SALVE!!wow,che strana fic ho scritto…su Kaiba per di
più!ETERO!!!oh mammina!
By the way,chi non ha letto il manga probabilmente non ci capirà
nulla,comunque questi 2 eventi sono posti cronologicamente uno prima rispetto
all’altro…cioè non so se mi spiego,normalmente la vicenda dell’egitto viene
prima di quella del presente e del coma di Kaiba…ma allo stesso tempo
dopo,quando Atem riscopre i suoi ricordi…oh!che fic strana!spero che vi
piaccia,in attesa dell’ultimo capitolo di CENSURATI ANONOMI!!
Seth schiuse piano gli occhi e la
luce dorata dell’Egitto si infiltrò fra le sue palpebre.
Davanti a lui,l’immensa stanza del
trono, un capolavoro di architettura: le colonne, gli archi, le decorazioni e…si
rese conto di non averla mai vista tanto vuota.
Shada, Karim, Isis, Mahad, Shimon, Aknadin, Faraone e
infine…Kisara. Dove sono tutti quanti?
Dov’erano finite adesso le persone che amava?
Rise. Probabilmente solo gli dei lo
potevano sapere.
Abbassò lo sguardo accomodandosi
meglio su quel grande trono che secondo lui non gli sarebbe mai appartenuto,
al suo collo scrutò per un attimo la piramide capovolta che gli era appesa: il
segno del potere, il puzzle millenario.
Che senso aveva tutto questo? Perchè doveva essere lui il
nuovo faraone? Aveva già sofferto abbastanza,aveva
perso tutti coloro a cui voleva bene e ora doveva caricarsi sulle spalle i
problemi dell’intero regno? No! Non ce la faceva, non poteva farcela, non senza di
lei, non senza Kisara.
Non riusciva a superare quel momento,quegli
attimi interminabili in cui lei moriva fra le sue braccia chiudendo piano le
palpebre...per non riaprirle mai più.
Lo aveva protetto,gli aveva salvato
la vita, ed era morta al suo posto. Non era giusto! Non era affatto giusto!
La notte,nonstante i mesi passati
da quel terribile evento, si svegliava ancora di soprassalto per via degli
incubi. La vedeva lì, sporca di sangue, lei che non meritava di morire. E allora
come,come avrebbe fatto lui, semplice sacerdote che non
era stato in grado di proteggere nemmeno la persona che amava, a riuscirci con
un intero popolo?
Perché sì, si era innamorato di
Kisara, sapeva che era sciocco, ma non poteva farci nulla, era semplicemente un
dato di fatto.
Erano stati assieme troppo poco,davvero
troppo poco…così poco che non era nemmeno riuscito a sfiorarle le guance, a
baciarle, ad ascoltarla, a passare assieme una giornata tranquilla...eppure, non
aveva mai visto fiore più bello di lei, e mai incontrato nulla di più dolce.
I suoi capelli bianchi,i suoi occhi
azzurro cielo, il suo sorriso…scomparsi tutti in una frazione di secondo per via
di un colpo che sapeva, era destinato a lui.
Non riusciva a darsi pace,aveva
pianto così tanto che le lacrime da
versare erano ormai terminate, e per quanto provasse a non pensarci, il suo viso
gli tornava sempre alla mente. E così, quando non riusciva a dormire, correva al
tempio e si inginocchiava davanti all’enorme tavola di pietra che raffigurava
il drago bianco, l’ultima cosa che gli restava di lei.
Lui non poteva essere un
faraone, era troppo debole, lo era senza la sua forza.
Però,ricordava le parole del faraone
che lo aveva preceduto. Mentre il suo
corpo diventava leggero, gli porgeva fra le mani il puzzle, e lo faceva perché di lui si
fidava.
Sì,ci pensava spesso e lo
rincuorava. Solo grazie a questo ricordo riusciva ad andare avanti.
Quella volta lo aveva respinto,perché non si era sentito all’altezza dell'incarico...proprio come non si sentiva all'altezza in questo momento. Non
voleva, soprattutto considerando gli ultimi avvenimenti.
