Christmas Day must be
a happy day
Dling Dlong.
Quel
maledetto campanello. Prima o poi lo avrebbe staccato.
Insomma,
qualunque giorno, alle otto di mattina, non si va a cercare la gente, di solito.
Figurarsi
poi se si è in vacanza e quel suddetto giorno è proprio Natale. Un suicidio.
S’infilò
lentamente la lunga vestaglia verde smeraldo e si diresse verso la porta con
passo felpato.
Quando
aprì, si trovò davanti un ragazzetto biondo molto noto con un cappellino estivo
sulla testa e tutto imbacuccato con sciarpe e giacche.
- Naruto! Che ci fai qui a quest’ora? – chiese
lei severamente.
- Direttrice! Per fortuna che è in casa! Ieri
sera non l’avevo trovata, così sono passato questa mattina! C’è un pacco per
lei! – rispose entusiasta il ragazzino tirando fuori dalla sua grande borsa a
tracolla un pacchetto grande come un DVD.
Lei lo
afferrò lentamente, quasi incerta, scrutandolo.
- Era arrivato in redazione ieri, se le
interessa. Comunque arrivederci signorina Tsunade! – Naruto fece un cenno con
la mano e salì sulla vecchia bicicletta da consegne.
Quel
ragazzo non cambierà mai, si disse scuotendo la testa, divertita.
Appoggiò
per un secondo la confezione sul tavolo per aprire le
lettere del giorno prima.
Due
bollette, due proposte di affiliazione a cui avrebbe sicuramente rifiutato, un
tagliando per ritirare il nuovo catalogo di Luis Vuitton e l’invito alla
sfilata del 3 gennaio.
Non era
facile il lavoro di direttrice del giornale di moda più famoso di New York,
servivano pazienza, determinazione e un po’ di severità. Quelle qualità non le
mancavano, certo.
Ma
comunque c’era sempre e solo la carriera. Forse alla fine era davvero questo
che desiderava.
Sospirò
buttando le buste sul vecchio divano e prendendo in mano il pacchetto.
Aprì il
bigliettino con scritto “A Tsunade” da una parte.
Riconobbe
subito quella calligrafia, la vedeva tutti i giorni.
Sorrise.
Un semplice: “Buon Natale, con affetto, Shizune”.
La sua
segretaria era sempre molto gentile.
Tolse
velocemente la brillante carta rossa e nel nylon vi era la sciarpa di lino
della nuova collezione primaverile di R. Cavalli.
Davvero
molto gusto.
Poi
improvvisamente, lanciando un occhiata veloce al
biglietto, si rabbuiò.
Ebbe un
flashback che sperava di aver rimosso da tempo.
Dling Dlong.
Suonavano alla porta sempre nei
momenti sbagliati, era già in quasi ritardo per la sfilata natalizia indetta da
Gaultier. E per di più sarebbe stata accompagnata solo dalla sua segretaria.
“Almeno sapremo come coprire il buco di 6
pagine nel mese di gennaio…” pensò andando ad aprire scocciata.
Si trovò davanti il nuovo
ragazzino delle consegne con un cappello di Santa Claus che pendeva dalla
testolina bionda.
Lui scese dalla bicicletta,
dicendole:- Buon Natale, direttrice! C’è un pacco per lei! - ,
poi scomparve dalla sua vista andando dietro un enorme scatolone per spingerlo
con estrema fatica.
- Cosa c’è dentro, ragazzino? – chiese lei
dubbiosa, controllando l’orologio.
- Mi chiami Naruto, grazie. Comunque ecco… io
non lo so. – rispose lui trascinando l’enorme contenitore semi aperto davanti alla donna.
- Non sarà pericoloso, Taruto?
– affermò lei prendendo in mano la busta che vi era sopra.
- Naruto! – urlò stizzito il biondino.
Lei lo ignorò aprendo il
bigliettino.
Si prese un colpo. Il cartoncino
iniziò a cantare molto rumorosamente “We wish you a merry
Christmas…” con quella voce potente da S. Nicola che fa tanto ridere i bambini.
“Buon Natale vecchiaccia! Con affetto, Jiraya.” La risata finale di Babbo Natale non attenuò
lo sguardo feroce della dirigente.
Poi, all’improvviso,lo scatolone si aprì e spuntò fuori un elegantissimo Jiraya
più che divertito.
- Ora capisco perché facevi tanta fatica a
spostarlo, Maruto! – la donna si lasciò scappare la
battutina acida… insomma nessuno può chiamarla vecchiaccia!
- Ogni anno che passa sei
sempre più dolce, cara. – sottolineò l’ultima parola e uscì
completamente dall’involucro di cartone.
- Ah, grazie per questo piccolo favore, Baruto. – l’albino sbagliò appositamente il nome di quel
simpatico ragazzino. Sebbene fosse arrivato da poco, adorava già tormentarlo, e
questo era un tutto dire.
- Ringraziami che non racconto alla tua
fidanzata che giornali leggi invece di lavorare… Dire che per una settimana
legge SOLO il quotidiano è come dire che esiste Babbo Natale ma ha una vocina
stridula… credo che ci siamo capiti, vero direttrice?
– commentò di risposta lo sveglio ragazzo.
- Senti biondo… io non sono di certo la
fidanzata di questo pervertito, ci siamo chiariti? – replicò in tono
autoritario la donna.
- Ehi Naruto… non ti pensavo uno spione… comunque
ora smamma, è la vigilia di Natale… la sfilata ci aspetta – disse l’uomo in
modo sbrigativo.
