smettila, Naruto!- si innervosì Kankuro, corrucciando il
volto e tornando a sedersi sulla panca. –Non scocciarmi anche
tu!Sono sufficienti le battutine di Kiba…-
-Dai, non te la
prendere...Stanno solo scherzando!Li conosci, sai che si divertono
così…-
-E tu da dove salti fuori, Shikamaru?All’improvviso sei
sparito…- chiese Naruto, voltandosi verso il ragazzo moro
appena entrato nella sala pesi.
-Dalla sauna, ovvio.- rispose noncurante, asciugandosi con un
asciugamano il collo e la fronte. –Non avevo certo intenzione
di faticare quando ho detto che sarei venuto con voi in
palestra…-
-Alle sei inizia la lezione di step nella sala numero tre!-
ricominciò Kankuro, riprendendo l’unico argomento
di cui lo avevano sentito parlare i suoi amici negli ultimi tempi.
-Sei proprio un caso disperato!- rise Kiba, continuando a correre e
guardando l’amico dallo specchio di fronte al tapis roulant.
Dopo molto tentativi, Kankuro era riuscito a convincere i suoi amici a
iscriversi nella stessa palestra della bellissima Ino Yamanaka.
La ragazza passò di nuovo davanti alla sala facendo
ondeggiare i fianchi negli stretti shorts viola.
-Come fate a non impazzire per lei…- ricominciò
Kankuro, con sguardo sognante.
-Okay, per oggi hai sognato abbastanza…- lo interruppe
Naruto, la fronte madida di sudore. –Adesso che
l’hai squadrata e lei non ti ha nemmeno degnato di uno
sguardo, possiamo dirigerci finalmente verso le docce!-
-Dovresti rivedere la tua strategia di conquista, Kankuro!-
esclamò Shikamaru, bevendo il rimanente della bottiglia di
sali minerali poggiata a terra, vicino alle spalliere.
-Parli bene, tu!- ribattè stizzito il ragazzone dai capelli
castani. –Non è così facile!Cosa
credi?Tu non puoi capire perché è stata mia
sorella a fare il primo passo con te, altrimenti saresti ancora single,
caro mio!- disse con tono provocatorio.
-Oddio, tua sorella!- Shikamaru si battè una mano sulla
fronte. –Devo scappare, le avevo promesso che sarei passato a
prenderla per le sette. Se faccio tardi mi uccide!-
Shikamaru raccolse in fretta il giacchetto che aveva lasciato sulla
spalliera all’inizio dell’allenamento e si diresse
lentamente verso lo spogliatoio.
-Ma non doveva sbrigarsi?!- esclamò Naruto, provocando
l’ilarità dei due amici. –Vado anche
io!Tra poco la mia Sakura esce dal corso di approfondimento in
università...-
-La tua Sakura?- chiese Kiba sollevando le sopracciglia, ironico.
–Ma se non vuole neanche vederti!-
-Questo è quello che fa credere a voi…In
realtà aspetta solo il momento giusto per
dichiararsi…- ribattè il biondo, con aria di chi
sa più di quanto voglia far credere.
-Si, certo. Aspetta i momento giusto per dichiararsi
all’Uchiha!- rispose di rimando Kiba. –Io
però resto ancora un po’ qui ad
allenarmi…-
-Vengo io con te, Naruto. Almeno passo davanti la sala dove si allena
il mio angelo…-
-Ciao Kiba!- lo salutarono in coro gli amici, camminando verso gli
spogliatoi.
-Ciao ragazzi!- rispose di rimando.
Non ci si poteva
allenare con loro. Kankuro veniva solo per aspettare quella Ino, Naruto
per giocare, Shikamaru…era fuggito nella sauna dopo i primi
cinque minuti dell’allenamento degli amici (poiché
non aveva toccato nemmeno un attrezzo).
Fece rallentare il tapis roulant e prese la sua bottiglia di
integratori per bere.
Accidenti a Shikamaru!Ma
perché doveva sempre bere dalla sua bottiglia?!
Uscì dalla sala dirigendosi verso il distributore automatico
in fondo al corridoio. La palestra era quasi deserta. I suoi passi
risuonavano sul parquet chiaro del pavimento.
