Cena con delitto

di Little Redbird
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Cena con delitto.

 

“Io l’avevo detto” ripeté Mycroft per l’ennesima volta.
Sherlock roteò gli occhi. Suo fratello adorava avere ragione, e adorava farlo notare.
Due ore. La cena con delitto organizzata da Greg era durata solo due ore, compreso il tempo di organizzazione e pesca dei personaggi.
“Cosa pretendevate?” domandò infastidito Sherlock. “Invitate l’investigatore privato più bravo del paese – probabilmente del mondo -, nonché la persona più intelligente che ognuno di voi conosca, ad una ‘cena con delitto’ organizzata piuttosto male, con personaggi piatti e trama prevedibile e vi aspettate che io non risolva il caso in un’ora?” Sbuffò. “Ho aspettato un sacco prima di rivelare il colpevole perché non volevo rovinarvi la festa.”
Gli invitati lo guardarono spazientiti. Se l’erano aspettati tutti, avevano soltanto dimenticato quanta poca decenza Sherlock Holmes avesse.
“Io l’avevo detto che dovevi fargli fare la vittima. Almeno sarebbe rimasto zitto per un po’.” Mycroft si rivolse annoiato a Greg.
Sherlock lo guardò stizzito. “Se fossi stato la vittima, mi sarebbe toccato svelare da solo il colpevole. Non ci sareste arrivati mai.”
Greg sospirò rassegnato, consolando la signora Hudson, che si lamentava di essersi preparata per ore per partecipare.
“Purtroppo nemmeno io potevo conoscere la vittima ed il colpevole in anticipo” mormorò.
John si alzò lentamente dal pavimento; una macchia di sangue finto sulla camicia. “Abbiamo finito? Posso alzarmi?”
Greg annuì e lui si tirò su, spolverando il completo nero.
“Avresti potuto aspettare un altro po’, Sherlock” gli disse bonario.
L’altro lo guardò intensamente. “Non permetto che ti uccidano e la passino liscia, John.”
Nessuno obiettò.

                                              




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