Vide la sua maestra salire le scale velocemente, senza accorgersi della
sua presenza.
Era sceso solo per un bicchiere d’acqua, un semplicissimo
bicchiere d’acqua, e guarda in che situazione imbarazzante si
era andato a cacciare...
Soul sospirò pesantemente e risalì le scale,
dirigendosi nella camera che condivideva con Black☆Star e Kid.
Era una stanza grande, ma i tre letti per i ragazzi occupavano gran
parte dello spazio a disposizione; inoltre, c’era un ampio
armadio e una finestra illuminava la camera dalle pareti con la luce
che entrava attraverso di essa. Aprì la porta e
l’unica cosa che sentì fu il rumoroso russare
dell’assassino, che non fece altro che farlo innervosire
ancora di più. Era indeciso se fare dietrofront e tornarsene
di sotto, oppure posargli un cuscino sulla faccia e soffocarlo.
Perché di svegliarlo, non se ne parlava neanche, e poi
sarebbe stata un’impresa.
Sarebbe stato tutto più tranquillo... troppo tranquillo.
Fece un secondo sospiro, questa volta di rassegnazione, e si
coricò sul letto, sopra le coperte, con le braccia dietro la
testa, che aveva rivolto verso la finestra.
Ora che ci pensava, aveva passato così, la prima notte che
aveva trascorso nella casa che condivideva con Maka: il giorno in cui
erano diventati ufficialmente partner ed avevano deciso di vivere
insieme per aumentare la risonanza...
La notte di quello stesso giorno, l’aveva passata
così: sdraiato, con la testa voltata verso l’ampia
finestra della sua nuova camera, e le braccia dietro il capo, perso nei
suoi pensieri.
Già, se lo ricordava bene anche lui quel giorno... il giorno
in cui tutto era cominciato...
Era da appena un giorno che
frequentava la classe EAT e già doveva trovarsi di fronte a
personaggi così?
Pensò questo,
il giovane con i capelli argentei, fissando il ragazzo dalla
stravagante chioma azzurra che si stava sbracciando
dall’alto dell’edificio mentre pronunciava frasi
senza senso...
All’improvviso
il ragazzo si fermò, come se avesse visto
qualcosa... o qualcuno...
<< Ehi!
Maka! >> e urlando questo, il ragazzo, con un balzo scese
giù, producendo un boato, nell’esatto momento in
cui toccò terra.
Soul notò che
lo strano ragazzo si dirigeva verso una ragazza minuta dai capelli
biondi legati in due codini. Soffermò lo sguardo su di lei:
sembrava una bambina dal suo aspetto così fanciullesco,
ma... il modo in cui si muoveva, i suoi passi fermi e sicuri, facevano
pensare che quella fosse una ragazza di carattere, d’altronde
per essere amica di un tipo strambo come quello...
<< Ciao
Black☆Star! >> salutò con un sorriso, la
ragazza, che quindi corrispondeva al nome di Maka.
<<
Finalmente! Sono giorni che non ti vedo qui! Dove cavolo sei stata? Ti
stavo cominciando a dare per dispersa! >>
domandò il ragazzo che invece doveva chiamarsi Black☆Star.
<< Ho
passato un paio di giorni con mia madre, prima che partisse, te
l’avevo detto, solo che tu non ascolti mai ciò che
ti dico... >> replicò scocciata Maka.
<<
È perché dici solo cose noiose >>
ribatté lui, incrociando le braccia dietro la testa e
incominciando a camminare verso l’entrata della Shibusen.
<< COSA?!
Semmai, sei tu che dici solo sciocchezze, soprattutto quando ti metti
lassù! Sembri una scimmia! >> lo
rimproverò la ragazza, seguendolo.
L’arma aveva
seguito la discussione: erano due tipi interessanti! Si comportavano in
modo diverso dagli altri studenti, come se avessero trascorso il loro
tempo alla Shibusen da sempre.
La giornata trascorse
lenta, forse perché considerata da lui troppo poco cool. Era
stato costretto dall’insegnante a mettere il cartellino che
indicava che lui fosse un’arma: avrebbe preferito evitarlo,
così da cercarsi lui un maestro d’armi decente, ma
l’avevano obbligato. Ora avrebbe ricevuto richieste a destra
e a manca, da persone poco cool e superficiali, ne era sicuro.
