Perfect as a snowflake

di Green_Fairy
(/viewuser.php?uid=542290)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Sto lasciando Arendelle con Sven, mentre il vento gelido mi sferza il viso, ma non me ne curo. In questo momento, anche se so di aver fatto la cosa giusta lasciando Anna alle cure della sua gente e del principe Hans, ho il cuore stretto in una morsa. Sven mi si para innanzi interrompendo i miei cupi pensieri, cominciando a mostrarsi agitato, lasciandomi chiaramente intendere che non approva la mia decisione. Fingo di non comprendere i suoi grugniti, ma la renna mi carica di peso scaraventandomi sulla neve, mostrandosi per la prima volta nettamente contraria al mio volere. Decido che quella farsa non può continuare e oppongo il mio veto, noi non torneremo indietro: Anna è con l’uomo che ama, è quello il suo posto, mentre è qui, nei boschi con Sven, il mio.
Una folata più impetuosa delle altre mi costringe a fronteggiare la realtà che mi sono lasciato alle spalle: il ghiaccio sta aumentando e allo stesso tempo diminuiscono le probabilità di sopravvivenza di Anna… che ne è stato del bacio che doveva rompere l’incantesimo? Sven ha ragione: io devo tornare da lei. Salto in groppa al mio fedele amico e riprendiamo a rotta di collo la strada per il palazzo. Improvvisamente, mentre stringo con forza il pelo di Sven per non venir disarcionato, tutto mi appare chiaro: io amo Anna. Amo i suoi capelli rossi come le fiamme del camino quando fuori nevica, amo i suoi occhi chiari come l’acqua che scorre lenta sotto lo strato sottile e variegato del ghiaccio, amo la sua allegria contagiosa e spontanea come quella di un bambino che fa le capriole sulla prima neve dell’anno, amo la sua tenera dolcezza, come si illumina parlando di colei che è tutta la sua famiglia, amo perfino i suoi goffi tentativi di sembrare una montanara esperta quando invece è una principessa cresciuta in un palazzo con uno stuolo di servitori a soddisfare ogni suo bisogno, ogni suo capriccio. Sì, credo che sia questo l’amore: vedere qualunque particolare dell’altra persona come se fosse un perfetto cristallo di ghiaccio, unico ed irripetibile.

Sven galoppa velocissimo incitato da me, attraversiamo il fiordo ghiacciato mentre la bufera si fa sempre più temibile. Non possiamo mollare, non adesso, Anna ha bisogno di me. Le navi intrappolate nel ghiaccio cominciano a cedere sotto i colpi del vento, una di esse rischia di caderci addosso, ma Sven la schiva appena in tempo. Il relitto si schianta con fragore, aprendo una frattura che si allarga sempre più, finchè lo strato di ghiaccio non va in mille pezzi. Mi ritrovo sulla sponda ancora illesa, ma voltandomi non trovo la mia renna. La chiamo in preda al panico, quando la vedo riemergere dalle acque scure del fiordo: rassicurato, riprendo da solo la mia folle corsa per raggiungere Anna. La bufera mi impedisce di vedere oltre il palmo del mio naso, ma io continuo a correre, prima o poi raggiungerò il palazzo e… la tempesta cessa. I fiocchi di neve, che fino ad allora cadevano vorticosi, si fermano a mezz’aria, immobili. Tutto tace. In quel silenzio irreale, odo un flebile lamento, il mio nome, invocato con gioia sussurrata: è lei, la vedo barcollare sul ghiaccio. Quella visione mi dà la forza per accelerare, tra qualche metro potrò stringerla tra le mie braccia, scaldare le sue labbra violacee con le mie, giurarle il mio eterno amore… Ti ho avuta accanto per ore senza rendermene conto e adesso… solo qualche metro, Anna







Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2875839