Il ragazzino fece un cenno
imbronciato col capo in segno di saluto e montò sulla bicicletta colorata di
rosso e verde per l’occasione della festività.
“Ci aspetta? Viene anche lui?” Tsunade era spaesata.
L’elegantissimo Jiraya le porse il
braccio dicendole: - è pronta la signorina Gucci? –
- Ma certo signor Dior… diamoci
una mossa. Tsunade ha sempre la prima fila. – rispose
la bionda maliziosamente.
Ecco il cavaliere che le mancava!
Non era dei migliori certo… ma con lui le risate erano assicurate.
- A parte gli scherzi Gucci ti dona…
risalta le tette. – sussurrò l’albino.
- È meglio che stai zitto se non vuoi
sfoggiare uno stupendo occhio nero. –
- Ai suoi ordini, generale! –
Risero come se la gioventù sarebbe
rimasta eterna…
Tirò
fuori l’album delle foto dal polverosissimo scaffale, facendo quasi cadere una delle innumerevoli stelle di Natale appassita. Tra tutte le
qualità che aveva mancava il pollice verde… ma non era poi così un dramma.
Aprì
lentamente il grosso librone.
Come
prima foto c’erano lei e Jiraya che ridevano abbracciati, praticamente ubriachi
nella festa del post-sfilata.
Le
vennero le lacrime agli occhi ma s’impose di non piangere.
Natale doveva
essere un giorno felice.
- È inutile… le scarpe migliori sono quelle di
Jimmy Choo… - annunciò sul viottolo di casa sua la donna, un po’ brilla.
- Sissignora. Ma mi è piaciuta anche la
collezione di Chanel… vedrai che riuscirò ad avere le foto in esclusiva di
tutto per la nostra rivista… e che Pein si attacchi al tram! – rispose l’uomo
con sbalzi di voce.
- Suvvia… è direttore anche lui… comunque
scommettiamo. Per me non ce la fai. –
- Vedrai… se vinco una settimana in più di
ferie. –
- Se perdi una settimana in meno. –
- Affare fatto, signora! – manifestò Jiraya
accompagnandola sulla porta.
- Bene… ci vediamo dopo le vacanze, allora. –
disse la bionda.
- Bene. –
- Bene – ribadì la donna.
Lui fece per andarsene quando lei
gli afferrò un braccio.
- Sicuro che non vuoi entrare? -
- Non sono sicuro per niente. – disse
l’albino, afferrandola.
Quella
notte non se la dimenticò mai. Fu una della migliori.
Ma non si
dimenticò neanche il giovedì dopo. Fu uno dei peggiori.
In ufficio erano tutti intenti a
rimuovere ghirlande e addobbi.
Quando entrò si ricordò che quel
giorno avrebbe saputo della scommessa.
Non ne aveva mai vinta una… ma il
presentimento di vincere questa era vicino.
La sua segretaria Shizune arrivò velocemente con il caffè e la lista impegni.
- Ecco a lei il suo espresso. Oggi ha un
appuntamento con Gaara no Sabaku,
il giovane direttore della rivista a noi affiliata alle 10. Nel pomeriggio deve
scegliere le modelle alle 14, firmare qualche carta e alle 16 c’è l’anteprima
di Calvin Klein. – l’assistente disse tutto molto velocemente, come al solito.
- E il book? –
- Sakura stava dandoci una controllata… ma
sarà qui a momenti. –
- Ok e… a proposito della scelta delle
indossatrici… convocami Ino… quella ragazza ha un gran senso del gusto.
- Certo.
- Va bene e… passami solo le chiamate
veramente importanti… sono piuttosto stanca. – disse la bionda chiudendosi nel
suo ufficio.
Non fece neanche in tempo ad
appoggiare la giacca che squillò il telefono.
Maledisse Shizune
e alzò la cornetta.
- Non ti avevo detto solo telefonate
importanti? -
- Questa lo è, signorina. –
- Passami chi mi devi passare. –
- In realtà non le devo passare nessuno… è
che… -
- Sbrigati per carità, Shizune!
–
- Jiraya è stato trovato morto nel suo
appartamento. Un colpo di pistola. Non ce l’ha fatta. Mi dispiace… - la
segretaria scandì il tutto. Dirlo voleva dire che era reale.
Passarono 30 secondi che
sembrarono infiniti.
- Chi è… -
- Non si sa. Forse Pein o uno de-
Buttò giù il telefono
violentemente.
Tutta colpa di quella fottuta
scommessa.
Le lacrime bagnarono i suoi occhi
per poi rigare le sue guance.
Era vero. Sebbene
non ci volesse credere era così. Morto.
Aveva vinto la
scommessa.
L’unica che sperava
di perdere.
Gocce bagnarono il suo viso.
Natale doveva essere un giorno felice per tutti.
Guardò quello smilzo albero di Natale con qualche pallina
e pochi fili qua e là.
Guardò quei tre regali sotto l’alberello: Sakura e Ino, Gaara, Stefano Gabbana e Domenico Dolce.
Udì uno di quei carretti che passano con un uomo
travestito da Babbo Natale che distribuisce caramelle ai bambini.
Dalla finestra vide due ragazzini costruire un pupazzo di
neve, per poi essere chiamati per mangiare da una signora.
Ma nulla di ciò le fece spuntare un sorriso.
Certo, non si vive di nostalgia… ma per lei quel Natale non
sarebbe stato felice.
Primo podio *____*
Grazie veramente a tutti! Ringrazio le due
bravissime giudici e faccio i complimentoni agli
altri partecipanti!
Spero vi sia piaciuta!
E magari lasciate un
commentino… xD
Un bacio, Miki