Lo Scriverò Nel Vento

di Iuile
(/viewuser.php?uid=668742)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Eravamo nelle mie stanze. Mano nella mano, forse per l'ultima volta.
Ero letteralemente spezzata dal fatto di poterlo perdere.

Una regina non governa da sola. Dio nomina colui che deve proteggerla ancor prima che lei lo voglia, mia cara.

"Mary.."

"Mio amato. Per così tanto ti ho desiderato.."

"Non parlarmi come se fosse l'ultima volta. Vederti piangere è peggio dell'essere trafitto da una lama, lo sai".

Troppo tardi. Non ero riuscita a cacciare indietro le lacrime, non prima che se ne accorgesse. Mi abbandonai al peso delle lacrime in fondo ai miei occhi, e gli afferrai il braccio come se dovessi aggrapparmi a lui per poter respirare ancora. Per sopravvivere.

"Anche dopo la peggiore delle tempeste il sole si affaccia in cielo, ricordalo. Ho - abbiamo - una vita davanti a noi. E due regni. Non permetterei a nessuno, nemmeno alla Signora Nera in persona di separarci".

Strinsi la bocca in una linea sottile.

Una regina deve essere forte. Forte tanto da sopportare il peso del Cielo, l'impeto del Mare selvaggio e il soffio violento del Vento. A costo di uscirne senza più senno e ragione. A costo di varcare la soglia di un punto di non ritorno. 

Mi sporsi quel tanto che bastava da sfiorare appena le labbra di mio marito. Quelle labbra che prima apparivano tanto come un peccato capitale e ora si rivelavano il mezzo della mia più sentita preghiera. Gli allacciai le braccia al collo 
e gli affondai il viso nell'incavo perfetto del collo. Per placare i miei singulti, per cercare di imprimermelo nella mente, nonostante Francis fosse sempre stato fra i miei pensieri più frequenti, come se ne andasse della mia vita assicurargli un posto nella mia mente e tutto lo spazio disponibile nel mio cuore. E così sarebbe sempre stato. Quello fece scorrere una mano delicato lungo la cuva della mia schiena, sfiorando appena il prezioso broccato del colore delle rose rosa dei Giardini Reali Scozzesi, e cercò ancora le mie labbra. Io gliele negai con un sorrisetto appena accennato. 

"Tornerai, e quando lo farai, sarò più tua di quanto non lo sia già ora".

Sorrise e scosse la testa. I riccioli biondi rifletterono tutti le sfumature accese delle torce.

"Nel tempo che ci separerà, urlerò ai mari e scriverò nel vento il mio amore, così che tu non sia mai sola, amore mio"

Sobbalzai leggermente. La parola sola mi turbava nel profondo. Sorrise ancora, e si avvicinò repentinamente, demolendo definitivamente la breve distanza che ci teneva separati. Respirava piano contro la mia bocca.

"Tanto più t'amo, quanto più mi fuggi, mia bella".

Le sue ultime parole. Quell'ultimo attimo in cui la sua bocca ha sospirato contro la mia.
L'ultimo attimo in cui sono vissuta davvero.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2949868