Titolo: Ti
aspettavo
Autore:
Liberty89
Rating: Verde
Genere:
Sentimentale
Coppia:
KarenxLoki
Prompt:
Stelle cadenti
Luogo:
Negozio
Avvertimenti:
OOC (lieve), One-shot, Pre-manga
Note
dell’autrice: Fan fiction vincitrice del
contest organizzato dalla pagina facebook “I 999 motivi
per amare Fairy Tail”.
Eccomi di nuovo in questo fandom (in cui tornerò dopo il
Lucca
Comics, quindi a breve) ù.ù Come detto sopra,
questa fic
l’ho scritta per un contest dove all’iscrizione ho
dovuto
scegliere un numero, un colore e una lettera che corrispondevano
rispettivamente a coppia, prompt e luogo in cui ambientare la storia.
Quando ho visto Karen/Loki m’è venuto un colpo,
giuro xD
Avevo quindici giorni per scriverla e dieci li ho usati solo per
mettere a punto un’idea decente xD Devo dire che nonostante
la
difficoltà della coppia mi sono divertita e mi è
piaciuto
tantissimo lavorare a questa fic, di cui oggi sono ancora
più
contenta e orgogliosa x3
Tornando alla fic, per togliermi d’impiccio e approfittando
della
possibilità dell’OOC, ho ambientato tutto molto
prima dei
fatti narrati dal manga, andando al giorno in cui Karen trova la chiave
di Loki.
Spero che vi piaccia! Buona lettura!
Disclaimer: i
personaggi della fic non mi appartengono. La fic non è stata
scritta a scopo di lucro.
Ti aspettavo
-Mamma, guarda! Eccone una!-
esclamò la bimba, indicando in alto sopra di sé.
In un attimo, la stella
cadente
svanì e la bambina si affrettò a esprimere il
proprio
desiderio: serrò forte gli occhi e giunse le mani in
preghiera,
mettendoci tutta se stessa per trasmettere il suo pensiero alla stella.
-Hai fatto in tempo?-
domandò la madre, carezzando la testa della figlia.
-Sì!-
esclamò Karen, alzando le braccia. -Dici che si
avvererà un giorno?-
-Certamente tesoro mio,
però non dovrai mai rivelare a nessuno ciò che
hai chiesto.-
La bambina
annuì, decisa. -Nessuno. Solo quella stella lo sa.-
***
Si fermò davanti al negozio e tutta la fiducia nelle proprie
capacità per un attimo venne meno, insieme alla sua
decisione.
Inarcò un sopracciglio, ben poco convinta, e
squadrò da
capo a piedi l’aspetto esteriore di quel piccolo esercizio
commerciale, trovandolo a dir poco sporco e sciatto, nonché
deludente e assolutamente lontano anche solo dall’idea del
luogo
in cui avrebbe messo unicamente la punta del naso della propria persona.
Con uno sbuffo, Karen si mise le mani sui fianchi, chiedendosi
perché mai sarebbe dovuta entrare in quella topaia dal nome
insulso e per nulla invitante: “Le antichità di
Bob”. Tuttavia, si rispose immediatamente e fece una smorfia.
Era
diventata da poco più di sei mesi una maga degli spiriti
stellari, ma grazie al proprio intuito e alla propria
abilità,
era riuscita a entrare in possesso di una chiave dello zodiaco e,
secondo le suddette qualità, un’altra doveva
trovarsi
proprio all’interno di quel negozio che puzzava di vecchio e
di
polvere almeno a due vie di distanza.
Arricciò il naso e deglutì, dopodiché
avanzò e con pochi rapidi passi si ritrovò dentro
il
negozio. Se da fuori si poteva anche solo vagamente intuire lo stato
interno di quel posto, Karen dovette ricredersi, poiché era
molto peggio di quanto pensasse. L’aria era pesante, stantia,
e
soffocante e tutti gli scaffali di legno massiccio che si presentavano
in file ordinate a destra e sinistra, stracolmi degli oggetti
più disparati rendevano l’ambiente ancora
più
opprimente. Al contrario, la luce soffusa delle tre lampade che
pendevano dal soffitto dava a tutto quel marasma un’aria
privata,
quasi intima, come quella di un santuario.
