Who'll stop the rain?

di Spanish Johnny
(/viewuser.php?uid=789799)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


10 Giugno 2012. I quattro fan sono in treno, in fibrillazione già alle 8 del mattino. Si apprestano per arrivare a Firenze, città dove si terrà una delle tre tappe italiane del “Boss”, Bruce Springsteen. E’ la prima volta che lo vedono dal vivo. Tutti ne parlano come una forza della natura, nonostante i suoi 64 anni suonati. In fila si trova gente di tutte le età. Bambini, adolescenti, ma soprattutto adulti. Tutti con almeno una maglia in suo onore. I più audaci indossano Ray-Ban, bandana americana, e jeans anni 80 (quelli chiari monotinta, per intenderci). Il concerto inizia. L’intro non poteva essere migliore: si attacca sulle note di Ennio Morricone. Bruce esce, si sforza a completare una frase in italiano: “Ciao Firenzi, siete pronti? One, two, three…” e da li è stata un’onda rock continua, insormontabile. Nonostante la pioggia incessante, tutto lo stadio continua a saltare ad ogni singola canzone. Il momento epico è stato durante “The river” con la pioggia battente, lo stadio al buio, e lui a suonare da solo con la sua armonica. La scaletta prende la sua forma, passando per le richieste dei fan. C’è chi chiede sue canzoni, chi invece “Burning Love” di Elvis. Lui non si arresta mai. Dà un segnale alla E-street band, e una nuova canzone inizia. Dopo quasi tre ore di concerto la pioggia continua a cadere sempre più forte. Alcuni cedono e vanno via. Altri, come quei quattro ragazzi, senza alcun ricambio, senza ombrelli, senza keway, sono ancora li a cantare a squarcia gola. A un certo punto Bruce si interrompe. Osserva lo stadio in preda al diluvio aspettare un suo gesto. Lui è quasi incredulo di fronte a tanta caparbietà dei fan. Così ci tiene a ringraziarli con un “Firenze, you are fucking die hard!”, e intona le note di “Who’ll stop the rain” dei Creedence clearwater revival.

I quattro ragazzi sono ancora lì. Fradici. Senza neanche un indumento asciutto, ma increduli. Increduli di fronte a tanta magnificenza. Increduli di fronte a tanta bravura del Boss. Increduli di fronte al potere della musica di tenere attaccate alle sedie dello stadio 40.000 persone, nonostante un nubifragio. Da li è nata una splendida amicizia, e un amore rafforzato per Bruce. Amore rinnovato l’anno dopo nel concerto di Roma….




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2941969