Aggiustai ancora un poco il trucco e, prese le mie cose uscii di casa.
Mi incamminai verso quella che a detta di Castiel era casa di Lysandro.
Non mi avrebbero riconosciuta, ne ero certa.
Quel pomeriggio avevo avuto appuntamento dal parrucchiere e avevo fatto
la follia più grande (per quanto possibile) della mia vita.
I miei capelli neri avevano preso (temporaneamente) il colore di quelli
di Castiel e la loro lunghezza era drasticamente diminuita per essere
sostituita da uno scompigliato taglio che arrivava leggermente sotto le
spalle con due ciuffi mooooolto più lunghi a incorniciarmi
il viso.
Scegliere cosa indossare non era stato affatto difficile. Ero andata
nella Boutique dove avevo incontrato quella ragazza particolarissima e
mi ero affidata ancora alle sue "cure".
Questa volta mi aveva consigliato uno STRETTISSIMO abito di pelle nera,
con inserzioni di ragnatele in rilievo.
Il vestito arrivava fino alle ginocchia, per poi venire brutalmente
squarciato sul lato sinistro fino al fianco.
Poco più giù del reggiseno, sulla destra, mancava
del tessuto in modo da avere la forma di un ragno.
Logicamente Rosa non aveva dimenticato di lanciarmi in camerino un
completino intimo di pizzo rosso sangue.
Convintissima pagai il conto e me ne andai fiera.
Arrivata a casa mi feci una doccia, mi vestii, arricciai i capelli e
piastrai i due ciuffi più lunghi.
Niente da fare, li amavo davvero, ed erano rossi, come i suoi.
Passai al trucco, volevo sorprenderli, ma con quel vestito era
difficile non voler essere un pochetto fuori dalle righe per Cass...
Il lato destro del mio viso era diventato scheletrico, fatto molto
meglio di quanto mi credessi capace; il lato sinistro era abbastanza
normale, avevo cercato di essere sensuale, quasi una bambola,
lentiggini, guancie rosse e occhioni incorniciati da lunghissime ciglia
finte, la metà delle labbra erano rosso sangue, molto lucido
e scintillante.
Afferrati dei tacchi rossi brillantati avevo preso una felpa che
Castiel aveva lasciato il giorno prima sul mio letto e uscii di casa.
Mentre ripensavo ai fatti della giornata ero capitata davanti a una
villa in stile vittoriano. Stavo per tirare dritto quando mi cadde
l'occhio sull'indirizzo e, alquanto sconcertata realizzai che quella
era casa di Lysandro..
Suonai al campanello, venne Lys ad aprire, con un sorriso a 32 denti
stampato in volto.
< Kensi, eccoti! Castiel non aveva sbagliato a darti l'indirizzo
allora! Stai benissimo con questo nuovo taglio, ma spero che la tinta
sia semipermanete e che tu non sia impazzita come Cass, anche se ti
donerebbe molto. >
Mi rivolse uno dei suoi sorrisi rassicuranti e io feci lo stesso.
Mi aveva riconosciuto cavolo!
Come era possibile?
Vabbe, l'importante era che Castiel non se me accorgesse troppo presto.
Lysandro mi fece entrare e mi tolse la felpa, rimanendo un attimo
interdetto dal vedermi così conciata.
Ghignò, come di solito faceva Cass e andò a
sistemare la felpa del mio pseudo-ragazzo sull'appendi abiti.
Mi guardai intorno, ma del rosso non c'era traccia, notai pertanto la
ragazzina della Boutique e il ragazzo che stava alla cassa, doveva
essere il fratello di Lysandro da quanto avevo capito, probabilmente
Rosa era la sua fidanzata.
Vidi un ragazzo dai capelli corvini chiedere a Lys qualcosa indicandomi
e sentii molto chiaramente il discorso successivo.
< É la donzella di Castiel >
< Castiel? Con una così? Dove diamine l'ha trovata?
Ha dei lineamenti così graziosi nonostante lo spesso strato
di trucco... >
< Fammi una cortesia, vai su a chiamarlo e digli che gli
invitati cominciano ad arrivare, ma NON dirgli della sua ragazza, mi
raccomando, voglio divertirmi un po' >
Il ragazzo annuì e poco dopo scendeva le scale seguito da
Castiel, in una mise decisamente troppo osé.
Era (presumibilmente) conciato da diavolo, aveva indosso solamente dei
pantaloni di pelle rossa abbastanza aderenti, tanto da lasciare ben
poco all'immaginazione. In mano teneva un forcone e tra i capelli,
scompigliati quanto dopo una lunga dormita,spuntavano due corna nere.
Mancava poco a un mio infarto.
