Per l'onore di Camelot.

di Hank_
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Artų quel giorno lo capė.

Capė che non importava quanto le cose andassero male, non importava fino a che punto il suo popolo gli si fosse rivoltato contro. Fosse caduto il cielo, lo avessero pure messo in ginocchio; con Merlino al suo fianco si sentiva il pių potente dei re.
Dentro alla loro tenda quella notte non vi erano state nč cospirazioni nč sortilegi, solo due respiri congiunti cosė tante volte, da sembrare adesso uno solo.
Anche se per poco, il solo sfiorarsi delle loro pelli riusciva a lenire il brutale pensiero delle prossima sanguinosa battaglia.
Adesso perō l'alba incombeva inesorabile, e a poco a poco si trascinava dietro tante di quelle preoccupazioni, che delle menti sgombre di qualche ora prima non vi era pių traccia.
<< E se dovessi... >> Nel tono del giovane sovrano si percepiva ormai come una vena di rassegnazione.
<< Non pensarci nemmeno, tu non te ne andrai adesso, non cosė. >>

Merlino lo stringeva forte al petto, come a volergli trasmettere un po' del suo stesso battito, della sua stessa vita.

I primi raggi del sole picchiavano gentili sulla stoffa rossa ed i ceppi incrociati che gli avevano fatto da alcova.
Tutto in quell'aria era teso, perfino i fiati condensati dal freddo.
Adesso Merlino ne era sicuro, non era la temperatura fin troppo bassa a farlo tremare, ma il terrore di non potersi pių risvegliare accanto al suo principe.
Quel logorante pessimismo lo faceva infuriare con se stesso. Come poteva pensare che Artų, lo stesso Artų che adesso gli era letteralmente aggrappato ai fianchi, fra qualche ora non sarebbe pių stato lė?
Sentiva che se fosse morto in battaglia, i sottili fili che reggevano la sua esistenza, legata inesorabilmente a quella dell'amato, si sarebbero a poco a poco consumati, come erosi dal dolore, lasciandolo precipitare nel baratro della disperazione.
<< Non andare. Lascia che siano gli altri a combattere, resta con me. >> La sua voce era cosė strozzata e flebile, da risultare quasi impercettibile.
<< Questa é la mia battaglia Merlino, devo essere io a combatterla, per l'onore di Camelot. >>
Il giovane mago cercava di immortalare ogni singolo particolare di quel viso teso in un sorriso che inutilmente pareva voler mascherare un incontrollabile senso di vuoto, di perdita.
Mentre fuori l'incanto della notte era ormai finito, e il resto dell'esercito apriva gli occhi nell'alba dell'ultima battaglia.

 





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