Life as we know

di Jordan Hemingway
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#Guida
“Destra! Ho detto destra!”
“Ora gira a sinistra! Sinistra!”
“Idiota! Il semaforo era rosso!”
“Le strisce! Hai investito la vecchietta e il suo cane!”
“Non entrare in rotonda a questa velocità…Rallenta!”
Italia frenò giusto il minimo indispensabile ad evitare che l’auto si schiantasse contro l’aiuola della rotonda, poi schiacciò l’acceleratore e proseguì imperterrito nella sua corsa.
Era così bello guidare la Volksvagen di Germania.
 
 
#Kit di sopravvivenza
Ludwig controlla accuratamente la sacca davanti a lui: ogni oggetto è stato classificato, diviso ed impilato in modo funzionale, dalle munizioni alle scorte di medicinali. Si concede un sorriso di soddisfazione: l’Asse avrebbe potuto sopravvivere per mesi grazie ai suoi accorti preparativi.
“Germania!” La porta della stanza si apre e una serie di scatole di pasta e lattine di pomodoro si rovescia sopra la sacca e il letto, trascinando Ludwig con sé. “Ho iniziato a preparare le scorte per il viaggio!”
 
 
 
#Ladro
“Non è rubare! E’ solo un prestito a lunga scadenza!” E’ quello che Italia dice sempre quando Germania lo costringe a sedere su una sedia scomoda con una lampada accecante davanti agli occhi, nel tentativo di farsi ridare la sua pentola per cucinare i wurstel (in cui ora galleggiano una gran quantità di spaghetti pronti per essere scolati).
 
 
# Orologio a cucù
Germania è un soldato, non ci può fare nulla: per quanti orologi a cucù possa riparare non sarà mai un artigiano abile come lo è Italia (quando questo decide di darsi da fare). Anche ora Ludwig confronta il suo cucù con quello di Feliciano, decorato e intarsiato fino a diventare un piccolo capolavoro. Il suo invece è spoglio, austero, non sfigurerebbe in una caserma (in effetti, a quello pensava mentre lo costruiva).
Anche per il fatto che solo uno dei due indica l’ora esatta, con intervalli per rancio e turni di guardia.
 
 
#Autobus
“E’ mai possibile che tu non riesca a rispettare una fila?” Tuona Germania, cercando di afferrare Feliciano per la collottola e trascinarlo di nuovo al suo fianco (al giusto posto nella fila).
“Ve, Germania! Prendiamo i posti in fondo!” E non si capisce come, ma adesso Ludwig è in cima alla fila assieme ad Italia, con le orecchie rosse di imbarazzo per gli insulti degli altri passeggeri che cercano di salire sull’autobus.
Deve ammettere però che per stare sul fondo dell’autobus assieme ad Italia, che si agita e ad ogni curva si schiaccia contro di lui, ne valeva la pena.



Salve! Questo è il mio primo tentativo di scrivere qualcosa su questi due... Se vi va, lasciatemi un parere!




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