Autore: Alexiel
Mihawk
Titolo:
Fight and run
Personaggi:
Pansy Parkinson, Neville Paciock
Genere:
generale, azione, missing moment
Rating: verde,
sfw
Avvertimenti:
flashfic, what if?
Note: e ci
siamo. Ecco la fine e sì, si conclude proprio
così, perché non voglio aggiungere scene plateali
tra Neville e Pansy, perché vorrei rimanere il
più possibile IC e sono convinta che già un
cambiamento di questo genere sia enorme per Pansy, perché
lei è la ragazza che suggerisce di consegnare Harry, non
dimentichiamolo mai. Inoltre questa storia non ha mai voluto essere
sentimentale, ma solo uno studio di personaggi e personalmente sono
davvero soddisfatta di quello che è uscito,
perché non mi ero mai trovata in una situazione simile
prima. Quindi sì, io la chiusura la immagino
così, con una scelta e una corsa per salvarsi la vita e noi
sappiamo che sia Neville che Pansy sopravviveranno e personalmente
questo mi basta, spero sia sufficiente anche a voi.
Fight and Run
Settimo anno.
Neville
non
riesce a credere di essere l’unico ad avere notato il
gruppetto di Serpeverde
che sono riusciti a sgattaiolare fuori dai sotterranei. Certo, la
situazione in
quel momento è un po’ impegnativa, pensa schivando
una Bombarda, e lui non poteva mica
pretendere che la McGranitt
mettesse qualcuno di guardia davanti a Serpeverde per impedire agli
studenti di
uscire.
Si
tuffa dietro
a un muro crollato, evitando per un pelo un’Avada
Kedavra, sporgendovisi poi prontamente per lanciare una serie
di
incantesimi che spera andranno a colpire il nemico, quindi infila la
porta e
scompare dietro al gruppetto che ha tutta intenzione di fermare.
Quando
li
raggiunge si accorge che sono solo in quattro e per qualche secondo si
chiede
se non sarebbe più veloce attaccarli tutti alle spalle e
vendicarsi di sette
anni di angherie, ma poi si ricorda che no, i Grifondoro quel genere di
azioni
meschine non le perpetrano, così sbuffa e intima loro di
fermarsi.
Pansy
Parkinson
si gira sfoderando la bacchetta e urla a Draco, Tiger e Goyle di
proseguire
senza di lei.
«Rimani
fermo
dove sei Paciock, o giuro che ti crucio».
«Sì,
come no.
Vengo adesso dalla battaglia nella sala grande e tra i due quello
più allenato
al combattimento sono io».
«Per
quel che
mi importa puoi tornarci e potete ammazzarvi tutti tra di
voi».
Neville
ride
sarcastico, ride di lei e Pansy sente il sangue fluirle sul viso, non
capisce
bene il perché, ma si sta vergognando.
«E
nel
frattempo tu cosa farai? Cercherai Harry per consegnarlo ai tuoi
amichetti con il
mantello?»
«Io
non sono-»
«Risparmiami
le
belle parole, Parkinson, eri disposta a vendere il mio amico per
salvarti la
pelle, l’ha visto tutta la scuola»
A
questo punto
la ragazza è color prugna e quando gli risponde la sua voce
è carica di
risentimento, oltre che di imbarazzo.
«Appunto!
Non
siamo tutti combattenti nati, Paciock, ci sono battaglie che non si
possono
vincere e io, se permetti, vorrei vivere. E ti assicuro che comunque si
concluderà questa battaglia per me, per noi studenti di
Serpeverde, sarà
comunque una sconfitta».
Il
Grifondoro
si accorge per la prima di non avere mai visto la situazione sotto quel
punto
di vista: se Voldemort dovesse vincere il loro destino, come pedine in
una
guerra non hanno scelto di combattere, sarebbe segnato, ma se, invece,
dovesse
perdere? Cosa succederebbe ai figli di quelle famiglie che hanno
seguito il
Signore Oscuro? Non ti dovrebbe nemmeno
importare visto cosa loro hanno fatto alla tua di famiglia,
ma Neville
scopre che non è così, scopre che, in
realtà, gli interessa. E alla fine
capisce che le loro vite saranno distrutte, smembrate e ridotte in
pezzi: i loro
genitori verranno gettati in una prigione da cui non
c’è ritorno e i beni delle
loro famiglie espropriati da un ministero a cui non interessa nulla del
loro
futuro.
Non sa
cosa lo
spinga a farlo, ma il suo braccio si muove da solo e lo vede allungarsi
e protendersi
davanti ai suoi occhi, finché non è completamente
teso, come parte di un ponte,
tra lui e Pansy.
«Combatti»
le
dice «Combatti per il tuo futuro».
La
ragazza
sgrana gli occhi e apre la bocca, ma non ne esce alcun suono.
«Se
combatti
con me, con noi, avrai una possibilità, e una
possibilità di cambiare le cose è
sempre meglio di un futuro già deciso».
La vede
mordersi il labbro inferiore e abbassare lo sguardo, sa anche lui che
non deve
essere una decisione facile, ma quando mai le cose sono state facili
per loro?
La loro generazione è dovuta crescere fin troppo in fretta
e, in parte, Neville
se ne dispiace, pur rimanendo orgoglioso dell’uomo che
è riuscito a diventare.
Quando
Pansy
alza la bacchetta e la tende contro di lui il Grifondoro ha a malapena
il tempo
di buttarsi a terra mentre un «Incarceramus»
rimbomba per il corridoio; gli corre incontro e lui pensa che voglia
aggredirlo, ma sta solo cercando di aiutarlo a rialzarsi.
«Paciock,
muoviti!»
Neville
obbedisce, fa appena in tempo a girarsi e a intravedere, con la coda
dell’occhio, Yaxley intrappolato in un fitto nodo di corde
che, purtroppo per
loro, già iniziano a sfaldarsi.
«E
ora?»
domanda Pansy trascinandolo per una manica.
«Ora
corri».
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