POV: Clary ~ New York, 13 Luglio 2014,
ore 15:56
Caro diario,
è da un po’ che non ti
scrivo. Anzi, sono passati sei anni. L'ultima volta che ho fatto
scorrere la penna sulle tue pagine è stata dopo il matrimonio di mamma
e Luke, a Maggio 2008. Ti chiederai sicuramente perché non ti ho più
raccontato la mia vita quotidiana, e la risposta è semplice: non ho più
tempo da dedicarti.
Mi alleno dodici ore al
giorno, dalle sette fino alle venti, con una sosta di un’ora per il
pranzo. Il tempo libero lo passo con Jace o con Simon, che sta
lentamente riacquistando la memoria. Magnus ha detto che sarebbe utile
portarlo in posti dove era già stato in passato, fargli ascoltare
vecchie canzoni, spingerlo ad assaggiare piatti che non sapeva di aver
già mangiato.
La sua relazione con Izzy sta
migliorando, anche se non si può propriamente dire che siano fidanzati.
Non ricorda di essere stato un vampiro e di averla morsa, né tantomeno
di averla baciata. I ricordi che più faticano a tornare sono proprio
quelli legati all'amore.
Sta soffrendo molto, ma non
si lascia scoraggiare: si è iscritto all'Accademia degli Shadowhunters
ad Alicante, ed è il migliore del suo corso. Grazie ad una runa di mia
invenzione comunichiamo tutti i giorni: mi racconta di come siano dure
le lezioni di combattimento e di Storia dei Nephilim, ma anche di come
sia bella Idris, dalle dolci colline verdi e dal cielo azzurro.
Al momento alloggia a casa Lightwood, con Izzy che gli fa compagnia.
Maryse ha ottenuto dal giudice che le venissero concesse tutte le
proprietà dell'ex-marito, compresa la casa che un tempo era assegnata
all'Inquisitore.
A Robert è stato dato un
alloggio di servizio alla Guardia, un semplicissimo appartamento.
Ovviamente, Maryse è contentissima delle sue condizioni.
Motivo del divorzio: Maryse
ha infatti beccato Robert che... ehm... faceva sesso con Jia Penhallow,
il Console. Nella loro camera da letto.
Comunque quei due si
sarebbero separati lo stesso, la morte di Max li aveva segnati
profondamente, e molti matrimoni finiscono quando muore un figlio.
Senza contare il fatto che Robert le aveva già messo le corna
precedentemente.
Volevo raccontarti anche di
me e Jace.
Aww, Jace... non mi stancherò
mai di lui.
È sempre il solito stronzo,
ma lo amo.
In questi sei anni non è
cambiato di una virgola, anzi, se possibile, è ancora più figo di prima.
Mamma mi ha permesso di
restare all'Istituto dopo l'allenamento, ma devo comunque ritornare
entro le ventitré e non devo assolutamente fermarmi a dormire lì. Ha ancora
paura che io perda la mia virtù.
Se sapessi cosa abbiamo fatto
io e Jace sei anni fa, mamma...
Ormai la mia virtù è, come si
suol dire, andata a farsi fottere.
Jace non spreca alcuna
occasione per fare avances, e io, ovviamente, non rifiuto mai.
Comincio a credere che la mia
resistenza in combattimento non sia frutto degli allenamenti, bensì
delle ore passate a fare l'amore con Jace.
Anche Alec e Magnus vanno
alla grande, e nell’aria aleggia il profumo di matrimonio... secondo
Jace sarà Alec a chiedere a Magnus di sposarlo, ma io mi permetto di
dissentire, lui non avrebbe il coraggio di fargli una dichiarazione
così importante.
Dichiarazione... Jace sta
tramando qualcosa, ne sono certa. E Luke è suo complice. Sospetto che
il giorno del mio compleanno sarà un giorno molto importante.
Comunque mamma non
approverebbe mai un nostro ipotetico matrimonio, direbbe che sono
troppo piccola – parla lei che si è sposata a diciannove anni e a venti
aveva già Jonathan –, e poi non ha mai visto di buon occhio Jace.
Vabbe’, devo lasciarti, Jace
mi sta chiamando, devo andare ad allenarmi.
Un bacione e un grandissimo
abbraccio,
Clary.