Sabato pomeriggio alle
sette meno un quarto. Chi può stare ancora chiuso qui
dentro!Dopotutto quando era fidanzato con Hinata non sapeva nemmeno se
il sabato pomeriggio le palestre fossero aperte.
-Accidenti a questo
cazzo di distributore!-
-Ehy, principessa, ti è caduto lo scettro!- rise Kiba,
guardando sorpreso la ragazza ferma davanti lo sportello in cui erano
esposti lattine e rispettivi prezzi.
L’Angelo di
Kankuro era davanti a lui. Ino Yamanaka. Ecco chi poteva trascorrere un
weekend lì dentro!
-Non credevo che certi fiorellini potessero uscire da una bocca
all’apparenza così innocente!- rise di nuovo il
ragazzo, ancor più divertito dall’espressione
rabbiosa di lei.
-Cosa credevi?Che solo energumeni imbecilli come te avessero il diritto
di utilizzare frasi colorite?!- rispose Ino, acida.
La ragazza aveva
decisamente un bel caratterino!
-Quanta rabbia per una costatazione innocente!- ribattè lui,
divertito.
-Costatazione innocente un corno!Non ti sembra il caso di non
rompermi?!- disse, rigirandosi verso il distributore e assestandogli un
calcio.
La coda biondissima oscillò sulla pelle chiara delle spalle,
lasciate scoperte dalla maglia annodata dietro il collo.
-Dai ti aiuto io!Questo coso si blocca un giorno si e l’altro
pure!- iniziò Kiba, ostentando volutamente la
magnanimità del suo gesto e avvicinandosi al distributore.
-Non ho certo bisogno dell’aiuto di un incapace!- lo
bloccò lei, stizzita.
Kankuro aveva ragione:
era bella da mozzare il fiato!
-Scansati, bambina!- disse il ragazzo, volutamente provocatorio, dando
due pugni sul lato del distributore.
Stavolta aveva
esagerato, ma la situazione lo divertiva moltissimo.
-Stronzo!-
Ino gli voltò le spalle e percorse a ritroso il corridoio
verso la sala step, furiosa.
Sulle labbra del ragazzo si dipinse un sorriso mentre la vedeva
allontanarsi con passo veloce.
Lo sguardo si soffermò sulle lunghe gambe magre che uscivano
dagli shorts cortissimi, indugiò sui piccoli glutei sodi,
oltrepassò le fossette di venere che il top lasciava
maliziosamente scoperte.
Kankuro aveva pienamente
ragione: la si poteva scambiare per un angelo…almeno fin
quando non si aveva la fortuna di parlarle!
Kiba rimase imbambolato finchè il suono della lattina della
bevanda ipocalorica caduta nel distributore non lo riportò
alla realtà.
Selezionò anche la sua bevanda, prese la lattina e
seguì Ino nella sala step.
La ragazza era sola, le cuffie del lettore mp3 nelle orecchie. Volgeva
le spalle all’entrata, rivolta verso le spalliere, e con un
braccio sollevava un piccolo peso fucsia.
Kiba si avvicinò piano e le afferrò il braccio
magro libero.
Ino si voltò e lo fissò con i suoi grandi occhi
cerulei, già innervosita dall’intrusione.
-Rilassati, bambina!- la provocò il castano.
-Rilassati tu, deficiente!Vuoi lasciarmi in pace?!- rispose, inviperita.
-Stai calma!- ribattè il ragazzo ironicamente.
–Non avevo certo voglia di passare altro tempo con una
bambina viziata come te…
-E allora scompari, idiota!- lo interruppe.
.Sono venuto a darti questa!- le porse la lattina. –Non
volevo che iniziassi a pestare i piedi a terra per la sete…-
-Sei solo uno stupido coglione!-
Kiba le volse le spalle e si diresse verso lo spogliatoio con andatura
lenta, lasciando che lo sguardo gelido della ragazza fissasse il
disegno dietro la sua felpa: una mano con il dito medio alzato.
***
-Auto di merda!-
-Sbaglio o sento la melodiosa voce dell’angelo che era prima
in palestra?!- esclamò Kiba provocatorio, guardando Ino
Yamanaka prendere a calci la ruota della sua auto rossa parcheggiata di
fronte l’uscita della palestra.
