Il cielo stellato si rifletteva negli occhi azzurri del bel ladro vestito di bianco. Dall’alto del suo aliante il ladro gentiluomo poteva vedere tutto, anche un ragazzo che stava aiutando la polizia nelle indagini: Kudo Shinichi.
-Non si può rubare a un ladro- continuava a ripetersi Kaito, mentre scendeva di quota e si avvicinava all’elicottero dove stava salendo anche il bel giovane aspirante detective. –Non si può rubare a un ladro- era un vecchio mantra che aveva sentito una volta quando era piccolo e da quel momento era diventato la sua frase preferita. Per Kaito quella frase era una specie di talismano che lo aiutava sempre, prima di calarsi in testa il suo cilindro, un’ attimo prima che l’adrenalina entrasse in circolo. Ora invece se lo stava ripetendo per un’ altro motivo. Passò audacemente molto vicino all’ elicottero, sempre con un costume diverso. Una volta travestito da giovane donna con lunghissimi capelli biondi. Un’altra da uomo di mezz’età con corti capelli grigi. E l’ultima volta passò senza alcun travestimento, con il lungo mantello che svolazzava pigro nell’aria.
-Non si può rubare a un ladro- se lo continuava a ripetere mentre si allontanava dall’elicottero e da uno strepitante Shinichi Kudo.
-Non si può rubare a un ladro- ma non ne era più così sicuro. Il suo cuore non ne era più così sicuro.
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