Esco dalla camera: Jace è
appoggiato allo stipite della porta, chiaramente arrabbiato. «Che cosa
stavi combinando lì dentro?»
«Ehm, niente, cercavo di
disegnare la Statua della Libertà, ma è da tanto che non vado a Liberty
Island e...» Che cazzata, non ci credo nemmeno io. Ma Jace mi
prenderebbe per pazza se sapesse che tengo ancora un diario segreto.
«Farò finta di averti
creduto. Su, andiamo, devi continuare il tuo allenamento.»
Entro in palestra e mi
posiziono di fronte al bersaglio, sbuffando. Il lancio dei coltelli non
è esattamente la mia specialità, un motivo in più per perfezionare la
tecnica. «Gamba sinistra avanti, per permettere una più facile
rotazione del busto. Coltello impugnato con la mano destra, di piatto,
il pollice sulla lama. Avambraccio, gomito e coltello devono rimanere
perfettamente allineati durante il lancio; i piedi non si staccano MAI
da terra, nemmeno per un piccolo salto. Il coltello, in aria, compie
solo mezzo giro. Chiaro?» queste sono le parole di Jace.
Lancio il coltello, che
colpisce il bersaglio all'altezza della testa e cade a terra, emettendo
un fastidiosissimo clangore metallico. Ci riprovo, e questa volta
rimane infisso nel legno, ma ho colpito il bersaglio alla spalla, e
quindi non in un punto vitale.
Jace raccoglie il coltello
e me lo porge. «Ritenta, sarai più fortunata.» Gli faccio la
linguaccia, o almeno ci provo, perché mi scappa uno sbadiglio. «Okay,
ho capito, sei stanca. Dai, oggi ti sei allenata abbastanza, ti concedo
il pomeriggio libero. Va’ a cambiarti e mettiti qualcosa di fresco e
comodo, porta anche l'album da disegno e le matite, andiamo a Liberty
Island, così potrai disegnare dal vivo la Statua della Libertà. Ah, e
salutami il tuo diario segreto!»
Lo sa. Per la miseria, ma come avrà
fatto a scoprirlo?
Entro nel bagno e mi butto
sotto la doccia, rigorosamente fredda. Mmm, vediamo... bagnoschiuma al
mango, shampoo al mango... qui c'è lo zampino di Jace. Fortunatamente
ho i miei prodotti, e, quando esco dalla doccia, profumo di albicocca e
fiori di arancio.
Mi avvolgo in un telo e
apro l'armadio.
Domanda fatidica: «Cosa
metto?» o meglio: «Che cosa avrebbe indossato Izzy in un'occasione come
questa?»
Isabelle è stata
irremovibile: ho un pessimo gusto nel vestire, e devo cambiare stile.
Tutte le mie magliette, i miei adoratissimi jeans, le felpe sformate e
le scarpe basse sono finite nel secchio della spazzatura, e adesso il
mio guardaroba vanta una vastissima collezione di top scollati,
camicette semitrasparenti, minigonne, pantaloncini cortissimi e tacchi
vertiginosi.
Afferro a caso un paio di
pantaloncini di jeans e un top verde acqua, abbinato alle Converse All
Stars che mi ha regalato Simon l'anno scorso, sfuggite alla furia di
Izzy.
Che strano, questi shorts
mi andavano larghi e ora mi tolgono il fiato per come sono stretti.
Poggio le mani sui fianchi e noto che si sono formati dei piccoli
cuscinetti di grasso. Ho anche un filo di pancia.
Ah, che sbadata! Ho preso i
pantaloncini di Izzy, lo si nota dalla taglia XS. Ma che ci fanno nel
mio armadio? Ecco perché mi vanno stretti. Tra qualche giorno dovrebbe
venirmi il ciclo, e questo spiega la pancia gonfia. L'unica cosa che
non riesco a spiegarmi sono i fianchi più larghi. Evidentemente dovrò
eliminare del tutto i grassi dalla mia dieta.
Indosso i pantaloncini
giusti, infilo le scarpe e metto in borsa album e matite. Jace mi
aspetta al cancello dell'Istituto, stupendo come sempre. Ci dirigiamo
subito verso Manhattan: le strade di New York sono gremite di gente, è
quasi impossibile camminare.