-Vaffanculo!- rispose di rimando la bionda, indispettita.
-Ma la palestra non dovrebbe scaricare i nervi?- rise il castano,
scrutando la ragazza in piedi accanto alla macchina.
I capelli biondissimi erano completamente bagnati dalla pioggia che
cadeva fitta e incorniciavano l’ovale perfetto del viso.
-Ehy, bambina, non lo sai che puoi ammalarti sostando mezza nuda sotto
la pioggia?- continuò, indugiando sulla maglia bianca
completamente bagnata che lasciava intravedere il reggiseno lilla.
-Fottiti, idiota!- replicò la ragazza dall’alto
dei suoi dieci centimetri di tacco.
-Sempre ai vostri ordini, principessa!- ironizzò il castano,
continuando a guardare la ragazza dall’interno del
pianerottolo della palestra.
-Accidenti!- urlò Ino, assestando l’ennesimo
calcio alla ruota sgonfia. –E tu, stupido idiota, invece di
stare lì a innervosirmi potresti anche aiutarmi!-
-Non ci penso proprio!- rispose lui, fingendosi offeso. –Mi
hai trattato male finora, quindi non vedo perché dovrei
aiutarti…-
-Perché altrimenti vengo dentro quel cazzo di pianerottolo e
ti prendo a calci nelle palle finchè non sputi sangue,
stronzo!-
-La tua dolcezza mi commuove…- ribattè il
ragazzo, il volto invaso dalla soddisfazione. –E
poi…Non ho alcuna intenzione di venire a bagnarmi sotto la
pioggia!Neanche per aiutare una bambolina educata come te!Forse se
aspetti che spiova…
Aveva azzardato un
quasi-invito. Almeno dal suo punto di vista. Ora doveva aspettare la
reazione di Ino Yamanaka.
-Sei un maledetto bastardo!- disse furibonda la biondissima, correndo a
ripararsi nel pianerottolo dove si trovava la sua ultima speranza.
Appena il tacco passò dall’asfalto ruvido al marmo
lucido dell’interno del palazzo in cui si trovava la
palestra, la ragazza vacillò, perdendo il controllo delle
gambe.
-Ahhahahah- rise Kiba, divertito dalla vista della goffa caduta a terra
dell’angelo. –L’angelo è
atterrato!-
Ino alzò lo sguardo puntando i suoi occhioni cerulei in
quelli castani del ragazzo, visibilmente irritata dal suo
atteggiamento.
Era quasi tenera
completamente bagnata!
-Avrei gradito andarmene a casa il prima possibile. Non godo a stare in
compagnia di un a animale come te!- cercò di colpirlo.
-Dai, ti aiuto ad alzarti.- esordì Kiba, la sua figura
troneggiava su quella della ragazza seduta a terra mentre si chinava
per risollevarla.
-Non ti azzardare a toccarmi!- lo freddò lei, acida.
-Volevo solo autarti a tirarti su. Con quei tacchi pensavo ti servisse
un aiuto…- le rispose, poggiando la schiena contro il muro
stupito da tanta ostinazione. –Visto che sei così
vogliosa di provare la tua abilità come
trampoliere…Fai pure da sola!
Kiba guardò di sottecchi la ragazza seduta sul pavimento.
Indossava un paio di pantaloncini di jeans cortissimi che le lasciavano
scoperte le lunghe gambe.
-Sbrigati, idiota, aiutami!- esclamò la ragazza.
Il castano si volse verso di lei.
-Chiedimelo per favore.-
-Chiedere per favore a te che puzzi di cane bagnato?- rispose lei,
arcigna.
-Perché se non puzzassi di cane bagnato ti degneresti di
chiedere per favore?!- rispose ironico. –E poi vorrei
ricordarti che non sei esattamente nella posizione più
adatta per fare tanto la snob, visto che senza il mio aiuto passeresti
la notte nella tua auto!-
-Cafone!-
-Non te la prendere così. Capisco che avresti voluto che il
tipo che puzza di cane e dal quale stai cercando di farti
disperatamente notare ti facesse compagnia, ma non
c’è motivo di divenire acida!- la
rimbeccò, ridendo malizioso.
