Il letto in camera mia è
ancora sfatto. E’ rimasto così da quando tu sei uscito
dalla mia casa. Senza una parola. Senza un gesto. Stavolta non
ritornerai? Ho sbagliato. Troppo. Seduto sul tappeto davanti al
camino ormai spento continuo a fissare la porta dalla quale sei
uscito stamattina. Ormai sono passate ore e tu non sei tornato. Non
tornerai, non stavolta. Ho ampiamente passato il limite. Mi avevi
avvertito. Dove sei? Sei solo o fra le braccia di qualcuno? Quanto
vorrei poter cancellare tutto. Non so nemmeno di preciso cosa ti
abbia fatto arrabbiare. Ma forse tutto quello che ho detto era
sbagliato. Ma tu dovresti sapere che io sono sbagliato. Che non
riesco a capire mai quando è il momento di fermarmi. Adesso
mi dico che non era serio il discorso di stamattina, che era solo
per scherzare. Come ho potuto dire seriamente quelle cose? Ci penso
da quando ti sei chiuso la porta alle spalle. Sono un idiota. Lo
sono sempre stato. Anche se non lo ammetterei neppure sotto tortura.
Eppure sono qui a pregare che tu torni da me per potertelo dire. Per
dirti che sono uno scemo, che lo so di sbagliare sempre. Ma
soprattutto vorrei dirti che ti amo davvero. Che in tutta la mia
vita non ho mai amato nessuno come amo te. Come posso fare per farti
ritornare da me? Non riesco neppure ad alzarmi da questo tappeto.
Prendo una pergamena. Come faccio a farti tornare?
---
Harry, ti prego torna a
casa da me. Scusa per quello che ho detto. Era solo una stronzata.
Lo so. Non mi lasciare solo. Ho bisogno di te. Ti amo! Draco
---
Mi alzo e ti mando il
messaggio tramite un gufo. Sono veramente uno stronzo. So che non
sopporti di restare da solo e dicendoti di non lasciare me, ti
costringo a tornare. Ma cosa altro posso fare? Voglio che torni da
me. Stavolta non rovinerò tutto con le mie mani. Mi risiedo
sul tappeto e resto a fissare la porta. Tornerai? Devi, non può
lasciarmi solo. Forse non è solo una bugia ciò che ho
scritto. Senza di te mi sento perso. Che mi è venuto in mente
stamattina. Ieri mi sembrava una buona idea, ma effettivamente
dovrei aver capito come la pensi Che stupido. Ho freddo. Non ho la
forza di accendere il fuoco. Lo farai tu quando arrivi. Lo fai
sempre. Non mi sono neppure vestito. Indosso ancora i pantaloni del
pigiama. Continuo a fissare la porta… Non torni. Non tornerai
più? Il tempo passa, ma la porta non si vuole riaprire. Ho
freddo, quando torni per accendere il fuoco? Io non ho la forza di
muovermi. Fisso la porta. Aspetto. Non so per quante ore aspetto
seduto per terra al freddo. Adesso è buio e l’unica
luce è quella del lampione davanti a casa. Non ho pranzato,
non ho cenato. Senza te non voglio fare nulla. Tornerai? Ti prego,
torna. Cosa faccio io se tu non torni? Ormai tremo dal freddo. Non
voglio accendere il fuoco, è una cosa che fai tu. Tu porti
calore nella mia casa. Senza di te è fredda e triste. E io
non voglio vivere in una casa fredda. Non voglio vivere senza di te…
Non tornerai più? Magari sei dai tuoi amici, loro di certo ti
trattano meglio di me. Non ti fanno soffrire, loro…
Io invece sono un
cretino, riesco sempre a ferirti. Quando litighiamo ti mando lettere
scrivendo sempre ‘ti amo’ alla fine, ma non sono mai
riuscito a dirlo a voce. Non sono mai riuscito a dirti davvero
quello che provo per te. Quanto sei importante, come hai trasformato
la mia misera vita. Se non torni che cosa faccio io?
Tremo dal freddo. Ho
sonno. Dove sei amore? Salvami, ti prego. Salvami dal freddo della
mia vita. Salvami da me stesso. Se non torni non voglio vivere.