Arriviamo a Liberty Island
alle diciassette e trenta, dopo un'ora di estenuante cammino.
Mi siedo a terra, colta da
un improvviso giramento di testa. Jace se ne accorge: «Ehi Clary tutto
okay?»
«Sì» rispondo, «sarà colpa
del caldo, ci sono trentotto gradi all'ombra. Ti va una granita?» Jace
annuisce e ci avviciniamo a un chioschetto, dove prendiamo due granite
giganti alla menta.
Ci sediamo su una panchina,
e, mentre sorseggio la granita, abbozzo un disegno della Statua della
Libertà.
Libertà. Freedom. Liberté.
Che bella parola. Libertà.
Mi riaffiorano alla mente
ricordi che credevo di aver sepolto, ricordi di un tempo passato,
quando eravamo privi di libertà.
Quando Jace era sotto il
controllo di Sebastian, quando non eravamo liberi di baciarci e
toccarci a causa del Fuoco Celeste, quando Simon era vincolato, legato
al bisogno impellente di sangue, quando mamma era attaccata a quelle
dannatissime macchine del Beth Israel, quando io e Jace pensavamo di
essere fratelli.
Tutto riconduce a
quell'unica parola. Libertà.
Libertà di vivere la nostra
vita come vogliamo, senza essere legati a qualcosa o a qualcuno contro
la nostra volontà.
È così che voglio vivere la
mia, di vita. Libera e felice, con Jace, con mamma e Luke, con Simon, e
con gli Shadowhunters dell'Istituto di New York, che ormai sono come
una famiglia, per me.
E, per il momento, non c'è
nessuno che mandi all'aria i miei piani per il futuro.
Sono su una montagna russa
che va solo in salita.
Ed eccomi finalmente qui a
pubblicare il tanto atteso primo capitolo della mia nuova fanfiction.
Come avrete capito, la
storia è ambientata sei anni dopo gli eventi di CoHF, che si concludono
a Maggio 2008. Perché ho scritto questa FF? Perché non voglio aspettare
l'uscita di TDA - Lady Midnight per sentir di nuovo parlare dei miei
personaggi preferiti, e ho nostalgia dei momenti Clace, Malec e Sizzy,
quindi ho deciso di dire la mia e creare una What if?.
Sì, questa fic è in un
certo senso una What if? (E se?), perché l'antagonista sarà una nostra
"vecchia conoscenza" che credevamo morta. NON farò resuscitare
Jonathan, mi stava un po' sulle scatole fino a pochi attimi prima della
morte, e poi ho letto un sacco di FF che sono incentrate sulla figura
di un Jonathan "buono", senza sangue demoniaco nelle vene. Introdurrò
l'antagonista nel prossimo capitolo, nel quale comunque non rivelerò il
suo nome.
Visto che oggi per vari
motivi ho il Morgenstern alle stelle, voglio farvi scervellare un po'
dandovi degli indizi sull'identità del cattivo della situazione, così
potrete formulare delle ipotesi. E vi prego, per carità di Dio, non
tenete per voi quelle ipotesi, fatemele sapere!
1) Ha più o meno una
quarantina d'anni, ma per vari motivi ne dimostra di meno (adesso
andate a capire quali sono questi "motivi");
2) In tutta la saga TMI
fa pochissime apparizioni;
3) Dopo la sua "morte
apparente" non è più lo stesso (il che può significare tutto o niente).
Bene, ci tenevo a dirvi
anche da dove ho scopiazzato la citazione che ho usato come titolo.
Proviene da "Colpa delle Stelle" di John Green, un libro magnifico, dal
quale è stato tratto il film omonimo diretto da Josh Boone e con
protagonisti Shailene Woodley e Ansel Elgort.
I fans di Divergent
avranno riconosciuto invece la scena del lancio dei coltelli, che vuol
essere una sorta di "tributo" alla Fourtris (chi ha letto Allegiant mi
capirà).
Se questo capitolo vi è
piaciuto fatemelo sapere, se invece lo avete odiato tenetevelo per voi!
No, scherzo, se non vi ho entusiasmato perdonatemi, i primi capitoli
saranno un po' monotoni, perché ci sono da spiegare un sacco di cose,
ma continuate a leggere e prometto che non vi deluderò!
Baci baci da Federica
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