La bionda non rispose. Kiba si avvicinò lentamente,
posò a terra il borsone e il casco della sua moto che teneva
nella mano sinistra e la aiutò a rialzarsi.
I due si trovarono l’uno di fronte all’altra, i
visi vicini.
-Cretino!- proruppe improvvisamente lei.
-Vedo che inizio ad esserti simpatico. Sei molto più
affabile di prima…- la beccò lui. –E
comunque non illuderti che mi sia fermato qui solo per aiutare te!Sono
ancora qui solo perché devo aspettare che la pioggia
diminuisca per tornare a casa in moto.-
La ragazza abbassò lo sguardo, soffermandosi sugli oggetti
che erano stati lasciati a terra.
-Non mi resta che aspettare i tuoi porci comodi…Che palle!-
***
-Ecco, ho finito!- eclamò il ragazzo, sollevandosi da terra
e guardandosi le mani sporche.
-Cazzo, finalmente ce l’hai fatta!- rispose Ino , che era
rimasta poggiata al cofano posteriore a rifarsi il trucco durante tutta
l’operazione del cambio della ruota.
Le ombra scure, che il mascara colato a causa della pioggia sotto la
quale aveva sostato aveva creato, erano scomparse. Al loro posto erano
tornati l’impeccabile ombretto viola e le ciglia cariche di
rimmel.
Era davvero sensuale!E
ora il suo momento di gloria in compagnia della ragazza bellissima
stava per terminare...Poteva osare…Tanto non
l’avrebbe più rivista se non in palestra (luogo
che avrebbe evitato accuratamente in caso di rifiuto). Ma era
la ragazza che piaceva a Kankuro…Vabbè ma Kankuro
avrebbe capito, avrebbe fatto lo stesso al suo posto!
-Ehi…- disse Kiba, il tono noncurante costruito vistosamente.
-Che vuoi ancora, idiota?- lo incalzò lei, asciutta.
-Niente, ciao.- rispose il castano, voltandosi e incamminandosi verso
la sua moto.
Idiota!
Kiba salì in moto intorpidito dal freddo, pregustando il
tepore delle coperte del suo letto.
Si volse per vedere la sua occasione salire in auto, poi
tornò alla sua partenza.
Sentì il motore della spider aumentare i giri sotto
l’accelerazione di un piede pesante per poi partire
finalmente quando la frizione venne sollevata.
La moto partì rapida all’inseguimento
dell’auto, di cui vedeva ormai soltanto le luci lontane
sparire dietro la curva.
Al sottofondo del motore della moto in accelerazione nelle orecchie di
Kiba si aggiunse uno stridio di ruote e un rumore di lamiere
accartocciate. Il ragazzo accelerò bruscamente, continuando
a seguire il percorso fatto dall’auto della bionda fino a
trovarsi davanti a due automobili dalle lamiere accartocciate: una
spider e una BMW.
Due auto che saranno
riparate domani stesso dai proprietari!Era fin troppo evidente sin
dalla partenza che la signorina-angelo Ino Yamanaka era davvero inetta
alla guida!
-Sei veramente un idiota imputridito del cazzo!- urlò Ino
scendendo trafelata dalla sua auto e avvicinandosi alla BMW grigia che
aveva appena tamponato. –Scendi da questa auto di merda,
stronzo!-
Silenziosamente, un ragazzo moro aprì lo sportello
dell’automobile, le mani occupate dai moduli CID.
-Principessa, non credo sia il caso di fare tutte queste storie dato
che sei ovviamente in torto!- disse Kiba, scendendo dalla moto e
avvicinandosi alla bionda.
-Fatti i cazzi tuoi, stupido coglione!- rispose acida lei.
Il castano si volse verso il proprietario dell’altra auto.
Sasuke Uchiha!
-Ciao!- gli disse amichevolmente, nel tentativo di placare
gli animi (nonostante l’unico animo turbato fosse quello
della ragazza).
-Ci conosciamo?- rispose di rimando il moro, serio.
-Sono Kiba Inuzuka!Seguiamo lo stesso corso di diritto economico
all’università!- spiegò Kiba,
rapidamente. –Comunque non credo che la tua assicurazione
farà problemi per il rimborso dei danni della macchina.- si
affrettò ad aggiungere, notando l’indifferenza del
compagno di corso.
