Let's stay together

di AngyHufflepluffLewis
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Scusatemi tanto per il ritardo, volevo aggiornare tipo tre settimane fa ma il computer era completamente andato e non c’è stato modo di ripararlo! Ecco a voi l’ultimo capitolo della storia, spero vi piaccia!
AngyHufflepluffLewis
 
EPILOGO
Il vento freddo mi scompiglia i capelli castani legati dalla solita treccia scomposta, il crepuscolo crea ombre curiose tra i pini e gli abeti della foresta e io sono seduta in questo tronco di cedro tagliato, profumato e straordinariamente comodo, pensando a quella che era, e che è, la mia storia. Non fa mai male, a mio parere, riflettere ogni tanto sul proprio percorso in questo mondo, vedere se il tempo che ci è stato concesso è stato usato nel modo giusto. E mentre vedo mia figlia correre leggera tra le foglie secche di inizio autunno, danzare insieme al vento che le smuove e ridere allegramente, in questo momento, mi rendo conto che il mio tempo non è mai stato usato meglio. Non è possibile comprendere quanto la mia bambina possa avermi cambiato la vita, così come è difficile capire l’amore incondizionato che provo per lei. Non è paragonabile all’amore che provo per Peeta, o per la mia piccola Prim e per Rue. Insomma, mia figlia è unica e speciale, e alcune volte la paura che le possa succedere qualcosa di male mi distrugge dentro.   
Ora come ora penso che, come potrei chiedere una vita migliore di questa? Come potrebbe andare meglio?                                                       
Insomma, sarebbe assolutamente pretenzioso da parte mia chiedere di più di quello che già ho, cercare la felicità quando ce l’ho già davanti ai miei occhi.                                                                                                                              
E poi io ho preso parte a così tante realtà.                                                                           
Ho visto la morte più e più volte.                                                                               
Ho visto il male secondario infondere valori raccapriccianti e tirannia tra la popolazione.                                                                                                              
Ho visto decisamente troppo.                                                                                                               
Ma guardate ora, io e il mio ragazzo del pane felici come non mai, insieme alla nostra bambina, nonostante le cicatrici profonde del nostro passato che ogni giorno si fanno sentire, in un modo o nell’altro.                                                                                                         
All’improvviso sento Peeta al mio fianco, seduto sull’erba alta e incolta, che mi guarda chiedendosi probabilmente cosa mi passa per la testa. Mi giro verso di lui e un sorriso mi spunta automaticamente in viso, come d’incanto. La sua presenza è sempre più essenziale per me. A volte il mio ruolo di madre viene sopraffatto dal mio egoismo, dal mio voler scappare da tutto e da tutti, dai miei incubi, e ogni qual volta mi succede Peeta mi fa reagire e mi aiuta come sempre a non farmi annientare dalla parte buia di me.                                                                                                                                  
-Non è meravigliosa, Katniss?- mi dice, interrompendo i miei lungi pensieri e osservando la nostra piccola creatura saltare e giocare in lontananza.                                                                                                                 
-Alcune volte penso di non meritarla- mormoro io, abbassando di conseguenza lo sguardo. Dopo un lungo silenzio, continuo:                                                           
-Penso che quei suoi capelli biondi cenere, i suoi begli occhi grigi così simili ai miei, sono troppo per una persona come me. In lei vedo la tua stessa automatica gentilezza verso il prossimo e il mio temperamento, vedo la leggerezza di Rue e colgo nella sua voce il tono con cui Prim mi parlava una volta, vedo pura bellezza. È tremendamente fragile la mia bambina, ma anche straordinariamente forte. Un’po’ come le piume. Al primo impatto sembra come se potessero spezzarsi da un momento all’altro ma in realtà sono molto di più. Hai mai provato a spezzare una piuma? L’hai vista volare, l’hai ammirata, l’hai amata e l’hai vista con nostalgia andare via trasportata dal vento, non hai mai fatto niente per eliminarla. E sai perché? Per quanto c’è di bello in quel bianco candido, in quella delicatezza indistruttibile. E lei è così. È lei è vulnerabile ma, troppo bella per essere distrutta-                                                                                                              
Peeta mi guarda per un attimo sorpreso, stupito da ciò che ho appena detto, poi mi sorride come solo lui sa fare e mi dice:                                                             