Dio, non lo avevo mai visto così tanto esposto, e i suoi
pettorali, così scolpiti e accentuati erano da sballo.
Raggiunse Lysandro e si buttò sul divano affianco al ragazzo
corvino.
Chiese di me, sentivo la sua voce a metri di distanza.
Lysandro ghignò per la seconda volta in una sola sera, non
mi piaceva questa cosa.
< É una ragazza che ho invitato >
< Ah, quindi posso andare da lei.. > si stava alzando
davvero.
Lys lo fermò.
< Ho detto che IO l'ho invitata Cass, non so se mi spiego..
>
< E allora muoviti, va da lei, o sarò più
veloce di te. >
Lysandro si incamminò verso di me, poggiò le mani
sui miei fianchi, avvicinò il suo viso al mio, come aveva
fatto un mese prima a scuola, strizzò l'occhio, mi sentii
avvampare e poco prima di unire le sue labbra con le mie si
girò di scatto.
< Ma Castiel, Kensi non é ancora arrivata? >
< Beh, non l'ho vista io... >
Lysandro mi spinse ad andare da lui.
Sbuffai fino a ritrovarmi contro il suo petto nudo e caldo.
Alzai gli occhi sul suo viso. Lo fissai, finché le sue
guancie non si imporporirono e, chinatosi su di me mi bacio il collo.
Mi allontanai senza degnarlo di attenzioni e mi diressi verso il
ragazzo dai capelli corvini, gli porsi la mano.
< Kensi >
< Armin, piacere. >
Sorrise, in maniera dolcissima e mi stampò un leggero bacio
sul dorso della mano.
Castiel, quasi adirato, mi serrò i fianchi da dietro e mi
soffiò all'orecchio un leggero " stai benissimo
così "
Mi girai a guardarlo negli occhi.
< Vuoi rimediare solo così? >
< No, mi lasci l'occasione di rimediare? >
Sbuffai e gli morsi il collo, lasciandogli un vistoso segno rosso.
Sul suo viso comparve l'abituale ghigno che tanto amavo, malamente
interpretato dal migliore amico pochi attimi prima.
Il rosso, notando il posto libero sul divano,mi spinse poco
delicatamente per farmici adagiare.
Si appoggiò su di me facendo leva sul braccio per non
sovrastarmi troppo, come faceva ogni volta, e prese a lasciare numerosi
lividi sul mio collo.
Lysandro lo vide, roteò gli occhi e avvicinandosi a noi
impose a Castiel di salire al piano di sopra.
Senza tanti complimenti Cass mi prese in braccio, e con la stessa
non-chalance con cui era sceso, mi portò al piano di sopra.
Svoltò alla prima porta, doveva essere la camera degli
ospiti.
Mandata a fanculo la premura mi lasciò letteralmente cadere
sul letto.
Rimasi sconcertata, in un mese che eravamo tornati insieme non mi aveva
mai trattato così..
Sapeva che il sesso, dopo quanto accadutomi, non era affatto gradito e
sempre aveva rispettato questo mio volere, fino a quel momento.
Perché mai si stava comportando in quel modo?
Mi sollevai facendo leva sui gomiti e notai che gli occhi di Castiel
erano puntati su di me.
Quegli occhi scuri e profondi come la fine di un pozzo, così
ammalianti e terribilmente dolci, così freddi e altezzosi,
così dannatamente perfetti come la persona a cui
appartenevano.
Castiel si abbassò su di me, mi schioccò un bacio
sulle labbra e appoggiata la sua fronte contro la mia, guardandomi
dritta negli occhi affermò di amarmi come mai nessun altro
avrebbe potuto.
Gli credevo, lo sapevo da me, che una ricchezza come il tesoro che
avevo trovato in lui nessuno mai avrebbe saputo darmela.
Ero un burattino, una bambola inanimata nelle sue mani, e lui aveva con
me la stessa premura che si ha nei confronti di un nuovo gioco, di una
nuova chitarra, di una nuova moto.
Tutto quello che Castiel, come ogni altro ragazzo, avrebbe voluto, non
lo aveva mai chiesto ne preteso.
Lui sapeva come trattarmi, sapeva che la troppa dolcezza mi dava il
volta stomaco, sapeva quanto adorassi sentirlo suonare, sapeva farmi
amare di se anche il lato più subdolo e meschino.
Eravamo il sole e la luna, l'inferno e il paradiso, il dolce e il
salato e la nostra fusione, sebbene solo spirituale era molto
più forte di qualunque altra.
Mi guardava ogni giorno con più amore del precedente.