Trattenendo uno starnuto a causa della polvere, la maga si
addentrò nel negozio, puntando lo sguardo sul bancone alla
ricerca del proprietario; chiedendo se aveva ciò che cercava
avrebbe risparmiato un sacco di tempo. Raggiuntolo ne
osservò il
pessimo stato -da quanto tempo non vedeva uno straccio quel posto?- e
continuò a guardare a destra e sinistra, sperando di
scorgere un
campanello o qualsiasi altra cosa che potesse segnalare la sua presenza
al gestore.
-Ehi! C’è nessuno?!- gridò poi,
spazientita, incrociando le braccia sul petto.
-Benvenuta, o maga.- mormorò una voce arrocchita alle sue
spalle.
Karen si voltò immediatamente, mazzo di chiavi in mano,
pronta a
richiamare uno dei suoi spiriti, ma si fermò quando scorse
la
figuretta che aveva davanti. Si trattava di una donna molto anziana,
che le arrivava appena al fianco, dai lunghi capelli candidi e la
faccia rugosa, su cui però brillavano due occhi
azzurrissimi,
che sembravano fatti d’acqua. L’anziana, vestita
con una
tunica verde orlata di rosso, si reggeva a un bastone alto due volte
lei, che sulla cima recava un intaglio a forma di artiglio.
-Cosa posso fare per te, giovane maga?- domandò, fissandola
dritta negli occhi.
-…sto cercando una chiave d’oro, come questa.-
rispose
lei, mostrando la chiave di Aries. -So che ce n’è
una in
questo negozio, posso averla? Pagherò qualsiasi cifra.-
La vecchietta rise compiaciuta, annuendo. -Oh, ma certo. Puoi averla,
naturalmente, però dovrai cercarla da sola. Sei libera di
restare quanto vuoi, il negozio non chiuderà.-
annunciò,
incamminandosi verso una coppia di scaffali in penombra.
-Ma ci metterò un’eternità a cercare in
mezzo a
tutte queste cianfrusaglie! Non sai dirmi almeno
dov’è?!-
-Se trovarla è ciò che desideri, non avrai
difficoltà.- concluse la vecchia, sparendo dietro lo
scaffale.
Ripresasi dal momentaneo sgomento dovuto alle sue parole, Karen corse
dietro alla proprietaria, ma rimase a bocca aperta quando non ne
trovò alcuna traccia. Indietreggiò di un passo e
si
guardò attorno sconsolata. All’improvviso le
sembrò
che il negozio si fosse ingrandito di colpo e che gli scaffali si
fossero moltiplicati.
Da quanto tempo era entrata in quel negozio polveroso e angusto, Karen
non avrebbe saputo dirlo, potevano essere dieci minuti, come tre ore o
addirittura un giorno intero. Le sembrava di essere in un labirinto, in
cui si era ritrovata più volte di fronte allo stesso cestino
di
fiori finti o allo stesso orologio a cucù guasto, che
sembrava
prenderla in giro con quel becco sporgente. Infine, però,
girando aveva sentito qualcosa che le aveva indicato il percorso giusto.
Era un richiamo dolce, intervallato da una risata calda e bella, che la
invitava a sbrigarsi, perché ormai era così
vicina che
non poteva arrendersi. Man mano la voce divenne più nitida e
a
un tratto fu costretta a interrompere la sua ricerca e premersi una
mano sul petto, il cuore le batteva all’impazzata.
-Perché ti
fermi?- chiese la voce, soffiandole
nell’orecchio. -Cercami.