-Poi mi chiedi perché ti amo così tanto, sei meravigliosa.-                                                                     
E nell’accecante bellezza della parola “amore”, lui mi posa una dolce e lento bacio, quelli che fanno letteralmente invidia al mondo, assaporo le sue labbra colme del suo calore e della sua soavità, metto le mani tra i suoi morbidi capelli biondo cenere striati di grigio e mi godo questo momento in cui sembra che esistiamo solo io e lui, nient’altro che noi.                                                                                                                                            
-Mamma, Papà per favore basta!- dice una vocina candida, che buffamente si copre gli occhi con le manine ancora piene di fango. Entrambi la guardiamo sorridendo, quanta innocenza in un essere così piccolo!                                                  
-Capirai quando sarai più grande paperella- le dico io, dandole un buffetto affettuoso sulle guance rosee dal freddo gelido.                                                                    
-Io non credo che farò mai una cosa del genere, e anche Elias è d’accordo con me!-                                                                                                                  
Io e Peeta scoppiamo a ridere, e lei come al solito ci fa il broncio che dura più o meno fino a quando non trova un altro argomento di cui parlare. È quello il bello dei bambini, si scordano facilmente dei problemi e delle litigate, non riescono ad evitare di essere felici. -Su, basta con le chiacchiere, dobbiamo tornare a casa dolcezza, si sta facendo tardi- afferma Peeta prendendola in braccio e posandola sulle sue possenti spalle. Nonostante le sue proteste riusciamo ad incamminarci, nel mentre la mia bambina mi mostra tutte le foglie aranciate e le piante secche che ha raccolto, mi racconta come alcune di quelle siano presenti nel libro che un tempo era di mio padre e che io e Peeta abbiamo deciso di continuare. Arriviamo nel confine tra la folta foresta e il distretto 12, ormai senza la recinzione elettrificata. Il distretto è stato quasi completamente ricostruito, gli edifici sopravvissuti al bombardamento sono stati ristrutturati, le bombe non esplose rimaste ancora libere per le strade sono state eliminate, la scuola è stata riaperta e nonostante niente sia come prima, è comunque meglio della tristezza che emanavano le macerie e i resti di ciò che era stata la rivoluzione.                                                          
Appena arriviamo al Villaggio dei Vincitori vediamo Haymitch che cammina avanti indietro per il vialetto, il viso caratterizzato dalla sua solita espressione annoiata e adirata, con la boccetta di whisky incendiario svuotata completamente.                                                                                                        
-Zio Haymitch!-                                                                                                              
La mia piccolina scende dalle spalle del suo papà e corre ad abbracciare quella figura incavolata, nonostante i soliti grugniti di protesta.                                                                                    
-Hai di nuovo litigato con Effie, Haymitch? Non puoi mai dare pace a quella povera donna vero?- domanda Peeta, riprendendo tra le braccia la bambina.            
-È lei quella che non mi da mai pace, mica io! Non posso fare o dire qualcosa che quella testa calda subito mi sbraita contro! Basta io ho chiuso con quella donna!- dice sbiascicando le parole.                                                                                   
-Vedrai che fra un’po’ tornerai da lei di nuovo, strisciando e chiedendo perdono. Non puoi fare a meno di lei- dico io, guardandolo con aria di sfida.                                                  
-E tu cosa cavolo c’entri, dolcezza?                                                                                  
-Basta Haymitch, cerca di smaltire la sbornia e vedrai che si risolverà tutto come sempre!- esclama Peeta, dandogli una pacca poco gentile sulla spalla. Emette un altro grugnito in risposta, e poi si allontana camminando verso il Forno non prima di strofinare affettuosamente la testolina bionda della bambina e di lanciarmi un ultimo sguardo truce dettato dall’alcol.                                                               