Pensavo a tutte queste cose quando Castiel sussurrò che
sarebbe andato a chiedere qualcosa a Lys, che avrei dovuto aspettarlo
li, da sola, al buio, in un luogo che non conoscevo, proprio la sera di
Halloween.
Cercai di farmi forza, pensavo al suo corpo sul mio, alle sue braccia
strette sulle mie spalle, alle sue mani tra i miei capelli, ma nulla,
mi sembrava passata un'eternità.
Tremai, da alcuni minuti non si sentiva nessun rumore provenire dal
piano di sotto.
Mi feci coraggio, uscii dalla stanza e quasi correndo scesi le scale.
In salotto trovai Leigh che dormiva sul divano e Rosalya che, ubriaca,
cercava inutilmente di svegliarlo.
Degli altri non c' era traccia.
Stavo iniziando ad avere paura, e a peggiorare la situazione fu lo
scroscio iniziale del forte temporale che era arrivato.
Si aprì la porta d'ingresso, e vidi riapparire Lysandro,
Armin, Alexy (che scoprii in seguito essere il gemello di Armin) e
tutti gli altri, ma di Castiel nemmeno l'ombra.
Mi sfogai sul Lys, che mi disse però di non averlo visto.
Presa dal panico provai a cercarlo in tutte le stanze finché
non vidi la porta della cucina socchiusa.
Presi coraggio e la spalancai.
Un
urlo agghiacciante gelò gli animi di tutte le persone
presenti nella villa, facendo rabbrividire i meno spavaldi e lasciando
pensare ai più in trepidi che qualche scherzo fosse girato
male.
Fatto sta che tutti si precipitarono in direzione dell'urlo, e quello
che videro non fu certo di buon auspicio.
Appena vidi l'interno della cucina mi sentii mancare, e tutto quello
che potei fare, prima di cadere a terra in lacrime fu gridare a pieni
polmoni.
Avevo ripetuto, partendo da un soffio fino quasi ad urlarlo, il nome
del mio ragazzo.
Ragazzo che sembrava apparentemente squartato in quella stanza.
Il forcone gettato a terra spezzato in due, la cintura dei pantaloni
graffiata e pendente su un coltello grondante di apparente sangue
conficcato contro il muro.
Tutto il pavimento era sporco, e poco più avanti nella sala,
da dietro un mobile spuntavano le scarpe di Castiel.
Non saprei descrivere con maggiore precisione la stanza, non volevo
guardare, era uno scherzo, indubbiamente era cosi, ma il sangue si era
gelato nelle vene, il mio corpo non si muoveva più, e solo
la mia gola e i miei occhi davano segno di essere ancora vivi.
Piangevo e invocavo Castiel allo stesso tempo.
Sentii gli altri arrivare, Lysandro mi passo davanti e Armin si
fermò a tirarmi su e sorreggermi.
Lys aprì del tutto la porta e fece un passo indietro dallo
stupore.
< Lysandro, non é un bello scherzo, sta tremando,
deve essersi spaventata davvero tanto, fa saltare fuori Castiel!
>
< Armin, io non ne so nulla, deve aver fatto tutto da solo, e
questo mi spaventa, chissà che fine ha fatto quello stupido!
>
< Lysandro, cercalo, non sto scherzando, fai in fretta, Kensi
non resisterà ancora a lungo. >
Lys entrò in cucina, si mise a cercare ovunque e
invocò a gran nome Castiel, era introvabile!
Dopo alcuni minuti, di panico, che sembrarono interminabili,
saltò fuori dalla cantina, correndo, preoccupato dalle urla.
< Castiel, corri, va da Kensi, non so nemmeno garantirti che sia
ancora in se, quando l'ho lasciata con Armin stava per svenire da un
momento all'altro. >
Castiel prese a correre, arrivò all'ingresso della cucina e
diminuendo il passo sostituì le sue braccia a quelle di
Armin.
Prese a coccolarmi e a passare una mano tra i mie capelli,
riscaldandomi con l'altra.
< Kensi, Kensi amore mio, sono qui non piangere, guardami, sono
io, tesoro sono il tuo Castiel, tranquilla, non piangere! >
Non avevo la forza per rispondergli, ma il mio cuore stava piano piano
rallentando i battiti.
Castiel se ne accorse, lo vidi sorridere sollevato, lo sentii
stringermi più forte, e percepii il suo battito che tentava
di ristabilirsi.
Guardò Lysandro, implorando con gli occhi perdono.
< Cass, fuori piove, non potrete tornare a casa questa sera, la
macchina serve a Leigh per andare da Rosalya... Portala nella stanza
degli ospiti, vai nella camera di Leigh e prendi una camicia da notte
di Rosa.
