Anime dal sapore del vento

di ShioriKitsune
(/viewuser.php?uid=170971)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Nick efp: ShioriKitsune
Titolo storia: Anime dal sapore del vento
Pacchetto: Alchimia
Fandom: Shingeki no Kyojin
Livello difficoltà: Difficile
Avvertimenti: Yaoi, Triste.
Note Autore: 300 parole. Il quadro di Camille Pissarro che ho scelto è “A Creek in Saint Thomas, Antilles”.


 

Quarta classificata al contest indetto da Ayumu_7 e _Fox sul forum di efp
Odore di fragole rosse - Sinestesia drabble contest "


 

Anime dal sapore del vento

 

Eren sfiora la tela con la punta delle dita, titubante.

I colori tenui bruciano sulla pelle.

«Mi sarebbe piaciuto essere su quella barca, sai. Esplorare il mondo».

Rivaille schiocca la lingua.

Lo scruta impassibile, gli passa attraverso.

«Dovresti smetterla di sognare, moccioso».

 

Sognare.

Eren arriccia le labbra.

Sognare. Tu l’hai mai fatto, Heichou?

 

I polpastrelli toccano e gli occhi guardano e la mente viaggia, ripercorrendo ciò che è stato tra rimorsi e rimpianti.

«Essendo troppo sensibile ho sprecato la mia vita», sussurra.

Levi di spiegazioni non ha bisogno, non ha interesse nel condividere un male che comprende ma che si è lasciato alle spalle tempo addietro.

 

La nostra vita è sacrificio, Jaeger. Fattene una ragione.

 

Così gli aveva detto una volta.

 

Ma Eren del sacrificio è stanco e il peso che gli grava sulle spalle è decisamente troppo grande.

«Potremmo camminare su questa spiaggia», continua, la voce rotta dal dolore per qualcosa che non sarà mai. «…i piedi nudi bagnati dall’acqua della riva, abbracciati dal vento, mentre il sole ci tramonta alle spalle. Saremmo liberi di essere chi vogliamo essere».

Allora Eren si volta e s’inginocchia, s’appoggia alle gambe accavallate dell’altro e nelle sue iridi di ghiaccio scava alla ricerca di un’umanità perduta.

 

Cosa ci hanno fatto?

 

«Heichou».

È un secondo, prima che le loro labbra s’incontrino.

Rivaille guarda dritto, non lo stringe, non si muove. Asseconda con la bocca le richieste di quel ragazzo che dalla vita vuole troppo e troppo poco.

Nel profondo è consapevole di quanto le loro anime siano simili: entrambi rotti, entrambi persi.

Lacerati dal proprio nulla interiore, forse, eppure insieme.

Eppure in piedi.

Le lingue che s’incrociano, sapore di libertà.

E anche Levi chiude gli occhi.

 

 

 

Sai, Heichou,

forse adesso è troppo tardi, ma

mi sarebbe davvero piaciuto essere su quella barca con te.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2885747