Scorza di saiyan,
cuore da terrestre
Quel bambino, Chichi ne era sicura, li avrebbe fatti impazzire. O magari saltare in aria, chissà.
Giusto quel pomeriggio, Gohan aveva provato a prendere in braccio il fratellino, che prontamente aveva cominciato a dimenarsi come un selvaggio, mettendo in seria difficoltà il ragazzo. Quest’ultimo aveva pensato bene di bloccarlo prendendolo sotto le ascelle e allontanandolo da sé, senza pensare che Goten potesse dargli una testata sul viso tale da rompergli il naso.
Quando aveva scoperto di essere incinta, poco dopo la scomparsa del suo Goku, niente avrebbe potuto smuoverla dalla certezza che fosse un dono del cielo. Infatti, era nato un bambino che era la copia del suo defunto consorte.
Ma, ormai da cinque mesi, Chichi si convinceva ogni giorno di più che Goten fosse identico a Kakaroth. Era incontrollabile, iperattivo, violento, e la donna già si domandava preoccupata come sarebbe diventato da grande, come avrebbe fatto ad educare un vero saiyan.
In quel momento, però, non riusciva a pensare a tutto questo.
Seduta accanto alla culla del bambino, lo guardava dormire. Solo quand’era addormentato appariva sereno, privo di quell’espressione corrucciata che teneva sempre da sveglio. E Chichi poteva dimenticare quanto a volte si sentisse frustrata e scoraggiata, riscoprendo la gioia che le infondeva Goten con la sua sola presenza.
Perché, nonostante tutto, lei non era certo un’ingrata.
La donna alzò lo sguardo determinato. -Ho promesso che non mi sarei arresa, Goku. Ho sempre lottato per portare un po’ d’ordine nella nostra famiglia, e lo farò anche adesso.-
Si sarebbe impegnata con tutta sé stessa per impedire che anche Goten diventasse un teppista.