Basta. Una lacrima mi scende sulla guancia. Mi tocco il viso e fisso
la mano bagnata. Piango? Io? Con che coraggio posso permettermi di
piangere se è tutta colpa mia? Sono io ad averti ferito. Sono
io il cretino. Sono io lo stronzo. Non dovrei piangere. Ma tu non
torni... Mi hai lasciato davvero? Amore dove sei? Ti prego. Torna.
Ho tanto sonno... Non riesco a tenere gli occhi aperti. Gli chiudo e
altre lacrime scivolano via. Non importa. Tanto sono solo. Tu non ci
sei... inizio a piangere. Dopo le lacrime arrivano anche i
singhiozzi. Perchè trattenerli? Mi hai lasciato solo. Non
tornerai più. È solo colpa mia. Harry. Ti chiamo.
Harry. Magari mi senti. Harry. Vieni da me. Harry. Ti prego. Harry.
Aiutami. Harry. Ti immagino che ridi. Harry. La tua voce allegra.
Harry. Le tue labbra. Harry. Harry. Harry! Harry!
“Draco...”
Alzo la testa, sei davanti a me.
“Harry...” Ho
la voce rocca da quanto ho urlato.
“Cosa...” Non
finisci la frase, ti siedi accanto a me sul pavimento. Mi guardi. Le
lacrime non vogliono fermarsi. Non so come fermarle.
“Non mi lasciare.”
Mi guardi stupito.
“Draco...” Mi
accarezzi il viso.
“Harry...”
Singhiozzo.
“Sei gelato.”
Sembri spaventato.
“Tu accendi il
fuoco. Tu porti calore in questa casa.” Mi fissi senza dire
nulla.
“Se tu non ci sei
io...” Mi manca il respiro.
“Io non voglio più
vivere...” Le lacrime mi appannano la vista.
“Ho Draco...”
Mi accarezzi ancora. Ti togli il mantello e me lo metti sulle
spalle. Calore... il tuo calore.
“Non mi lasciare,
ti prego.” Nascondo il viso contro il tuo collo, ti stringo
forte la veste. Inizio a piangere forte. Mi stringi mentre i
singhiozzi mi fanno tremare.
“Sono qui... ti
amo.” Sussurri. Non riesco a smettere di singhiozzare. Non te
ne andrai?
“Ti amo.”
Sussulti e inizi a piangere. È tutta colpa mia. Ti faccio
soffrire con la mia idiozia.
“Perdonami. Sono
tutto sbagliato.” Vorrei solo farti smettere di piangere.
“Sei rimasto qui
tutto il giorno? Al freddo.” Annuisco.
“Perchè?
Dimmi la verità.” Stringo la tua veste talmente forte
che mi fanno male le mani.
“Ti aspettavo. Tu
accendi il fuoco. Senza di te non mi importa di nulla.” Ti sto
davvero dicendo cosa provo?
“Non avevi freddo?”
Sembri sorpreso.
“Si... ma aspettavo
te. Non riuscivo ad alzarmi, a muovermi. Ti ho mandato il messaggio
e mi sono seduto qui. Non sapevo che altro fare... senza di te sono
perso...” Mi prendi il viso tra le mani e mi guardi negli
occhi. Pensi che io stia mentendo? Un altra lacrima mi scivola lungo
la guancia. La segui con lo sguardo finchè non si perde sulla
stoffa dei miei pantaloni.
“Devi scaldarti.
Vieni. Ti alzi, io cerco di seguirti, ma le gambe non mi reggono. Mi
sorreggi, e mi aiuti a sedermi sul divano. Accendi il fuoco. Mi
guardi. A cosa pensi? Vuoi ancora lasciarmi?
“Draco...” Ti
siedi accanto a me sul divano.
“Smetti di
piangere, non me ne vado.” Mi accarezzi il viso.
“Ho pensato di
averti perso.” Mi copro il viso con le mani e riprendo a
singhiozzare.
“Non riuscirei a
starti lontano amore, lo sai.” Mi stringi.
“E' meglio che ti
scaldi. Hai i piedi blu. Sei quasi morto dal freddo.” Ti
guardo e sorrido.
