I Sette Portali Del Mondo: il regno di Crystal Kingdom

di YumeSan
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//Spazio autrice//
Salve a tutti!
Premetto è la prima storia che pubblico qui,spero che la storia piaccia anche se non sono il massimo^^
E' stata letteralmente inventata da me,storia e personaggi e fa parte di una saga di storie.
Buona lettura :333

Prologo

 

Era una notte fredda e cupa. Il cielo era scuro come la pece, il vento soffiava con violenza accompagnato da una pioggia che sembrava non voler smettere mai. Il rumore assordante del vento sembrava quasi un lamento continuo, pieno di tristezza e dolore, del paesaggio che si trovava fuori del tempio e veniva travolto dalla sua furia. Gli alberi venivano spazzati via e le acque del fiume straripavano oltre i margini.
La dea Earin era lì, davanti la finestra ad osservare lo spettacolo raccapricciante del suo povero regno che per anni aveva promesso di proteggere. Temeva che qualcosa sarebbe accaduto, qualcosa di grande e catastrofico a cui tutti si sarebbero dovuti arrendere. Chiuse la tenda, congiungendo le mani in segno di preghiera.
Pregava. Sì, pregava per la sua bambina appena nata, che dormiva serena nella sua culla abbracciando un piccolo pupazzo di pezza mentre il suo carillon suonava una dolce melodia che rendeva l’atmosfera rasserenante e calma, almeno fino a quell’istante.
La porta di cristallo del Tempio si aprì di scatto. Era suo marito che rientrava, inzuppato d’acqua dalla testa ai piedi,  con un’espressione seria e dispiaciuta. Si sedette accanto alla culla della bambina e accarezzò le guance rosee di quel piccolo visino, così dolce e rilassato.

<> Guardò con sguardo triste la piccolina per poi abbracciare la moglie.




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La Dea sapeva bene quello di cui il marito stava parlando; Lui era tornato per uccidere sua figlia. Guardò Galdor per poi scoppiare in un pianto sofferente. Avrebbe dovuto separarsi dalla sua bambina per tanto tempo, per lei la sola idea era troppo dolorosa… ma sapeva che era per il suo bene. Così avvolse la neonata in un panno azzurro ricamato d’oro e la prese in braccio.






<> Si avvicinò a Earin <>






Lei non fece nemmeno in tempo a rispondergli che la porta, d’un tratto, fu buttata giù. Era riuscito a trovarli. Lui era lì.
Le sue guardie, orripilanti creature nere che odoravano di morte, fecero irruzione nel tempio dei due Dei.
Il Dio Galdor estrasse la sua spada divina pronto a combattere, pronto a difendere la sua famiglia e il suo regno.





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Disse urlando.


<> Disse con voce tremante e piena di disperazione.


<>




Detto ciò, si scagliò contro le guardie oscure. Ne eliminò una, poi un’altra e un’altra ancora. Si fece strada riuscendo a tenerli lontani dalla moglie e dalla figlia. Ma sapeva che erano troppi per lui che in quel momento era da solo e sapeva anche che sarebbe arrivato lui, Searos.
Nel mentre, la Dea correva più veloce che poteva ,raggiunse la torre dell’Oracolo che era poco distante dal suo Tempio. Lì, utilizzando il suo ciondolo magico, aprì un portale verso un altro mondo, molto diverso dal loro. Vide una casa e all’interno di essa una coppia di sposi molto giovane e desiderosi di avere un figlio.
Il tempo stringeva, le guardie presto sarebbero arrivate anche lì e l’avrebbero presa. Mise un bigliettino attaccato alla coperta in cui era avvolta la bambina dove scrisse, anche se a malincuore, di prendersi cura di lei per poi guardarla un’ultima volta.




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 Diede un bacio sulla guancia della piccola, che poco dopo scoppiò in un pianto straziante e le mise al collo il suo ciondolo. La strinse forte un’ultima volta e tramite il portale la lasciò davanti la casa dei due coniugi sperando che, leggendo il biglietto, l’avrebbero presa con loro.
Riuscì a mettere in salvo la bambina appena in tempo; i soldati di Saeros buttarono giù la porta della torre e raggiunsero la dea che si trovava in cima.
Quando arrivarono però il portale si era già chiuso e nessuno poteva riaprirlo senza il ciondolo.





<> Domandò il capo delle guardie alla donna.





<> guardò il capo delle guardie con disprezzo sapendo che il marito era già stato catturato ed ora sarebbe toccato anche a lei. Quell’idea le spezzava il cuore ma fu sollevata del fatto che la figlia fosse al sicuro e sarebbe cresciuta in sicurezza senza dover subire le tirannie del Malvagio Saeros.




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