Inferno.
Morire con
il suo sguardo negli occhi non era stato poi così terribile.
Seishiro
Sakurazuka lo pensava, nel buio che lo inghiottiva, a cui avrebbe dovuto
chiedere urlando il suo perdono.
Ma che,
incoerentemente, gl’impediva di parlare.
Inferno. Perdono.
Non una
singola goccia scarlatta era uscita da quella splendida pelle, fintanto che la
sua esistenza era corrente.
Il suo
giudice avrebbe dovuto prenderne atto, ed infliggergli una pena di circostanza.
In ogni caso, il passaggio da demone a dannato era breve esattamente come aveva
pensato. La sua innocenza era rimasta alla vita.
La sua colpa
era tutta lì con lui.
Inferno. Perdono. Innocenza.
La sentenza
di dannazione per un assassino non nient’altro che l’eco di un colpo inflitto.
Ti colpisce
le orecchie, anche se non vuoi in alcun modo ascoltarlo.
A quanto
pare l’inferno esisteva davvero, e lui c’era dentro fino al collo, anche se non
lo sentiva.
Puniscimi
con tutta la tua onnipotenza, oh signore che tutto governi, oh signore che più
inorridisci di fronte al male che sono, poiché niente potrà distogliermi
dall’idea di non l’aver peccato mai. Il sangue che ho versato fuori dal tuo
altare è tutto qui. Nemmeno una goccia ne manca.
Nemmeno un
anima sfuggirà al tuo giudizio.
Seishiro lo
invocava, ridendo di sé stesso come se non potesse riuscire davvero a crederci.
Eppure
sigarette ed accendino erano nella sua tasca, come ancora piccoli grumi di
sangue rappreso.
Niente di
lui era lì. Niente di lui avrebbe rivisto più. Il buio mangiava fiocchi di fumo
a sazietà.
I ricordi di
lui erano cibo di prima classe.
Inferno. Perdono. Innocenza. Ricordi.
La morte non
è poi così differente dalla vita. Sangue incandescente e grida d’infinita
sofferenza, erano lì com’erano state laggiù.
Lui
sorrideva, allo sguardo disgustato degli orribili centauri, senza scomporsi,
bevendo sangue mai abbastanza dolce.
Il sangue
che davvero voleva era ancora tutto sotto grazia di Dio. Non ne avrebbe bevuto
mai.
Nessun urlo
usciva dalle labbra deformate, scarlatte, beffate. La sua innocenza era ancora
tutta laggiù, dove l’occhio divino su tutto guarda e su nulla agisce. In ogni
caso non ne aveva bisogno. In ogni caso non c’era colpa che avrebbe voluto gli
fosse perdonata.
Fammi
scomparire nel nulla, oh signore che m’hai fatto assassino, perché questo è
quello che sono. Non ho assassinato altro che stupidi oggetti privi di valore.
Tutto ciò che ha valore è ancora lì nella tua corte ceca e sorda.
Il mio più
grande crimine non è mai stato compiuto.
Inferno. Perdono. Innocenza. Ricordi.
Delitto.
Questo
Seishiro Sakurazuka urlava senza parole, con la bocca piena di sangue. Verdetto
di un tribunale privo d’autorità.
Fintanto che
lui avrebbe continuato a respirare l’aria di quel mondo senza giudizio, la sua
anima sarebbe rimasta candida.
Ma non dichiarerà
a gran voce la sua morale distorta.
Urla mute
della logica malata d’un assassino, soffocate dal verdetto inappellabile,
morte, e morte ancora ed ancora nelle profondità dell’inferno.
Bevanda
amara per l’imputato privo d’attenuanti fino alla fine del processo. Che niente
gli venga lasciato tranne il rimpianto, la supplica per quel che non avrà mai
più.
Labbra
rosse, occhi di smeraldo d’una lussuria senza freni e mai consumata, le membra
armoniose dell’angelo più candido.
Nei ricordi
dell’anima fluttuante tutto ciò rimanga. Che non possa sfiorarlo né ora né mai.
Che l’angelo
custodisca tutta l’innocenza rimasta laggiù dove le colpe non sono ancora
giudicate.
Che le
bianche ali ne sopportino il peso per l’eternità.
Questa sia
la condanna.
Inferno. Perdono. Innocenza. Ricordi.
Delitto. Condanna.
A che può
servire mai l’apologia d’un assassino che non può pentirsi?
Quell’angelo
non ne sarà mai più in grado, sommerso dalle sue stesse lacrime.
Il bacio
dell’angelo. Il calore dell’angelo. L’amore dell’angelo.
Il più
grande delitto di Seishiro Sakurazuka resterà incompiuto, così come la sua
gioia.
Fintanto che
Subaru Sumeragi lo penserà nel suo stesso pianto da quel mondo senza di lui.
A che serve
l’apologia d’un assassino?
Non può ridarmi te.
Scritta in appena due ore ieri notte in preda ad un ispirazione
folle!XD
Non ho voluto cambiare niente rispetto a com’era venuta in origine,
quindi fa abbastanza schifo, ma io sono abbastanza contenta! È una di quelle
cose scritte per liberarsi l’anima da un peso, quindi mi sono rifiutata di
modificarla. Perciò accontentatevi! XD se commentata ne sarei semplicemente
estasiata!XD
Owari.