Autore: Alexiel Mihawk
| alexiel_hamona (LJ)
Titolo: Come Atlante
Fandom:
Avatar, the legend of Korra
Personaggi: Korra
Paring: nessuno
Prompt:
Avatar: the legend of Korra, Korra, we are our
choices (Sartre)
Parole: 652
Genere: introspettivo
Avvertimenti: One shot,
spoiler Book4 episode8
Rating: sfw, verde
Note: forse avrei
dovuto postare prima
questa, perché è collegata all’episodio
8, quello filler, e in qualche modo
anche a I’m not the Avatar I used to be. Il prompt mi
è stato lasciato da Kuma
Cla su Livejournal per il Fanfiction Meme. E comunque prometto che
risponderò
alle recensioni, e che la prossima sarà meglio, insomma,
più soddisfacente. Io
ho sempre le ansie quando scrivo Korra. Atlante è il titano
che regge la volta
celeste, porta l’intero peso del cielo sulle sue spalle.
Come
Atlante
La grandezza di
un
uomo risiede per noi nel fatto che egli porta il suo destino come
Atlante portava
sulle spalle la volta celeste.
Milan
Kundera
Korra
ha sempre voluto essere l’Avatar.
Per
lei non si è mai trattato di un peso, di un obbligo o di un
fardello; salvare
il mondo, riportare l’equilibrio, essere l’eroe
è sempre stato il suo sogno.
Fin da quando era bambina ha sempre avuto le idee molto chiare su
ciò che
desiderava e si è prodigata per anni affinché il
futuro che immaginava divenisse
realtà.
Quando
ci è riuscita, quando ha imparato a dominare tutti gli
elementi (e anche
qualcuno in più), si è resa conto che
l’equilibrio è uno stato mentale, uno
stato mentale che doveva conquistare con le unghie e con i denti, che
doveva
raggiungere ogni volta lottando contro tutto e contro tutti, e
soprattutto
lottando contro se stessa.
Ha
imparato che il vero nemico non ha mai sembianze fisiche, non ha un
corpo di
carne e sangue e non lo si può sconfiggere prendendolo a
pugni (e questo è un
vero peccato perché Korra è fantastica nel
prendere a pugni le cose); il vero
nemico arriva dall’interno, la sveglia nel mezzo della notte
e striscia lungo
il bordo del suo letto sussurrandole nell’orecchio.
Il mondo non ha
bisogno di te, dice
il nemico.
Korra
ripensa alle sue azioni passate e, chissà, forse la voce ha
davvero ragione,
forse tutto ciò che ha fatto non ha portato altro che ad un
susseguirsi di
conseguenze negative; il mondo è ancora instabile,
è ancora privo di un
equilibrio e, d’altra parte, come può lei sperare
di darglielo quando non
riesce a trovarlo nemmeno per se stessa?
Vorrebbe
avere di nuovo Aang al suo fianco, vorrebbe poter parlare con Roku,
Yoshi,
Kuruk, con ognuna delle sue incarnazioni precedenti, fino ad arrivare a
Wan, ma
al momento non riesce nemmeno a parlare con Rava e la cosa la porta ad
essere
sempre più convinta di avere perso la strada.
Tutto
ciò che hai
fatto è stato un fallimento,
dice il nemico.
Forse
è vero, forse no, ma ogni volta che Korra riesamina il suo
passato scopre quanto
sia stata impulsiva, quanto fosse spaventata e, a suo modo, debole;
rivede i
tradimenti, le delusioni, le mancanze e scopre che come Avatar, dopo
tutto, non
è mai stata granché.
Però
poi c’è Asami, e c’è Tenzin,
ed entrambi sostengono il contrario; la
incoraggiano, la spronano, le dicono che ha fatto più di
quanto chiunque altro abbia
fatto prima di lei, più di Roku, più di Kyoshi,
forse anche più di Aang. Le
raccontano storie di avvenimenti che ha vissuto in prima persona,
evidenziando
elementi e gesti da lei compiuti che aveva rimosso dalla memoria (e non
osa
ammettere di averli relegati in un angolo di proposito), sostengono che
ha
salvato il mondo, lo ha reso migliore e ha dimostrato di essere
l’eroe che ha
sempre desiderato essere.
Korra
non sa bene a chi credere, se a loro o al nemico, perché il
nemico ha occhi bianchi
come la neve e lunghi capelli castani, indossa vestiti della
tribù dell’acqua e
quando sorride le sembra di guardarsi allo specchio.
La
verità è che Korra non è sicura di
riuscire a sopportare il peso delle sue
scelte, non è sicura di dove la condurranno le decisioni che
è costretta a
prendere ogni giorno, è terrorizzata dalle possibili
implicazioni future, da
quello che sarà, da quello che potrebbe essere. Non per
questo, tuttavia, ha
intenzione di arrendersi; l’Avatar non molla,
l’Avatar non indietreggia,
l’Avatar avanza e combatte, a qualsiasi costo, a qualsiasi
prezzo. Il peso
delle decisioni del suo passato Korra lo porta sulle spalle e sa che
dovrà
aggiungervi anche il peso delle decisioni future, si rende conto che
sono le
scelte che ha compiuto e che continua a compiere che definiscono il suo
essere,
che la definiscono come essere umano, come Korra, come Avatar.
Korra
ha sempre voluto essere l’Avatar, ora scopre che non le basta
più.
Korra
vuole essere l’Avatar di cui il mondo ha bisogno
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