Ti manca poco.-
Karen arrossì e si girò, cercando con lo sguardo
la
persona, il ragazzo, a cui apparteneva quel timbro così
sensuale
che la stava attirando come una mosca con il miele. Infine, lo sguardo
le cadde su un luccichio che proveniva dal corridoio opposto al suo. Vi
si diresse immediatamente, chiedendosi come aveva fatto a non
accorgersi prima della sua presenza. Come aveva potuto non notarla?
Eppure, poco prima era uscita da proprio da quella direzione. Quelle
domande e quei pensieri, però, furono cancellati
nell’esatto momento in cui i suoi occhi si posarono sul
cuscino
di velluto rosso e la chiave dorata che vi era poggiata sopra.
Trattenne il fiato. Sotto le sue incredule iridi c’era
l’introvabile e leggendaria chiave del Leone. La raccolse con
dita tremanti per l’emozione e l’accolse con
delicatezza
nel palmo della mano destra quasi avesse timore di romperla. Era calda
e liscia, brillante e luminosa, semplicemente perfetta.
Sussultò
quando sentì una risata alle sue spalle.
-Infine, mi hai trovato.-
Di nuovo, si ritrovò senza fiato e con le guance rosse come
quelle di una ragazzina al primo appuntamento. Strinse la chiave nel
pugno e lentamente si girò, sgranando gli occhi quando
incontrò lo spirito stellare e il suo stupendo sorriso. Era
un
ragazzo alto, slanciato, vestito con un completo nero, una camicia
bianca e una cravatta scarlatta; il suo viso, circondato dai capelli
arancioni, era ancora illuminato da quel sorriso soddisfatto, che si
estendeva fino agli occhi, coperti da un paio di lenti probabilmente
azzurre.
-Tu… tu sei…?-
Il ragazzo s’inchinò a mezzo busto, portandosi un
braccio
sul petto. -Leo il Leone, al tuo servizio mia maga.- disse, ammiccando
e facendola arrossire ancora di più quando le prese la
mano in cui ancora teneva la sua chiave. -Ti aspettavo da
molto
tempo. Ho stretto contratto con molti altri maghi prima di oggi, ma da
molti anni, non aspettavo altri che te, Karen Lilika.-
-C-Come fai a conoscere il mio nome…?- balbettò
la donna,
celando il viso dietro una lunga ciocca di capelli verdi, che fu
prontamente scostata dalla mano libera dello spirito stellare.
-Lo conosco da quella notte in cui hai espresso il tuo desiderio.-
spiegò serafico, sorridendo ancora di fronte al suo sincero
stupore. -Non sottovalutare i poteri del Leone, nonché
quelli
della stella a cui hai espresso il desiderio, mia maga.-
Finalmente, la giovane comprese. -Quindi… quella
stella…-
Lo spirito stellare le fece un elegante baciamano, fissandola dritta
negli occhi marroni. -Io e gli altri spiriti stellari esaudiremo sempre
i tuoi desideri. Saremo le tue stelle cadenti.- assicurò
lui.
-Sarà per me un onore servirti, mia preziosa Karen.-
Karen rimase interdetta. Da tempo non pensava più a quella
notte
buia in cui aveva espresso l’infantile desiderio di poter
trovare
altre stelle cadenti, ma era da quello che era nato il suo sogno di
diventare una maga degli spiriti stellari. Il pensiero di essere di
fronte a quella stessa stella, pronta a donarle la felicità,
che
aspettava solo lei era così grande che ci mise qualche
secondo
di troppo a riprendersi.
Strinse la mano del ragazzo tra le proprie e se la portò al
viso
per posarvi la guancia. Era calda e reale, ulteriore conferma che era
tutto vero, non uno dei suoi sogni. Sorrise quando avvertì
una
carezza e il secondo palmo dello spirito toccarle l’altro
lato
del volto.
-Non devi temere nulla. Non ho intenzione di cadere un’altra
volta lontano da te.- affermò il Leone. -Te lo prometto.-
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