l'orlo dell'ovvio
L'orlo dell'ovvio
E’ come
aspettare che la pioggia si rovesci da un cielo plumbeo, aguzzando lo
sguardo nel tentativo di scorgerne le prime, trasparenti stille
nell’aria palesemente impregnata di umidità.Indugiare
sull’orlo dell’ovvio eppure, per qualche strana ragione,
non sortire alcun risultato: quelle nuvole gravide tratterranno crudeli
e implacabili il frutto del loro ventre fumoso, e non lasceranno per
nessuna ragione che tu te ne possa beare; quel tanfo pluviale
rimarrà sospeso per le strade per un tempo indefinibile, fino a
diventare indigesto.
Il suo sorriso – il suo ghigno sin troppo servile per apparire
sincero – continuerà a tirare le labbra di lui
impeccabile, negli occhi gli balenerà solo per un istante un
lampo cremisi,colpevole tentazione, ma poi esso si estinguerà, e
a te parrà solo di essertelo immaginato; e allora continuerai a
danzare, con lui, col diavolo, sulle note di una pioggia che non odi,
ma sai, lì, sull’orlo dell’ovvio.
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