Appena entrati in casa, la piccola corre subito a farsi un bagno e Peeta comincia a preparare la cena. Lui è così familiare ai miei occhi, la sua figura accovacciata davanti al forno della cucina, la mascella e i muscoli contratti e lo sguardo attento, in attesa delle sue deliziose focaccine al formaggio, non può essere più gratificante. Più o meno nove anni fa io vedevo in lui sempre una nota di amarezza all’ora dei pasti, lo leggevo nei suoi occhi ed era appena percettibile e subito cancellato dal suo solito sorriso. Sapevo, nonostante cercasse di nasconderlo, il perché del modo in cui osservava il terzo posto a tavola, un tempo sgombro. Ora invece non può essere più felice di vedere lei occupare quel vuoto nella sua vita, quella sedia mancante. Il suo viso si illumina ogni volta che lei gli chiede di disegnare qualcosa nelle sue torte, un cuore o un fiore avvistato nella foresta, o quando aiuta a preparare i biscotti all’essenza di primule o le focaccine.                                                                                               
E io non posso che essere grata a chiunque mi abbia mandato una creatura così meravigliosa che rende felice l’unica persona che abbia mai veramente amato e che amo, a farmi compagnia nel corsa ad ostacoli che è la vita e a farmi innamorare sempre di più della piega del suo sorriso sincero. Mi ricordo che nove anni fa io non mi credevo pronta, e anche prima ero sempre più convinta che non avrei mai avuto un bambino. Ma Peeta, con il suo amore, mi ha convinta ad andare avanti nonostante tutto, nonostante la mia riluttanza.        
La notte è ormai scesa, la luna argentea ha preso il posto del sole, gli alberi sembrano figure avvolte in mantelli neri, gli occhi cangianti dei gufi sembrano luminarie nell’oscurità e il silenzio regna, tranne che per i rimproveri di Effie e le bestemmie di Haymitch che, nonostante provengano dall’altra parte del villaggio, si sentono fino a qui. La bambina dorme beata, o almeno è quello che ci vuole far credere, ed io e Peeta stiamo insieme nel letto abbracciati aspettando che Morfeo ci accolga e sperando che gli incubi non abbiano la meglio su di noi. Parliamo, nell’attesa, di tutto quello che ci è successo durante il giorno, ci coccoliamo e ridiamo anche.                                                                                                
Dopo qualche tempo Peeta pronuncia l’ultimo “Ti amo, Katniss” del giorno, a mio parere quello più importante, e si addormenta. Io invece rimango sveglia, appoggiata delicatamente al suo petto che si alza e si abbassa regolarmente. Penso a questa vita come in un libro, non è né la fine né l’inizio, solo la parte della mia storia preferita, quella che vorresti rileggere più e più volte.              
Ci sono ancora tante di quelle sorprese da vivere, ma anche tante delusioni, tante frasi ancora da dire, tante scoperte da fare, come il fatto che sono incinta. Di nuovo. Ma ci vorrà tempo per questo, per la prima volta nella mia vita sento che non sto per morire da un momento all’altro, che posso fare e agire, dire e capire, e soprattutto amare, in tranquillità. Ed è una sensazione bellissima.                                                                                                     
Quindi questa sono io? È questa la vita? Domande come queste mi perseguitano.                                                                                                                                
Infiniti cortei di infedeli.                                                                                      
Città gremite di stolti.                                                                                                                
Che v’è di nuovo, che v’è di buono in tutto questo, o me o vita?                                  
Risposta:                                                                                                              
Che io sono qui, che la vita esiste e l’identità.                                                                                  
Che il potente spettacolo continua e io posso contribuire con un verso.                                             
Che il potente spettacolo continua e io posso contribuire con un verso.                   

Quale sarà il mio verso?
 
 
 
 
 
Allora innanzitutto voglio ringraziare l’unica persona per cui darei la vita, la persona più importante per me: mia sorella, che nonostante non abbia mai letto la mia storia(non volevo fargliela leggere u.u) mi ha sempre sostenuta. Poi voglio ringraziare una mia carissima amica, nonché la mia parabatai, Alice. Ti amo tanto, lo sai.                                                                                                       
Infine volevo ringraziare voi, miei cari lettori, che mi avete alzato l’autostima molte volte e mi avete fatto sentire speciale quando nessuno lo faceva. Non pensate di esservi liberati di me facilmente, io tornerò!*voce da cattivo disney*                                                               
Vi amo tributi, shadowhunters, nascosti, divergenti, velocisti e maghi(vi amo tutti)!                                                                                                                                
Dopo tutto questo tempo?

Sempre.    
AngyHufflepluffOdair                                                                                  




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