Quando uscì
nel cortile della scuola, notò una piccola folla che aveva
lo sguardo rivolto verso l’alto: Black☆Star stava di nuovo
facendo il suo “discorso”.
<< Certo,
che ne ha di energie... >> espresse il suo pensiero ad
alta voce.
<<
Scusalo, purtroppo è un imbecille egocentrico e
ossessionato... non c’è nulla di cui preoccuparsi,
è fatto così…>> una voce
femminile alle sue spalle lo fece voltare e quello che vide lo sorprese
non poco.
“La ragazza di
stamattina” constatò lui.
La giovane gli sorrise
affabile e si presentò:
<<
Scusami, non sai neanche come mi chiamo: Maka Albarn, sono una maestra
d’armi >> disse porgendogli la mano con
cortesia.
<< Soul
Eater >> rispose semplicemente lui, stringendole la mano.
La ragazza aveva
evidentemente notato il suo cartellino, dato che gli domandò:
<< Che
tipo di arma sei, Soul Eater? >>
Aveva calcato
impercettibilmente il suo nome, quasi con tono di sfida, come se avesse
capito il perché di quel soprannome. Lui, ghignò
in risposta. Aveva ragione: quella ragazza sì che era cool.
<< Sono
una falce >> rispose con tono decisamente diverso da
quello che aveva usato pochi istanti prima: era più
indifferente.
<< Allora
devi essere tu, la nuova falce che frequenta la classe EAT! Ho sentito
parlare di te… non sono molte le armi di
tipo “falce” che hanno frequentato questa scuola.
Nella mia vita ne ho viste quattro o cinque… e, per caso-
>>
<< No, non
ho ancora un meister >> rispose lui, rispondendo
cinicamente alla domanda che gli stava per porre, anticipandola.
La ragazza parve
rimanere assorta nei suoi pensieri per qualche secondo, ma poi gli
disse:
<< Sai, io
non ho ancora una buki, quindi vorrei proporti, visto che non hai un
maestro, di diventare la mia arma… se ti va, possiamo essere
partner… >>
La falce la
guardò con aria perplessa: perché gli stava
chiedendo una cosa del genere? Non si conoscevano neanche, non sapevano
nemmeno se potessero entrare in sintonia… cosa le dava tanta
sicurezza?
Il ragazzo rifletté per qualche istante.
<< Vieni
con me >> disse all’improvviso.
<<
Cosa?>> ribatté Maka, confusa.
<< Che
c’è? Se vuoi che diventiamo partner devi fidarti
di me, no? Quindi perché dovresti esitare a seguirmi?
-replicò Soul sogghignante – hai paura di
qualcosa?>>
<< Cosa?!
NO! Figurati! Forza, andiamo! >> disse lei.
A quel ricordo Soul sorrise, togliendo le braccia da dietro la testa
per sistemarla meglio sul morbido cuscino.
Già, era iniziato tutto così… e
poi… beh, poi c’era stata quella: la melodia al
pianoforte.
Improvvisamente, gli tornarono in mente le parole che aveva sentito
uscire dalla bocca della sua meister poco prima ed arrossì
leggermente:
*<<
…era una persona particolare: il suo portamento, il suo tono
di voce... i suoi occhi... tutto mi faceva pensare che quel ragazzo
fosse diverso in tutto e per tutto dalle altre persone...
così gli ho proposto di diventare la mia arma... Ma credo,
che le ragioni che mi spinsero a fargli la prima proposta fossero
solamente che lui era una falce senza maestro e io una maestra della
falce senza arma, quindi potevamo fare squadra per raggiungere ognuno i
suoi obiettivi e basta.>>*
Che cosa avesse visto in lui, poi, a prima vista, non riusciva a
capirlo…
Ma le era grato. Indubbiamente. Lei l’aveva accettato per
com’era e se anche c’era qualche suo atteggiamento
che le dava fastidio, era sempre accanto a lui, e gli voleva bene, lo
sapeva, e anche per questo le era grato: perché da lei
riceveva affetto sincero.
