Just a tiny letter for him

di Aru_chan98
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Quanto tempo è passato dall’ultima volta che ci siamo parlati con affetto? Quanto tempo è passato da quando pronunciavi il mio nome sorridendo? O da quando correvi ad abbracciarmi? Ormai ho perso la cognizione del tempo passato dall’ultimo ricordo felice che ho di te. Saranno passati 100 anni? 150? Non lo so, ma è comunque tanto tempo. Ma non importa quanti anni siano passati, non ti ho mai dimenticato. Ogni volta che esco di casa spero d’incontrarti e, da quando hai cominciato a prendere parte ai meeting di noi nazioni, ho cominciato a sperare che tu ti accorgessi di me. Ma non l’hai mai fatto e quegli occhi celesti non mi sono mai sembrati tanto freddi. Non fraintendermi, non ti ho perdonato. La colpa di questa situazione potrebbe essere anche in parte mia, ma non sono stato io il primo ad alzare il moschetto. Che poi, alla fine non puoi nemmeno dire che io non mi sia rassegnato e ti abbia lasciato libero. Tutto questo silenzio viene da te, perché io sarei pronto a ricominciare. In fondo il tuo obiettivo non era farmi vedere che potevi cavartela da solo come individuo e non come colonia? L’hai raggiunto, ma allora perché ti ostini a rimanere in silenzio? So bene che le cose non torneranno mai più come prima, ma perché non possiamo ricominciare? Io ho aspettato a lungo d’incontrarti prima di conoscerti, e stai certo che ti aspetterò finché non tornerai da me. Anche se dovessero volerci altre decadi, io ti aspetterò. È una promessa.
                                                                                                                                                         

                                                                                                                                    Tuo
                                                                                                                                     Arthur Kirkland






Inghilterra ripensò alle parole contenute in quella piccola busta che teneva stretta tra le mani. Ora che era lì, davanti alla porta della casa di America, il piano che aveva ideato per consegnargli quella lettera gli sembrò così difficile da mettere in atto. Aveva pensato di suonare il campanello e affrontare quegli occhi ghiacciati, ma all'ultimo il coraggio gli era mancato. Si chinò e infilò la lettera sotto la porta dell'ex-fratello e se ne andò con tutta la fretta possibile, dopo aver suonato il campanello. "Ti va davvero bene così?" gli chiese una fatina e l'inglese annuì, mentre tornava al posto dove stava per il meeting che si sarebbe tenuto l'indomani. "Anche se è probabile che non la leggera?" gli chiese nuovamente, "Si, davvero, va bene così"





Piccolo Angolo dell'Autrice:
Che dire, una storia alquanto misteriosa, specie sul finale. Adesso sta a voi decidere, America leggera o meno la lettera recapitatogli? O farà come la fata ha detto? A me piace pensare che Iggy, anche se dice alla fata che gli va bene così, in fondo speri con tutto il cuore che America legga quella lettera. mi scuso se Iggy sembra OOC, però mi era davvero piaciuta com'era venuta la storia

 




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