-Compiliamo questo modulo e sbrighiamoci!- rispose freddo il moro,
voltandosi verso Ino.
-Si certo!Anzi scusami.- esordì la bionda, puntando gli
occhi da cerbiatta in quelli del moro.
Dove era finita tutta
quell’arroganza che l’aveva
attratto?!
***
-E così abiti qui, principessa!- esclamò Kiba,
guardando il palazzo ottocentesco mentre Ino smontava dalla sella della
sua moto.
La spider non aveva voluto saperne di ripartire.
Ora aveva
anche il suo indirizzo da dare a Kankuro.
-Ti ringrazio per avermi accompagnata!- disse Ino, senza troppi
complimenti.
-Ehi, bambina!Dove sono le buone maniere che mi hai riservato fino ad
ora?!- scherzò Kiba, cercando di guadagnare tempo.
Osare o non
osare…Ma era la ragazza a cui Kankuro era
interessato…
-Stronzo!-
-Ecco, così ti riconosco!- continuò lui.
Osare o non
osare…Ma era la ragazza a cui Kankuro era
interessato…Kankuro, e mille altri esseri di sesso
maschile, tra i quali un certo Kiba Inuzuka.
-Ti piaccio!- incalzò lei, suadente. –E non dirmi
che non è così, che non mi hai desiderata ogni
istante che mi hai avuta davanti, imbecille.-
La ragazza si avvicinò pericolosamente a Kiba che era
poggiato alla moto.
Osare o non
osare… Ma era la ragazza a cui Kankuro era
interessato…
La bionda posò il casco che le aveva prestato sulla sella.
Si volse e fece per andarsene, mostrando il retro del suo
corpo perfetto.
Osare!Era la ragazza a
cui Kankuro era interessato, ma il sottoscritto era solo un ragazzo,
non un santo.
-Invece tu, bambina?!- la bloccò lui. –Non
è dal primo istante che hai iniziato a insultarmi che mi
desideri?-
Ino si volse, ondeggiando la lunga coda bionda leggermente sfatta a
causa del casco.
-Cosa?!Ma ti sei visto, idiota?- gli rispose, provocatoria.
-Dì che non è come penso…-
continuò il castano, avvicinandosi con un sorriso malizioso
stampato sulle labbra.
-Infatti non lo è…- gli rispose, con aria di
superiorità.
-Ne sei sicura?-
Ormai erano molto vicini, pericolosamente vicini.
Kiba afferrò i fianchi magri della bionda e premette il
corpo esile di lei contro i suoi muscoli.
La bionda si divincolò.
-Sei uno stupido coglione!-
-E tu una bambina viziata!-
-E a te questo piace, da morire…- disse lei, provocante.
-Bambina, stai giocando con il fuoco!- disse lui, incredulo per
ciò che le sue orecchie stavano sentendo.
-Forse voglio scottarmi…-
La ragazza si sciolse dall’abbraccio del castano,
incamminandosi verso il portone di casa con la sua andatura
ancheggiante.
Kiba rimase inebetito, con la bocca semiaperta, incapace di comprendere
quello che stava accadendo.
-Terzo piano, interno otto, stupido coglione.- lo invitò
lei, fermandosi un istante senza voltarsi.
***
-Grazie, Kiba, sei un’amico!- iniziò Kankuro.
–Se fosse stato per Naruto e Shikamaru sarei dovuto venire da
solo!
-Devi capirli, hanno degli impegni.- rispose il ragazzo, con aria
comprensiva. –Naruto doveva assolutamente andare a vedere
l’esame di Sakura e Shikamaru…chi ha il coraggio
di contraddire Temari?!-
I due amici risero al pensiero della sorella di Kankuro furiosa con il
suo fidanzato.
Chissà se lei
ci sarà oggi pomeriggio…
-Oggi la bellissima Ino viene in palestra per fare una doccia solare!-
esultò Kankuro, specchiandosi nello specchio ovale sopra il
lavabo dello spogliatoio della palestra.
Lei ci sarà!
