Tristes
Noces
Triste
destin
Triste
présage
Délaissée
par cet arlequin que j’aimais
j’ai
mis fin au mariage
Gli scenari
di Hokuto erano disarmanti.
Ogni volta che apriva l'argomento, i tardi pomeriggi
si ripetevano
simili. Che fosse gelato o
caffè, in un locale riscaldato o all'angolo di una strada
qualsiasi nell'immensità di Tokyo, la macchia colorata del mondo si fermava. Non
rimanevano che loro tre, e una nebbia sottile di pensieri.
Subaru non era mai riuscito a spiegarselo. Persino in quegli scherzi, nel chiacchierare di
parenti, abiti e torte giganti, c'era una traccia di
verità che non riusciva a sfiorare neppure di
passaggio; era sepolta sotto
dozzine di dubbi, al di
là del suo volto paonazzo e delle proteste.
Hokuto costruiva il loro futuro a voce alta, senza mai arrendersi, e il suo sorriso muoveva qualcosa di nascosto. Nei
momenti in cui era lei a metterci il cuore, tutto sembrava diverso. Persino in una speranza tanto ridicola, Subaru
vedeva splendere il tocco del sacro – aveva quasi paura, in quei momenti, di infrangerle
i sogni tra le dita.
Erano sempre stati più solidi e definiti dei suoi, e non gli
sembrava giusto.
Il suo respiro si fermava.
Seishiro era, se possibile, ancora più sfacciato quando si
parlava di matrimonio. Aveva una fretta
canzonatoria, incorniciata dalle grasse risate di entrambi. Ma era
diverso, così diverso, in quella che Subaru aveva creduto la
realtà – per quanto Seishiro si
divertisse a implorarlo, non esitava mai a ritrarsi. Dolcemente, ad
ogni sua
resistenza.
Era stata quella distanza, quell'estremo segno di rispetto, ad averlo fatto
arrendere per sempre. Subaru si era illuso di potersi abbandonare a lui
con calma – ci sarebbero stati lunghi silenzi, con nulla da
aggiungere, e sarebbero rimasti due ed uno senza mai scusarsi di nulla.
Si era sbagliato di grosso, certamente. Ma solo allora, sul tappeto
ruvido dell'asfalto, capì come.
Fu la luce di quel giorno, riflessa dal sangue nero, ad aprirgli gli
occhi su tutto.
Tournent,
tournent
les
aiguilles de l’horloge
Les
mariés dansent encore
Sospeso in un mondo che non gli interessava più,
Subaru comprese solo in quel momento l'enormità del
sentimento che si era aggrappato alla sua vita. A mostrargli i
significati
del passato, in tutta la loro crudeltà, fu il contrasto
devastante con il presente.
Rivide gli sguardi di ghiaccio, celati con la massima attenzione,
nell'infinita dolcezza che illuminava gli stessi occhi;
provò di nuovo il dolore delle ossa spezzate e del
tradimento, della fiducia persa per sempre, sotto il tocco di mani che
nemmeno allora erano state tanto delicate. E fu solo per un istante, ma
bastò a farlo crollare su se stesso – Seishiro scelse le
sue ultime parole con cura, sciogliendo gli anni interminabili di
disprezzo, di distanza, nell'esatto opposto.
Non era questo che Subaru aveva sognato, nelle poche ore felici di
tanti anni
prima. Non erano gioia né speranza a lacerargli il petto,
non erano i ricchi abiti della tradizione a legare le loro membra.
Quel che avevano davanti, mano nella mano, non era il futuro.
Ma i detriti adornavano la strada con la simmetria irripetibile del
destino, e le tracce lasciate sulla sua guancia bruciavano – il ricamo
del rosso sui loro abiti, l'incenso del sangue, si diffusero nell'aria
fino a convincerlo.
Erano parte di un rito, ed apparteneva a loro due soltanto. Non restava
che rispondere a una promessa eterna.
Impotente, con il cuore già trafitto dal dolore della
perdita, Subaru si arrese.
Et
c’est la mort
qui
brille dans mes yeux pâles
Adieu,
mon bel amour
_____
Cécile Corbel è un'artista
che merita più fama. Ceramente nota ai fan più
fedeli dello Studio Ghibli, questa splendida cantante e arpista fa
passi da gigante con ogni nuovo lavoro. Tristes Noces
viene dal suo album più recente, La fiancée,
uscito all'inizio del mese. Nonostante sia una canzone che parla di un
delitto di gelosia, il simbolismo e il lessico finissimo – ben in tono con la musica – mi hanno ispirato qualcosa di molto diverso.
Spero abbiate apprezzato!
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