wrong choice (but done with you)

di tndproject
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wrong choice (but done with you)
 

Silenzio rotto da sussurri di parole, rossore sul viso visibile anche in un buio soffocante, ricordi di momenti passati e recenti — un legame sottile, filo rosso invisibile. Un abbraccio di disperazione, lacrime, timori, rimpianti.
«Ho paura».
E' una confessione uscita da labbra tremanti, occhi chiusi per cercare di scappare da una realtà troppo crudele; SheShe la ascolta, non risponde subito. Le accarezza i capelli umidi, piano, rimugina su quello che sono, che sono state e che saranno.
«Abbiamo sbagliato».
MiMi lo ripete da ormai troppo tempo, vuole dare ancora più peso alla scelta palesemente sbagliata che decisero di intraprendere insieme.
«Te l'avevo detto, non mi fidavo, ma l'abbiamo fatto lo stesso», SheShe continua a sentire delle lacrime che le bagnano il petto, «non era una buona idea.».
«...No, non lo era».
Sfugge alla codardia che fino ad un momento prima l'aveva fatta restare in silenzio, riesce a sussurrare qualcosa.
«Ma è un qualcosa che abbiamo deciso di fare insieme».
«Non te ne sei pentita? Abbiamo combattuto per qualcosa d'ingiusto per così tanto tempo, e adesso guardaci, guardaci».
Il suo tono aumenta e i singhiozzi con esso.
«Guarda come siamo ridotte. Siamo ridicole— sono ridicola, piango per paura della stessa guerra per cui prima avrei dato la mia vita».
C'è di nuovo silenzio, i gemiti risuonano. Non sa cosa dire, la maggiore, ma sente il suo cuore battere forte. Ha paura anche lei, da troppo tempo.
«Cosa ci succederà?».
«Moriremo».
E ride, SheShe, ride amaramente già cosciente del suo — del loro destino, ride ma il suo cuore piange e si da della stupida, perché non è riuscita a proteggerla.
Perché lei sa, sa che si è fatta sopraffare troppo a lungo dalla sete di potere, di essere stata inutile per tutto questo tempo, una pedina mossa da un re troppo forte per essere battuto da due semplici pedoni. E MiMi, in tutto questo, cosa poteva fare? L'ha seguita, perché si fidava di lei, della sua sorellona che, pensava -sapeva?-, voleva solo il suo bene.
«SheShe?». La voce è flebile. «Stai tremando».
«E' perché ho paura anch'io, MiMi».
SheShe si lascia andare ad un pianto silenzioso, lacrime che scorrono fredde sul viso.
«Mi perdoni?».
«A vicenda». E' solo un sussurro, ma è fin troppo rassicurante. «Come sempre».
E lei gli è grata, perché riesce a farla sentire meglio, a calmarla e riesce addirittura a riacquistare un po' di lucidità.
«Insieme fino alla fine, vero?».
«Sì».
«Ti amo, MiMi».
«Anch'io, sorellona».
Forse, per un secondo, entrambe smettono di avere paura.
Poi la porta, qualcuno la apre senza attendere permessi.

 

 

 

 

«Gaito vuole vedervi». 





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