C'è qualcosa di ipnotico nel modo in cui le loro dita si intrecciano tra loro. Forse sta tutto nell'alternanza di pelle chiara come neve fresca e la sua carnagione color caffelatte, che a volte gli ricorda la tastiera del pianoforte che Midorima suonava quando fuori pioveva e la palestra era inagibile.
Forse è il modo in cui Kuroko risponde ad ogni sua stretta, ad ogni aumento della sua presa; perché quando Daiki preme sulle ginocchia per alzare i fianchi e poi lascia che la gravità glieli faccia tornar giù, e quei suoni umidi gli graffiano l'udito, e il piacere saetta come una frusta su per la schiena sgorgando dalle labbra strette con un gemito gutturale, quando Aomine diviene un fascio di nervi sensibili e non sa più fermarsi, allora le sue mani stringono quelle di Kuroko, le dita così strette che le nocche sbiancano al punto che potrebbero pure scambiarle. 
Ma quando Aomine stringe, Kuroko lo tiene con altrettanta forza, impedendogli di perdersi e scivolar via. Kuroko gli bacia le falangi con gentilezza; Kuroko punta i talloni per andargli incontro e scivolargli dentro con più dolcezza; Kuroko si abbevera dei suoni che piovono dalla sua bocca e li mischia ai singhiozzi che gli gorgogliano in gola. 
C'è qualcosa di ipnotico nel modo in cui fanno l'amore - è perfetto e stupendo, nel modo più semplice possibile.