*<<
Descriverlo a parole? Sarebbe impossibile... ti potrei dire che era una
melodia malinconica. Le sue dita non hanno toccato le note
più acute della tastiera, se non alla fine e, a tratti,
suonava solo quelli più bassi quindi, per brevissimi
istanti, quel brano poteva incutere un certo timore, ma io
l’ho trovato vagamente dolce. Io non ne capisco quasi nulla
di musica, quello che so, l’ho imparato da quando sto con
lui, ma quel giorno per qualche malsana ragione, ho scorto della
gentilezza in quella melodia... forse è stata solo una mia
impressione, forse mi sono immaginata ogni cosa, ma ne rimango
convinta. Era un brano strano, senza dubbio... ma, se
c’è una cosa che ho imparato con Soul,
è che la musica, quella vera, non si può
descrivere a parole... tantomeno la sua...>>*
Gli venne da ridere ripensando a quelle parole, dette
dall’irremovibile e orgogliosa Maka Albarn. Ma, solo lei
poteva trovare il suo brano “dolce”; lei che
provava a capirlo a tutti i costi; lei che era in sintonia con la sua
anima, più di chiunque altro. A quel pensiero il battito del
suo cuore iniziò ad accelerare. Ma perché lei
doveva fargli quest’effetto?
Aveva un incredibile controllo su di lui. Su Soul, che aveva sempre
mostrato indifferenza in ogni situazione, lei riusciva ad attraversare
quel muro che il ragazzo aveva creato intorno a sé.
*<<
Sì. Beh... litighiamo spesso, ma mi trovo bene insieme a
lui... lui mi ascolta sempre quando ho un problema e mi capisce e poi,
io mi fido di lui... sai, mi piacerebbe ogni tanto anche a me, fare
qualcosa per lui. Non mi parla mai di sé, del suo passato, a
volte, mi nasconde le cose, come se non si fidasse abbastanza di me.
Ma, io, vorrei anch’io, poterlo aiutare come fa lui con me,
che cerca anche di proteggermi sempre... più di una volta ha
rischiato la sua vita per salvare la mia... mi piacerebbe poterlo
ricambiare. Poi, ammetto anche che vorrei sentirlo suonare
un’altra volta, però lontano dal campo di
battaglia...>>*
Già, purtroppo, la sua non era mancanza di fiducia,
assolutamente… non si relazionava molto con il prossimo, ma
con lei era stato diverso. Lui… non voleva coinvolgerla,
ecco. Non voleva farla preoccupare, né che lei si mettesse
nei guai perché cercava di aiutarlo. Forse, lei non si
rendeva conto che la sua sola presenza bastava ad aiutarlo, ad aiutare
la sua anima ferita, cinica e contorta.
Se aveva salvato la sua vita, era perché non poteva
permettersi di perderla. Non voleva perderla.
E, si disse, che pensare a queste cose melense non era cool per niente;
questo tipo di pensieri non sfioravano la mente di un figo, proprio
no…
Sbuffò leggermente, mentre cercava di calmarsi, per far
ritornare il suo cuore a battere normalmente.
Sospirò ancora, si rilassò e chiuse gli occhi,
per addormentarsi, ma prima di farlo, decise che:
“Forse, ti
accontenterò Maka… appena ne avrò
l’occasione, ti suonerò qualcosa, se è
quello che desideri…”
E con quest’ultimo pensiero si addormentò con un
mezzo sorriso che gli increspava le labbra sottili.
<<
Perché siamo qui? >> chiese la ragazza.
L’aveva
portata davanti ad un pianoforte a coda nero e lucido, molto ben tenuto.
<<
Senti... Maka, giusto? Perché vuoi proprio me come
arma?>> chiese, Soul, ignorando la domanda di Maka.
<< Te
l’ho già detto, no? Tu sei una falce senza maestro
e io una scythe meister, senza buki.
Quindi potremmo fare
squadra... >>
Lui sembrò
pensarci un attimo, ma poi disse:
<< Allora,
suonerò un brano al pianoforte: tu ascolta e consideralo
come la mia presentazione>>
<< Oh, va
bene >> rispose Maka, facendosi più attenta.
<< Ecco,
questo sono io >> affermò con decisione.
Il ragazzo dai capelli
argentei si sedette davanti al pianoforte e posò le mani sui
tasti lisci e lucidi.
Fu una nota, chiara e
forte, che diede inizio ad una melodia strana ed appassionante. La
ragazza non aveva mai sentito nulla di così affascinante e
nello stesso tempo così malinconico. Si chiese che cosa
nascondesse quel ragazzo dai tratti singolari, cosa ci fosse dietro
quell’accenno d’inquietudine percepibile dal suo
brano.
