The College

di StephEnKing1985
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2.

 

Louis pensò: che buon profumo questo tè. Sul tavolino, in mezzo alle due tazze vuote, c’era la teiera in porcellana con il suo contenuto fumante, dell’ottimo tè verde.

- Servitevi pure, professor Tomlinsonlo esortò gentilmente il preside, il professor Ernest Umbridge, sorridendogli appena. Louis si servì riempiendo un po’ più della metà la tazza, e infilandovi dentro una zolletta di zucchero ed una fettina di limone.

- Per me niente limone – dichiarò il preside come declinando un invito immaginario di Louis – Preferisco il latte. – disse, e dopo aver riempito un po’ di tè, lo allungò con il latte, senza zucchero. Nonostante non l’avesse messo, usò ugualmente il cucchiaino per girare il contenuto della tazza.

- Allora, professor Tomlinson – esordì il preside – lasciatemi dire che sono contento che abbiate accettato il nostro invito. –

- Sono io che debbo ringraziare voi, professor Umbridge. Avrei solo una curiosità, e sarei grato se voi poteste levarmela. –

- Chiedete, e vi risponderò, professore. –

- Perché proprio io? –

Il professor Umbridge continuò a girare il cucchiaino nella tazza ancora per qualche minuto, durante il quale Louis s’immaginò chissà quale tipo di risposta gli avrebbe dato il vecchio. Poi, il silenzio fu rotto.

- Semplicemente perché oggigiorno è difficile trovare dei validi insegnanti. Voi avete delle ottime referenze, nonostante la vostra giovane età… Perdonatemi, volete ricordarmi quanti anni avete? –

- Ventidue, signore. –

Umbridge alzò lievemente le sopracciglia in un’espressione di sorpresa – Già. Siete davvero giovane, rispetto alla maggioranza del corpo docente. In genere non si diventa insegnanti prima dei trent’anni, ma noi siamo lieti di avere un’altra eccezione in questo nostro istituto. –

Louis preferì non approfondire tale affermazione, limitandosi ad annuire ed a sorseggiare un po’ del suo tè.

- Più specificamente, vi abbiamo convocato perché il vostro predecessore, il professor Denker, è, per sua fortuna, finalmente andato in pensione. – fece un’altra pausa, questa volta più breve, durante la quale sorseggiò un altro po’ di tè alterato con latte.

- Fino ad oggi le sue mansioni sono state coperte dalla professoressa Rigg, ma lei ha già due classi da gestire e dunque sarebbe stato troppo assegnarle anche la sua, professor Tomlinson. Anche perché, dovete sapere, che la professoressa Rigg, come il professor Denker, andrà in pensione fra qualche anno.

- Capisco – disse Louis, annuendo.

- Così, vista la vostra giovane età, abbiamo pensato che avreste potuto aiutarci nell’insegnamento dell’inglese al posto del professor Denker, e, allo stesso tempo, prendervi cura delle altre due classi della professoressa Rigg. –

- Capisco – ripeté Louis, posando la tazzina – Debbo quindi supporre che potrebbe trattarsi di un incarico a carattere permanente? –

- Più che permanente, professor Tomlinson. – aggiunse il professor UmbridgeIn qualità di insegnante della nostra scuola, voi avrete un alloggio di vostra competenza ed un ottimo stipendio, superiore alla media generale – Inarcò le sopracciglia, sporgendosi un po’ di più verso il suo interlocutore – Oh, e naturalmente… avere insegnato in una scuola così prestigiosa, è un ottimo lasciapassare per qualunque altro istituto di pari grado. –

Louis ammezzò un sorriso. Certo, la prospettiva di trovarsi con qualche soldo in più non gli dispiaceva, ma dentro di lui continuava a farsi strada il ricordo di quel giorno a Londra, quando, appena laureato, vide con suo padre dei bambini che chiedevano l’elemosina…

…in particolare quella bambina.

Vestiva di stracci e i suoi capelli erano sudici, ma i suoi occhi erano puliti. I più begli occhi azzurri che Louis avesse mai visto.

…una moneta, signore. Soltanto una moneta. Vi prego, signore…

la sua voce sembrava quella di un angelo. Così dolce, carezzevole… immaginò che cosa sarebbe potuta diventare quella bambina dopo un adeguato percorso scolastico. Con una voce così, forse avrebbe potuto provare a cantare. Fu questo il pensiero che Louis fece mentre, lontano dallo sguardo del padre, tirava fuori una sterlina d’argento e la regalava alla bambina.

Tieni, piccola. E buona fortuna. Le disse Louis, sorridendole dolcemente. La bambina guardò la moneta nella sua piccola mano e ringraziò il suo benefattore, tante e tante volte… e Louis tornò da suo padre, che per fortuna non aveva visto suo figlio intrattenere rapporti con gente del ceto disagiato.

La scuola per tutti è soltanto un’utopia…?

- Allora, che ne dite, professor Tomlinson? –

la domanda lo fece ritornare con i piedi per terra e al presente. Guardò negli occhi il suo interlocutore e, senza pensarci ulteriormente, rispose – Sì. Per me va bene. –

Ne seguì una stretta di mano ed un Benvenuto all’Istituto Watkins da parte del professor Umbrdige. Tutto ciò, mentre fuori il tempo si rannuvolava di fosche nuvole nere. Da lì a poco si sarebbe scatenato un altro temporale. E questa volta si preannunciava molto pesante.





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