Ma il faraone aveva sorriso:-Seth,sei
la persona di cui mi fido di più al mondo, mi sei sempre stato fedele… so che
adesso la ferita fa male, ma credimi, tu più di tutti meriti questo puzzle.-
Seth aveva scosso la testa:-No! No! Tu devi restare!Questo è
compito tuo,tu ci hai salvati, io non ce la posso
fare…non adesso!-
-Invece sì…-
-NO!-Lo interruppe il sacerdote gridando,per
poi ricomporsi imbarazzato per l’improvvisa perdita di controllo.-Mi dispiace
Faraone…temo tu non possa capire-
L’espressione del giovane Re si fece triste,ma continuava a sorridere, e ora, più che un faraone,
sembrava un amico.-Invece sì, Seth…tu hai perso una persona cara,io invece…la sto per perdere- mormorò voltandosi indietro
per fissare il ragazzino dalle sembianze molto simili alle sue chiamato Yugi.-E'
per questo che devo andare, devo passare con lui ancora il poco tempo che mi
resta, dopodiché…- Si fermò un istante sospirando, tornando a guardare
Seth.-Dopodiché, sarà lui stesso a mandarmi via. E' così che deve andare-
-Fara…faraone…-
Ora il sovrano aveva messo fra le
mani dell’altro il puzzle dorato.
-Non essere fisicamente assieme a una persona non significa
che questa non ci sia veramente vicino, non credi? Dopotutto usiamo lo stesso
concetto per gli dei. Allora vedila così:ora Kisara è
la tua dea, una dea personale che veglia su di te e non ti abbandonerà. Anche io
veglierò su Yugi…e ora prendi il puzzle,è tuo! Sono
certo che sarai un faraone degno di tale nome.-
Ora,mentre richiudeva gli occhi,la
sua mente tornava al presente.
Sorrise.
Sì, Kisara era lì.
E sapeva che quello che lei desiderava più di tutto era
vederlo andare avanti,diventare un grande faraone. Lo
avrebbe aiutato…doveva solo lasciarglielo fare.
Chissà se sarebbe riuscito mai ad
amare di nuovo, un giorno…
-Nii-sama! Nii-sama! Yugi! Perchè mio
fratello non si sveglia?-
Gridava Mokuba mentre con le mani scrollava le spalle del
fratello maggiore,ma niente, nessuna reazione.
-Nii-sama!nii-sama!-
Ora le sue guance si erano ricoperte di lacrime,scuoteva il capo. Seto Kaiba non era in grado di rispondere.
-Mokuba!-Lo chiamò Yugi,o
meglio, l’altro Yugi.
-Tuo fratello si risveglierà presto,ma
lo farà soltanto quando avrà recuperato tutti i pezzi della sua anima-
Il ragazzino fissò gli occhi freddi dell’altro,che però, dopotutto, nascondevano un grande
segreto.-Quanto ci vorrà?-Chiese.
-Questo dipende solo da lui.-
Oscurità.
Per terra un’ infinità di piccoli frammenti
simili a delle costruzioni.
Un pezzo,poi un altro…oh no! Non si
incastrano!
E allora ancora un altro,e il
bambino riprovò a metterli assieme; ecco sì, così va bene.
-Ciao,cosa stai facendo?-
Il piccolo alzò gli occhi,e davanti
a lui vide la figura di una ragazza: era alta, capelli lunghissimi e bianchi, gli
occhi azzurri, un sorriso sereno…aveva un che di familiare.
-Non sono affari tuoi- Sbottò lui tornando alla sua
occupazione. Poi la scorse inginocchiarglisi accanto con la coda dell’occhio,e il suo sorriso era, se possibile, ancora più dolce nonostante
la sua risposta poco garbata.
-E' un gioco? Forse posso aiutarti! Io mi chiamo Kisara,e tu?-Gli chiese.
Kisara…Kisara…dove lo aveva già sentito questo nome?
-Io non ho bisogno di nessuno,io mi
fido solo di me stesso e non ho nessuna intenzione di dirti il mio nome!-
-Ti chiami Seto,vero?-Lo interruppe
lei portando nuovamente l’attenzione del ragazzino sul suo volto. Seto era
sbalordito.Come faceva quella strana ragazza a
conoscere il suo nome?
Non si erano mai visti prima…oppure sì?
Con la voce titubate, riuscì a formulare un breve:-Chi
sei…tu?-
Lei rise,e portò una mano ad
accarezzargli i capelli, gentilmente, lentamente…da quanto tempo qualcuno
non lo accarezzava più? Che non riceveva
un gesto di affetto?
Le sue guance si colorirono lievemente,e
provò lo strano istinto di portarle le
braccia al collo e di mettersi a piangere. Però qualcuno,non
ricordava chi, gli aveva detto che un uomo per fare successo non deve mai
mostrarsi debole con nessuno…perché non ha bisogno di nessuno!