“Non mi importa,
sei tornato.” Ti prendo il viso tra le mani, ti avvicino a me
e ti bacio. Le tue labbra sono così calde.
“Sei gelato. Vieni,
andiamo sotto le coperte, devi scaldarti.” Sei tornato. Farò
in modo che non ti allontani più da me. Soffocherò il
mio orgoglio. Affogherò la mia stupidaggine. Ma sopratutto
non permetterò che passi giorno senza dirti cosa provo per
te.
Mi aiuti a stendermi nel
letto e mi copri, poi ti spogli e entri nel letto con me. Mi
stringi. Sei così caldo. Chiudo gli occhi e mi rilasso tra le
tue braccia.
“Non lo farò
più. Non me ne andrò più così.” Ti
bacio.
“E' solo colpa mia.
Dico stronzate che nemmeno penso davvero. E mi arrabbio pure se non
mi dai retta. Che idiota.” Ti bacio il collo, sospiri.
“Ti amo Harry.”
Ti sussurro all'orecchio. Mi stringi forte.
“Mi sento felice
ora che sei qui con me...” L'ho detto davvero? Mi accarezzi il
viso. Mi guardi spaventato. Che succede?
“Hai la febbre,
chiamo il dottore.” Ti guardo alzarti, mandare un gufo e
rivestirti in fretta. Tossisco, in effetti non mi sento molto bene.
Ho i brividi. Sono stanco.
“Vado a prepararti
qualcosa di caldo.” Annuisco. Nel mentre posso dormire un po'?
Mi sento così stanco...
“Draco.” Chi
mi chiama?
“Draco!”
Harry?
“Forse è
meglio portarlo al San Mungo, se non si sveglia.” Chi è?
“Draco...”
Sembri sul punto di piangere, spalanco gli occhi.
“Draco.”
Sorridi, sorrido.
“Non riuscivo a
svegliarti...” Ti sei preoccupato così tanto per me?
“Dormivo, scusa...”
Cerco di sedermi nel letto. Mi hai messo tu la casacca del pigiama?
Quando? Mi guardo intorno un po' spaesato. C'è la tua amica
Hermione in camera. Hai chiamato lei per visitarmi?
“Ciao.” La
saluto. Lei sospira e sorride.
“Ciao. Ci hai fatto
prendere un bello spavento. Dopo averti dato le medicine non
riuscivamo a svegliarti.” Quanto tempo fa mi avranno dato le
medicine?
“Ora devi mangiare
una minestra calda, e stare a letto al caldo almeno un giorno.
Lascio a Harry le medicine per domani. Se la febbre risale
chiamatemi subito, ok?” Parla più a Harry che a me. Non
la tratto mai bene... dovrei rimediare. Lei si volta per andare via.
“Grazie...
Hermione.” Non voglio continuare a sbagliare. Lei si volta
stupita e sorride.
“Prego... Buona
notte, e riposa.” Le faccio un mezzo sorriso. Più di
questo non riesco. Tu l'accompagni alla porta e torni con un
vassoio.
“Devi mangiare.”
Mi metti davanti il vassoio con la minestra.
“Tu?” Mi
guardi e mi dai un bacio.
“Già
mangiato. Ma resto qui con te” Sorrido, non te ne andrai? Sei
qui con me, e farò di tutto pur di trattenerti. Anche se
questo vuol dire parlare a quella sotuttoio... Mangio in silenzio.
Ma non mi pesa, tu stai sdraiato accanto a me. Quando finisco porti
via il vassoio.
“Ora è
meglio riposare.” Ti spogli e vieni a letto.
“Si...” Mi
sento un po' stanco, ma non ho più freddo.
“Meglio dormire.”
Mi sorridi. Ci abbracciamo.
“Mi sento bene
ora...” Stringo i pugni.
“Scusami per quello
che ho detto.” È la prima volta che mi scuso per un
litigio. Mi stringi forte.
“Ti amo tanto.”
Sento il cuore leggero.
“Anche io...”
No, non devo tornare a fare così. Tu potresti andartene via
ancora...
“Ti amo.”
Sussurro. Così va meglio. Ci baciamo dolcemente. Da oggi le
cose cambieranno amore. Lo giuro.