Il piano

di Bas_van_Gelder
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Erano finite le esche, così Fulvio dovette interrompere la sua pesca per andare a comprarne di nuove. Una volta tornato dal negozio, Fulvio riprese la sua pesca e la divorò fino a ripulire perfettamente il nocciolo. Già, infatti Fulvio non stava pescando, le esche gli servivano per il suo piano geniale. Era un piano veramente geniale, solo che necessitava di una dose giornaliera di esche. Così, una volta arrivato a casa, Fulvio versò circa 500 grammi di larve nella cassa armonica. Poi si rese conto di aver versato 100 grammi piú del dovuto, e di aver fatto un pasticcio. Allora corse in cucina per toglierlo dal forno, poi tornò al suo piano. Uscendo dall’ascensore si accorse che in realtà quello non era il suo piano, e salì ancora.
Quando Fulvio riuscì finalmente ad arrivare in salotto, si rese conto di essere troppo stanco per lavorare al suo piano, così arrotolò tutti i fogli e li mise nella loro custodia. Certo, era troppo stanco per pensare ma, trovandosi davanti al Piano, gli venne voglia di suonare. Allora si avvicinò e chiese:

“Scusa Renzo, hai finito con la chitarra?”

“Certo, tanto devo finire di leggere questo libro”. L’architetto reggeva un volume che recava la scritta: “Insieme di varianti della lingua latina”.
 
Fulvio lo guardò perplesso e gli domandò:

“Non sarà un po’ troppo volgare?”




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