Poi vai a prendere le tue cose, cambiati in camera mia e lascia a lei
il tempo di fare lo stesso.
In qualche modo struccala e poi, non voglio più vedervi in
giro per casa mia oggi. >
Castiel mi prese ancora in braccio, mi strinse forte questa volta, mi
riportò al piano di sopra, mi lasciò sul letto e
poco dopo tornò con una maglietta degli skrillex e dei
pantaloncini neri abbastanza consumati.
In mano teneva lo struccante, del cotone e una vestaglia appartenente
probabilmente a Rosalya.
Si avvicinò al letto e si mise a sedere.
< Cass, non farmi più una cosa del genere.. Ti
prego.. >
Castiel annui debolmente con la testa.
< Scusa amore mio, non pensavo di poterti spaventare
così tanto, volevo solo farti uno scherzo.. >
< Anni fa non mi avrebbe nemmeno scosso..ma sai anche tu che
dopo... quel giorno... ora credo a tutto quello che vedo o sento
dire... >
Castiel mi abbracciò, veramente forte, mi fece stendere sul
letto e facendomi poggiare la testa sulle sue gambe
iniziò a struccarmi.
Mi ripulì completamente dal trucco, come se fosse abituato a
farlo, poi mi porse la vestaglia e fece per uscire dalla camera.
Lo fermai afferrandogli la mano prima che potesse toccare la maniglia.
< Ti ho detto che non devi lasciarmi più... >
Presi fiato e iniziai a far scorrere la cerniera che avevo sul retro
del vestito.
Castiel arrossì immediatamente, mi girò attorno e
mi slacciò la cerniera.
Il vestito cadde a terra, lasciandomi scoperta ai suoi occhi.
Iniziavo a pentirmi di aver indossato l'intimo di pizzo.
Sentii Cass sbuffare pesantemente alle mie spalle per poi sentire che
mi stava porgendo insistentemente la camicia da notte.
Ancora una volta aveva dimostrato di meritare tutto l'amore del mondo,
di sembrare il buio ed essere la luce.
Mi voltai, gli sorrisi e vidi dipingersi sul suo volto, cosa che
raramente succedeva, un vero e proprio sorriso.
Un sorriso purissimo, non uno dei suoi soliti ghigni che avevo imparato
ad apprezzare.
I suoi sorrisi sballavano più di qualsiasi drink o sostanza
e colta da un impeto di fuoco mi gettai sulle sue labbra, che quella
sera erano state mie davvero troppe poche volte.
Gli baciai il sorriso, con talmente tanta smaniosità da
fargli perdere l'equilibrio, facendolo cadere all'indietro sul letto.
Sorrise nuovamente, lo sentivo, mi poggiò le mani sui
fianchi e rispose al bacio.
Dopo numerose coccole, senza sapere come, ci ritrovammo sotto le
coperte, stanchissimi, appoggiati l'una all'altro.
< Castiel, ho freddo, stringimi di più.. >
Castiel diminuì, per quanto ancora possibile, la distanza
tra i nostri corpi.
< Va meglio amore mio? >
< Va tutto bene, se sei con me. >
Mi raggomitolai ancora meglio sul suo petto, lui mi strinse e mi
scioccò l'ennesimo bacio sulla fronte.
Troppe poche volte avevamo dormito insieme e quasi intenzionalmente ci
addormentammo in quella posizione, come a voler sentire l'altro, a
conoscerlo meglio, a incontrarlo per l'ennesima volta nei sogni.
Le nostre voci avrebbero fatto eco tra le braccia di Morfeo, i nostri
corpi, serrati uno all'altro avrebbero sfondato le aspettative di
chiunque ci avesse visto in quel momento.
Una bambina,decisamente cresciuta, stretta al suo ragazzo, in quella
che era una disperata ricerca di calore e affetto; un uomo, ancora
troppo bambino, che sembrava proteggerla da tutto pure nel sonno, quasi
volesse rimediare ad errori passati e recuperare il tempo perduto.
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Angolino
tanto dolce dell'autriceeeee :3
Mi sono impegnata tanto tanto per questo capitolo, anche se la storia
non è molto seguita mi pareva un'idea carina fare un
capitolo speciale per voi poche anime buone che siete arrivate a
leggere fin qui u.u
Lo posto con un giorno in anticipo, ma domani festeggio il compleanno
di mia sorella e non avrei tempo per metterlo su >.<
La parte che dovrebbe sembrare un tantino macabra non rende per niente
l'idea, lo so, chiedo venia, non sono tanto brava in queste cose :c
Me lo regalate un commentino per Halloween? *faccina tanto dolceeee*
Buona festa a tutti ~
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