Quindi scrollò il capo,e tornò
nuovamente ai pezzi di quello strano puzzle che cercava di costruire.
-Che gioco è?-Chiese nuovamente Kisara prendendo in mano un tassello
per poterlo osservare meglio.
Seto si bloccò.
Già,cosa stava facendo? Cos’era la
cosa che aveva in mano? Sembrava un puzzle, sì…ma…
-Non lo so…-Rispose leggermente imbarazzato,e senza neanche accorgersene, le stava lasciando cercare un
incastro al pezzo che aveva preso fra le dita.
-Ecco fatto!-Disse -Si è incastrato! Sai,non
dovresti giocare da solo, altrimenti ti annoierai, se si gioca in due allora, ogni
cosa può diventare divertente! Dove sono
la tua mamma e il tuo papà? E i tuoi amici?-
Con quelle parole,il viso del bimbo
si oscurò:-Non ci sono più…e io non ho amici, non li voglio…-
-Nessuno può giocare con te?-
-No!-
- Non c’è nessuno che ti stia accanto?-
-No,non c’è-
Kisara si sedette completamente per terra prendendo degli
altri pezzi in mano:-Posso giocare io con te, se lo desideri,in
due finiremo prima.-
Seto annuì lentamente,e piano,uno
dopo l’altro, i tasselli stavano prendendo una forma;la ragazza era
brava, assieme a lei si andava molto più
velocemente e si era formata una strana atmosfera intorno a loro…era come se…il
posto in cui si trovavano fosse diventato più caldo.
Lei aveva una bella voce,cantava
una canzone in una lingua che Seto non riusciva a capire, però gli piaceva
ascoltarla. Poi si decise a prendere timidamente parola:-Sai,mi
ricordi un personaggio di una carta da gioco…assomigli a blue eyes white
dragon…sei tutta bianca,e hai gli occhi azzurri…-
-Non conosco quel gioco,me lo
spiegheresti?-Rispose la giovane.
-E' un gioco dove si sfida qualcuno a carte,io
vinco sempre!-
-Ah! allora vedi che degli amici ce li hai?Altrimenti non
avresti nessuno da sfidare.-
Ormai,il rompicapo si stava trasformando
in una specie di sfera, i pezzi sparpagliati per terra continuavano a diminuire.
-NO! Ho detto che non ho amici! Io giocavo con…-
Un altro pezzo.
-Con chi?-
Un altro ancora.
-Con…-
Si fermò.
L’oscurità si stava piano piano diradando, si cominciava ad
intravedere una strana luce
arrivare da lontano. Cos’era? Poi, all’improvviso,la luce sembrò diventare
suono, voci:
-Yugi! Mi pare già di sentire Kaiba che dal’aldilà gioisce
per la tua disfatta!-
Aldilà? Cosa stava dicendo,lui non
era morto! Non era morto, vero?
Kisara gli sorrise vedendo il suo
sguardo spaventato:-Ti prego Seto,continua ad ascoltare.-
E la voce continuò a parlare,anzi
no, era diversa, non era più la stessa di prima…questa voce era…
-MIO FRATELLO NON E’ MORTO!NON E’ MORTO,HAI
CAPITO?!-
Fratello?Ma chi…?
-Yugi! Mi hai detto che un giorno Seto ritornerà, io ci voglio credere! Credo
alle tue parole e continuerò ad aspettare!-
Ancora un altro pezzo.
La luce aumentava di intensità,e anche
Kisara sembrava diventare più chiara ai suoi occhi, ma nonostante tutto, il suo
sorriso continuava ad essere perfettamente visibile:-Seto,con chi giocavi
sempre?-Gli chiese.
Di nuovo un altro pezzo.
-Io…-
Ora la luce era accecante,non
riusciva più a vedere, teneva forte fra le mani il puzzle sferico che aveva costruito
con lei…lei che ora stava
scomparendo…tutto stava scomparendo.
E allora un nome…
Un nome gli venne alla mente…forse se glielo avesse detto…se
avesse risposto alla domanda,forse…
-MOKUBA! Con Mokuba! Mio….-
…fratello…
Ora davanti a lui c’era un’enorme finestra aperta , il cielo era rosso…era il tramonto, oppure l’alba?
Si ritrovò seduto su una sedia,provò
ad alzarsi; le sue gambe erano deboli, ma riuscirono comunque a reggere il peso.
-INCREDIBILE! SETO-SAMA SI E’ SVEGLIATO!-Sentì gridare da dietro
di sè.
Ora,mancava solo l’ultimo pezzo.