-Ammetto che sia carina, ma non ti sembra di esagerare?!- disse Kiba
con finta noncuranza, raggiungendo l’amico per inumidirsi i
folti capelli.
Lei ci sarà!
-Carina?!E’ magnifica!Stupenda!- ribattè il
ragazzone, entusiasta.
-Si, ma ti ripeto…Non ti sembra di esagerare?!-
continuò, ostentando indifferenza.
E non solo tu ti ritrovi
in ogni posto che frequenta…
-Hai ragione, ma prima o poi riuscirò a farmi notare e a
uscire con lei. Aspetto solo l’occasione giusta per
farlo…- lo zittì Kankuro, mentre apriva la porta
dello spogliatoio.
L’occasione
giusta. Magari rimediando un invito a casa sua dopo averla
riaccompagnata a casa. Magari dopo un incidente. Magari dopo aver
sentito i suoi insulti tutto il pomeriggio…
Kiba sorrise, ripensando agli incontri clandestini che da dieci giorni
aveva con la bionda mozzafiato.
Dal sabato del loro
primo approccio si erano visti ogni giorno. E ogni uscita era
necessariamente terminata nel letto di uno dei due. Adorava quelle
gambe magre dalla pelle candida che gli si avvinghiavano addosso, quei
lunghi capelli biondi che si scompigliavano sul cuscino e che ritrovava
nel suo letto, quegli occhioni cerulei che lo fissavano provocanti
nell’oscurità della stanza, quelle labbra morbide
che percorrevano ogni centimetro del suo corpo.
Ino gli piaceva molto
più di quanto amasse credere.
Rimaneva un solo
problema: come dirlo a Kankuro.
Il castano sbuffò finendo di sistemarsi i capelli arruffati
a causa del casco, si volse e raggiunse l’amico trepidante
che lo attendeva fuori dallo spogliatoio in attesa
dell’angelo biondo.
I due percorsero il corridoio illuminato della palestra verso la sala
pesi.
-Oddio, Kiba,eccola!- sussurrò Kankuro
all’improvviso, già trepidante alla vista della
bionda.
Eccola. Bellissima come
al solito. Truccatissima come al solito. Svestitissima come al solito.
Avrebbe fatto impazzire qualunque degno rappresentante del sesso
maschile con quella minigonna bianca cortissima e il top lilla velato
che lasciava intravedere il reggiseno, di un tono più
chiaro. Come poteva fingere ancora di non essere interessato alla
bambina viziata che da alcuni giorni lo accoglieva nel suo letto?!
Kiba sentì mancare il fiato necessario a sminuire
l’entusiasmo dell’amico.
Era stato un idiota a
dirle di non volere che si sapesse della loro relazione!E Ino si era
probabilmente sentita costretta ad assecondarlo per mantenere il
rapporto che stavano creando.
Era ora di parlare con
Kankuro e di dirgli finalmente la verità!Così
avrebbero potuto comportarsi come una coppia, avrebbe potuto
abbracciarla davanti a tutti.
Kiba rivolse un sorriso quasi impercettibile in direzione di Ino,
sperando vivamente che lei lo ricambiasse.
La ragazza, sorridendo raggiante, si diresse verso i due.
Forse così
stava esagerando…Kiba non aveva ancora parlato della loro
relazione all’amico che stava al suo fianco. Ma adesso tutto
sarebbe cambiato…
Il castano vide Ino passargli lentamente davanti, lanciando di sfuggita
un’occhiata disinteressata nella sua direzione, ignorando il
cenno di saluto che aveva involontariamente fatto con il capo.
I due ragazzi la seguirono con lo sguardo, imbambolati.
Kiba era impietrito.
Cosa stava accadendo?!
La bionda si diresse verso il fondo del corridoio, un sorriso
indecifrabile stampato sul volto. Lasciò cadere il borsone a
terra e gettò le braccia intorno al collo di un ragazzo dai
capelli neri. Ino accostò il viso all’orecchio del
ragazzo per mormorargli qualcosa, poi gli stampò un bacio
sulle labbra.
-Cazzo!- biascicò Kankuro.
Kiba guardava in tralice la scena.
Quella era la sua
bambina viziata, maledetto Sasuke Uchiha!
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