Aveva gli occhi chiusi,
sfiorava i tasti come se stesse toccando un delicato petalo di un
fiore, eppure le note udibili in quel momento erano travolgenti.
“Questo
ragazzo deve essere una persona piuttosto sensibile…
E, per qualche strana
ragione, mi sembra anche… non so… quasi dolce...
ma tu guarda che vado a pensare" si ritrovò a
pensare Maka.
Il tempo del brano
variava continuamente, ma Soul, alla fine del brano, spostò
le mani verso i toni più acuti della tastiera e ne
suonò qualcuno lentamente. Se in quel brano c’era
lui, allora quei tasti suonati così dolcemente dovevano
esprimere una parte remota del suo essere, magari una parte che lui non
mostrava mai…
Il brano era stato
strano, ma poteva affermare con certezza che le era piaciuto e davvero
tanto. Non capiva la musica, ma quel ragazzo l’aveva
affascinata, senza dubbio.
Quando la melodia si
concluse, lui abbassò un attimo la testa, per poi girarsi
verso la maestra, ed esibirsi in un ghigno.
Lei, in risposta,
sorrise e disse:
<< Allora,
posso considerarlo come un sì? >>
Il sorriso della ragazza
colpì la buki: era un sorriso sincero, deciso, ma anche
dolce, che trasmetteva fiducia.
<< Sei
interessante, ragazzina >> replicò lui.
Maka allungò
la mano verso Soul.
<< Allora,
beh… siamo partner! >> constatò la
meister, allargando il proprio sorriso, mentre Soul le stringeva con
decisione, ma anche con delicatezza, la piccola mano.
<<
Già >>
Soul si svegliò lentamente, per colpa di un raggio di sole
che filtrava dalla finestra e gli colpiva gli occhi. Si mise seduto sul
letto e sorrise. Era da tanto che non pensava al loro primo incontro.
Solo che, stavolta, lo aveva sognato. Ah, era caduto davvero in basso,
si disse.
Si guardò intorno, e vide Black☆Star che dormiva ancora
scomposto sul suo letto e russava ancora rumorosamente. Kid, invece,
doveva essere già sceso a fare colazione.
Sospirando, l’arma si alzò e scese in cucina.
Salutò Tsubaki, Liz e il suo maestro che stavano
già facendo colazione, ma non vide Maka. Patty doveva ancora
star dormendo.
Improvvisamente, sentì due mani sulle spalle e la sua voce cortese e
allegra:
<< Buongiorno, Soul! Oggi vuoi il caffè,
oppure preferisci di no? >> disse Maka, sporgendo la
testa da sopra la sua spalla.
Il ragazzo sorrise: sempre ad occuparsi di lui, quella scema…
<< Sì, grazie >> rispose, allora.
<< Arriva, allora! >> ribatté la
maestra, dirigendosi verso la cucina.
La guardò allontanarsi ed arrossì.
“Stanne certa,
Maka: anch'io non mi pentirò mai”
Angolo autrice:
E anche questo è pubblicato!
Come nello scorso capitolo, i dialoghi tra gli asterischi sono stati
presi da "Nonno".
Le battute di Soul e Maka sono quelle degli incontri dell'anime e del
manga, quindi non sono mie, io ho semplicemente cambiato qualcosina.
E ho unito i due diversi incontri.
Il primo dialogo prima del brano al pianoforte, invece, l'ho inventato.
Ringrazio in anticipo chi leggerà, davvero grazie di cuore.
Segnalatemi pure se c'è qualcosa di sbagliato oppure se i
personaggi vi sembrano OOC.
E se avete qualche critica, non fatevi problemi, servono per
migliorare!
La fanfiction è dedicata a Soul x Maka e Amorina_Elsa_2001
che sono state coloro che hanno contribuito alla stesura di questa
fanfiction, chiedendomi di continuare "Nonno". Spero di non aver deluso
le vostre aspettative!
La fanfiction è stata revisionata e corretta, ma vi prego di
scusarmi se ci sono errori che mi sono sfuggiti.
Ringrazio infinitamente coloro che hanno messo le mie fanfiction tra le
preferite, ricordate o le seguite e ovviamente chi ha solo letto.
A presto
Sara
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