primo capitolo la voce della coscienza
Ciao a tutti!
Posto per prima una delle mie fic
più
recenti, perchè è quella che, rileggendola, ho
ritenuto
necessitasse in minor misura di revisioni. Ma potrei essermi sbagliata.
Sta a voi decidere!Il fandom è quello di one piece, uno dei
miei
preferiti in assoluto. L'idea di partenza era quella di una
fic di avventura, pensata come una one shot. Si è poi
rivelata
troppo lunga per postarla in un capitolo solo ,degenerando anche un
pochino nel sentimentale... del resto,come si può reistere a
Nami e Zoro^^? Buona lettura!
Coscienza
di Nami:
Mi conosci, non è così? Mi hai già
sentito mille
volte rimbombare nella tua testa, ma quasi mai mi hai
ascoltato…sono quella voce che ti segue ovunque vai, quella
brezza gelida alla quale non puoi sfuggire. Sono dentro di te, la voce
della tua coscienza. Dalla mia postazione nel tuo cervello ti osservo
impacchettare le tue cose, Nami, ti guardo mentre conti le tue monete
dorate in quel sottotetto impolverato: un raggio di sole entra dal
lucernario, misto alla maledettissima puzza dei canali che ristagnano,
nei vicoli più scuri di Venezia. Alzi la testa
rossa. Il
collo sottile scivola tra le spalle, le braccia bianche si muovono
aggraziate in quella luce un po’ opaca. Il tuo sorriso
splende
nella gioia di una nuova giornata. Quel raggio di sole ti sembra quasi
un miracolo, un buon segno. Comici a canticchiare e io ti rassicuro,
con la mia presenza che sembra uno spiffero: oggi ti è
andata
male, ma domani andrà meglio!
Sono una coscienza nera come la pece, con riflessi rossi di gioia di
vivere: non per niente appartengo alla più nota e
affascinante ladra che si sia mai aggirata tra le calli!Sono una
coscienza immodesta e spiritosa, forte e selvatica come una
volpe…
Ti raccogli le sottane infili tutto in una bisaccia di pelle scura che
i metti al collo. La porta si spalanca, Sanji fa irruzione passandosi
una mano fra i capelli biondi: - la mia disonesta amica... Ciao dolce
fiore delle infami! – Saluta poco rispettosamente.
Mi
infiammo, ti metto in bocca parole acide: – Parla lui! E tu
saresti onesto vero, razza di sciupa femmine che non sei altro? Oh, ma
uno che ha visto tutta Venezia in mutande non si degna di parlare
gentilmente ad una ladruncola come me! E quando dico tutta Venezia
intendo proprio tutta, uomini e donne!- la tua mano sbatte contro la
fronte dello sfrontato Dongiovanni. Lo scintillio delle poche monete
che ti sono rimaste nel pugno gli ricorda perentorio che sei tu che
sfami le sue scorribande, compri cibo che lui possa cucinare per voi,
famiglia allargata che abita quel malridotto scarto della
più
bella città del mondo.
Sanji si dirige verso l’angolo cottura, sfiora con affetto i
fornelli di ceramica, la brocca sbeccata e i suoi coltelli luccicanti,
ghigna.
- Mon amour, sei nervosetta oggi?-chiede,con una sfumatura premurosa
nella voce. Afferra un coltello, si passa la lama sul palmo della mano.
Gracile, tutto gambe, questo ragazzo è il tuo angelo
custode, ti
protegge dalle durezze del mondo.
-Sono nervosetta sempre!- rispondi quasi strillando, poi infili
correndo la porta e te ne vai. Forse questa volta ho
esagerato…ti mordicchio un po’ il fegato, faccio
in modo
che tu torni sui tuoi passi e riapra la porta.- Scusa San. E’
che
siamo in bancarotta! E come al solito il giornale costa troppo!-abbai a
mo’ di pretesto. Tanto lo sappiamo tutti che le tue ricchezze
le spendi quasi esclusivamente in vestiti.
Il cuoco donnaiolo annuisce, paziente. Sa come sei fatta. Poi ti
osserva bene e conclude.- Mon amour, sei fantastica con
quell’abito-. Tu annuisci. Lo sai. Te l’ho
già detto
due volte stamattina, mentre davanti a quello specchio impolverato
volevi a tutti costi cambiarti e vestirti da uomo, coi calzoni e
quella bianca parrucca pidocchiosa. L’era
della
pirateria, della tratta degli schiavi,l’era dei re, non ha
bisogno di ulteriori bruti, di altri omaccioni disgustosi,
bensì di donne meravigliose come te.
