Non ho mai scritto di Carlisle, consideratelo un piccolo esperimento,
spero vi piaccia!!!
Angel
Chiusi il pesante portone di legno alle mie spalle e mi incamminai
verso la camera da letto ma Esme mi precedette e mi venne incontro
ansiosa.
“L'hai trovato? Sta bene? Dov'è ora?”.
Dalla sua voce
capivo che era in preda al panico. La abbracciai e la strinsi a me,
accarezzandole i capelli.
“Calmati te ne prego.”
“Come posso calmarmi? Come... Dio, lui è la fuori,
solo.
Chissà cosa gli accadrà”.
La mia dolce Esme, amava Edward come un figlio e perciò
reagiva come solo una madre avrebbe fatto.
“E' forte, giovane, e non è stupido. Inoltre ha
una arma che
noi non abbiamo. Non temere per la sua vita. Io temo piuttosto per la
sua anima. Ho provato a parlare con lui...”.
Esme alzò il capo e mi inchiodò con lo sguardo.
“L'hai trovato? Perchè non è con te
allora? Carlisle
perchè non l'hai riportato a casa!”.
Le presi la mano e la trascinai verso il divanetto che tenevamo nel
salotto. La feci accomodare e stringendole le mani cercai di
alleviare la sua tensione.
“Ora calmati e ascoltami. Ho parlato con lui, è
stato lui a
venire da me. Ha detto che aveva letto i miei pensieri, che non
poteva lasciarmi in una tale preoccupazione. Mi ha spiegato
perchè
è andato via. Non accetta il nostro stile di vita Esme. Mi
odia, mi detesta perchè non gli concedo la
libertà che
tanto agogna.”
Avevo cercato di parlare con un tono di voce misurato, controllato,
come era mia consuetudine, ma persino io stesso mi ero reso conto che
qualcosa stonava. C'erano note di sofferenza che trapelavano. Sperai
che Esme non si accorgesse del mio tormento, focalizzata com'era sul
suo.
Sentii una lieve pressione alle mani, per qualche strano motivo ora
non erano più le mie a stringere le sue ma le sue a tenere
unite le mie, a far si che non si separassero.
“Non dire idiozie. Edward non ti odia. Non potrebbe mai,
è
talmente buono d'animo che credo non possa provare questo
sentimento”.
Le sorrisi, non ero convincente, me ne rendevo conto. Dopotutto avevo
ben impresso nella memoria lo sguardo torvo con cui Edward mi aveva
osservato. Sentivo ancora il tono freddo della sua voce. Quasi
volesse ruggirmi contro ma si trattenesse a stento.
Questa era la prova del mio fallimento. Questo mi dimostrava che ero
un mostro, che per me non c'era redenzione.
Avevo preso un angelo, senza nessun diritto, e lo avevo gettato
nell'inferno sotto mio insindacabile giudizio. Credevo di poter
essere diverso dagli altri. In questo credevo ancora, avevo imparato
ad usare le mie doti in modo altruistico. Credevo anche di poter
rendere gli altri diversi. In questo non credevo più. Forse
ero io ad essere difettoso, e per questo non riuscivo ad attaccare
gli umani. Forse un giorno anche Esme mi avrebbe abbandonato ed
allora sarei ripiombato nella solitudine totale.
“Io...Esme io so di averti deluso. So che ti porto un immenso
dolore, un dolore che preferire provare nel mio petto
anziché
sapere che alberga nel tuo. Ti ho donato un figlio e per colpa della
mia ideologia te l'ho strappato via. La cosa più terribile
che
potessi farti. Avrei preferito morire che infliggerti questa perdita.
Io... se solo ci fosse un modo per...”
Delle dita gelide mi sfiorarono le labbra per metterle a tacere.
Fissai gli occhi di Esme e colsi il cambiamento del suo stato
d'animo. Sembrava che stesse prendendo consapevolezza di qualcosa.
“Non osare incolparti. Tu non puoi decidere per gli altri. Tu
non
mi hai portato via Edward. Non voglio più sentirti fare
discorsi così avventati. Morire, tu. Non dirlo nemmeno per
scherzo Carlisle. Mai. Edward ha scelto con la propria testa. Tu hai
offerto a noi una possibilità. Anzi, molto di
più. Ci
hai concesso la vita. Ci hai ridato la nostra umanità. Sta a
noi la scelta amore. Tu puoi solo suggerirci la via ma sta ad Edward
decidere di intraprenderla.”
Sapevo che aveva ragione. Mi rendevo conto di non poter scegliere al
posto di Edward. Tuttavia non ero sciocco. Se Edward decideva di
agire in un determinato modo era evidente che fosse una diretta
conseguenza dei miei insegnamenti, che, a questo punto, non potevo
che considerare errati.
Qualcosa mi era sfuggito.
“Esme io... spero che Edward torni. So che le mie speranze
non
bastano a placare la tua angoscia. Ma sai che ripongo la mia fiducia
in Dio e sai che per me la parola “spero” ha un
profondo
significato. Conosco Edward, il suo potere gli consentirà di
agire con criterio. Mi rifiuto anche solo di pensare a lui come ad un
mostro sanguinario. Edward è speciale. Come dici tu, ha una
bontà d'animo senza precedenti. E' il nostro angelo e
dovrà
tornare, perchè la sua coscienza non può
sopportare il
peso di vite umane.”
Esme poggiò il capo alla mia spalla e sospirò.
Sentivo
che il suo corpo si stava rilassando a contatto col mio.
“Lo spero anche io, Carlisle. E quando lui
tornerà, noi non
dovremmo fargli pesare la sua scelta, ma gli saremo grati per essere
tornato da noi”.
Chiusi gli occhi, sperando che quel giorno arrivasse il prima
possibile. La vita da vampiro mi aveva abituato a non curarmi del
tempo. I giorni erano attimi e gli anni settimane. Ma ora, ora che
avevo perso una cosa per me vitale, ogni istante era sempre troppo
lungo.
“Non ci sarà bisogno di discorsi. Quando
tornerà sarà
perchè avrà capito. Ho solo timore che possa
soffrirvi
troppo. Sappiamo entrambi quanto lui sia sensibile. Dovremmo amarlo
come mai prima d'ora, per far sì che perdoni se stesso.
Altrimenti lo perderemo per sempre”.
“Si”, disse Esme, accarezzandomi il viso,
“lo accoglieremo come
il figliol prodigo e faremo ogni cosa in nostro potere per renderlo
felice.”
“Non temere, Esme. Non temere”, dissi.
Se Edward fosse mai tornato da noi, allora avrei prestato a lui
quell'attenzione che avrei dovuto prestargli prima. Se fossi stato
più attento, se mi fossi preoccupato di più per
lui
forse non saremmo giunti a questo. Ero stato sciocco, non avevo
pensato alle sofferenze che sicuramente Edward provava ma non mi
confidava. Dovevano essere le stesse che avevo provato io.
Il bisogno di qualcuno simile a te, in primis. Ma soprattutto, il
bisogno di una compagna, di una persona che ti amasse anche in queste
nuove spoglie. Qualcuno che ti volesse così come eri,
vampiro,
pericoloso, imperfetto, letale ma al contempo estremamente
vulnerabile.
Avrei ucciso nuovamente qualcuno, per permettere a mio figlio di
trovare questa persona, prima che per lui fosse troppo tardi per
sperare ancora nell'amore e nella felicità.
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