Esci di nuovo, questa volta senza sensi di colpa. Passi davanti a casa
sua. Maledetto riccastro, ti sibilo in un orecchio. Ti fermi sotto la
finestra, guardi in su . Zoro ha i capelli verdi e gli occhi nocciola,
si sporge fino alla vita dalla finestra della sua lussuosa abitazione.
I muscoli guizzano sotto la pelle abbronzata, una lunga cicatrice gli
attraversa il petto- cadi, bastardo!- gli auguri di tutto cuore. Non
posso sopportare quel borioso, lo odio e lo faccio odiare anche a te.
Dietro di lui vedi la sua stanza, appese al muro tre spade
meravigliose, altro che i coltellacci da sbudellatore di
Sanji…
roba da sfondati, pieni di soldi. Guarda il cielo, lo sbarbatello,come
aspettandosi che da lì piova la sua fortuna. Come se
già
non ne fosse pieno fino alla punta delle orecchie, ti costringo a
pensare.
Lo saluti- Come mai non sta dormendo ,signore?-
-Perché mai dovrei dormire, signorina?- ti chiede perplesso.
- Perché non fa altro che pisolare tutto il tempo ed
è
ricco da far invidia a Mida, signore, mentre io mi sbatto
tutto
il giorno qua e là e non racimolo mai abbastanza per averne
d’avanzo!La sento russare ogni sacrosantissima volta che
passo di
qui, veda di non prendermi in giro!-
Il ragazzo ti butta giù una moneta
d’oro, come per
farti stare zitta.- Adesso gradireste andarvene, signorina?sto
riflettendo, allenando la mia mente!-
Con mira infallibile gli scagli la sua lurida moneta in fronte. Lo
conosci, questo bel tipo, e non ne vuoi sapere della sua elemosina, per
quanto generosa possa essere. Questa mossa te l’ho suggerita
io.
Gongolo.
Brava la mia bambina, come al solito ha fatto centro!
Non saluti il ragazzo e te e vai ancheggiando. Sai che ti osserva,lo fa
sempre, ogni volta che passi. Tiri i lacci del corpetto per stringerlo
un altro po’. Tra poco dovrai fare la tua apparizione in
pubblico
e vuoi essere più appariscente che mai, già vedi
Usop da
lontano.. la sua figuretta magra si staglia contro un cielo un
po’ nuvolo, ondeggia, si muove, mima azioni di un tempo che
fu,
è e sarà ancora.
E’ in piedi su una gondola che beccheggia in un
canale un
po’ meno lordo degli altri, è accerchiato da una
massa di
bambini a bocca spalancata.- E fu così il leggendario pirata
Gold D. Roger affrontò impavido la morte, guardando la folla
che
a sua volta lo guardava. Occhi negli occhi urlò loro la sua
sfida, e il suo tesoro, il suo immenso e luccicante tesoro che
è ancora nascosto da qualche parte, lungo la temibile Grand
Line, la rotta che prima o poi risucchia ogni pirata che si rispetti.
Perché bambini, è il mare che vi chiama, e non
voi che
decidete di essere chiamati da lui…shhh…shhhh-
imita il
rumore della risacca e poi tace, stendendo la mano. I bambini gli
mollano una moneta d’oro ciascuno sul palmo teso e
si
dileguano strillando:- Io sono Gold Roger!- - no! Gold Roger lo faccio
io perché sono il più grande e il più
grosso!-
Il ragazzo nasuto prende in mano il remo e stacca lentamente la gondola
dal suo piccolo paletto.
-E questa volta non ho mentito nemmeno un po’!- ti annuncia
orgoglioso. Scuoti la testa, come al solito. Non gli credi.
E’ora
di pranzo, dovete tornare a casa: l’angelo dei fornelli vi
aspetta affettando pesce con cura, ma diventerà un diavolo
se
solo arriverete in ritardo e il suo meraviglioso pasticcio
sarà
divenuto immangiabile.
Passate di nuovo sotto la finestra del signorotto, e tu ascolti Usop
che ti spiega con la sua meravigliosa voce da narratore come Roronoa
Zoro si sia fatto ricco, e come ora passi la sua monotona vita.
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Angolo
dell'Autrice:
cosa lega Zoro e la
ladra? Quanto in là può
portare il
disprezzo? E la ricchezza è davverlo la felicità,
per uno
come Zoro, per una come Nami?
go on and you will find
it out!!!
alla prossima e grazie x
aver letto fin qui!
ps: sto cercando di rifare l'impagniazione x renderla uniforme e
più piacevole da leggere!!! chi avesse suggerimenti pratici
mi faccia sapere!
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