FALLIMENTO
Quella parola, quella maledetta parola, ancora risuona nella mia
mente mentre esco dalla stanza, chiudendomi la porta alle spalle.
Sono mesi che vado avanti così. Mesi
che le porte che mi chiudo alle spalle sono tante quante quelle che mi
vengono sbattute in faccia.
Fin’ora ho continuato a dirmi
“Dai, Ryan, resisti, ce la farai, la prossima volta
sarà quella buona”. E allora tornavo a casa,
scendevo nella sala prove nel seminterrato e provavo, provavo, provavo:
per ore e ore, ogni giorno.
Perché la prossima volta doveva essere
quella buona. Perché dovevo essere al meglio, dare il
massimo.
Ce l’avrei fatta, lo sapevo.
Ora non lo so più.
Quello che so è che
nell’ultimo anno e mezzo non ho ricevuto altro che risposte
negative, e non ho più voglia di pensare alla prossima
volta. Non ho più la forza di dirmi che la prossima volta la
risposta sarà si.
Tremo, mi sento morire, all’idea di
sentirmi dire ancora una volta: “Mi spiace, sarà
per la prossima volta.”
Odio, odio quel “Mi spiace”
pronunciato dagli esaminatori dei provini in tono spento, impersonale,
come se godessero nel farti capire che non è
così, che in realtà non gliene frega niente.
Detesto quel “Sarà per la
prossima volta”, che sembra venir detto apposta per darti
false speranze, per farti credere che ce la puoi fare quando non
è così.
Stupido. Sono stato uno stupido
Ci credevo davvero. Credevo che ce
l’avrei fatta. Ne ero certo, sicuro di avere il talento
necessario.
Quanto sono stato idiota.
Il ballo è sempre stato tutto per me.
C’era il canto, dite?
Beh, sbagliate. È vero, ero bravo a
cantare. Ma anche Sharpay lo era, e lo era più di me.
Nel ballo, il migliore sono sempre stato io. In
famiglia, a scuola, a Lava Springs… nessuno era al mio
livello. Mia sorella chiedeva il mio aiuto per le sue coreografie, i
Wildcats mi hanno chiesto collaborazione al Talent Show.
E io, come un’idiota, ho creduto che
significasse qualcosa… non voleva dire nulla.
Si, è vero, ero il migliore. Ero il
migliore ballerino di un piccolo universo ovattato con confini molto
stretti in cui, in effetti, alla maggior parte delle persone il ballo
neanche interessava.
Non avevo mai considerato che una volta fuori,
fuori dalle mura protettive di un mondo in cui tutti erano sempre
pronti a restare impressionati dalla mia bravura, quel mio talento su
cui facevo affidamento sarebbe risultato misero, nel migliore dei casi
mediocre.
No, non faccio pena… non sono un
cattivo ballerino.
Ma nella massa, tra una folla di ballerini con la
mia stessa preparazione, io svanisco.
Ero così certo di riuscire che non ho
mai nemmeno preso in considerazione che la realtà potesse
essere differente.
E così, oggi, il macigno che mi opprime
è ancora più pesante.
Fallimento.
È così, Ryan Evans ha
fallito.
Nell’unica cosa in cui sentivo di essere
migliore, in cui sapevo di avere qualche chance per distinguermi, mi
ritrovo a malapena nella media.
Ho fallito, nell’unico obiettivo che
avevo nella vita.
Fin’ora, ho percorso la strada della
danza. Ogni singolo passo che ho mosso nel grande universo della vita
era finalizzato a raggiungere quest’obiettivo.
Ma adesso?
Cosa dovrei fare ora che l’obiettivo si
è rivelato disperatamente al di fuori della mia portata?
Cosa me ne faccio adesso degli anni passati a
provare, ad inventare coreografie, a migliorarmi?
So cosa direbbero i miei genitori: tesoro, con la
danza è andata male, ma ci sono altre cose che puoi provare.
Loro non capiscono.
Non riescono a capire cosa significa fallimento.
Non è solo il mio futuro che viene
influenzato: è anche il mio passato, ogni singolo istante
della mia vita che mi ha portato a questo. La consapevolezza di aver
fallito mi porta a rivivere la mia vita a ritroso, a dilaniarmi nella
furia di ogni momento sprecato a correre dietro a quello che, ora lo
so, non era altro che un sogno irraggiungibile.
E per la prima volta, seriamente, sono davvero
conscio di cosa significa fallire: significa rendersi conto di aver
sprecato la propria vita.
Ed è quello che ho fatto: io, Ryan
Evans, ho fallito. Ho sprecato la mia vita.
_____________Nota di
Herm90
Ebbene si, non sono
scomparsa^^ periodo di pausa, sto lavorando ad altre cose e
così ho per un po' accantonato efp, ma non posso sparire del
tutto, è qui che ho pubblicato per la prima volta qualcosa,
è questo sito che mi ha fatto conoscere persone speciali... Titty, Aqua, Vivy,
Barby, Jud, Armony e tante altre...
Ho iniziato a
lavorare a questa ficcy tantissimo tempo fa, nemmeno ricordo quando:
oggi l'ho ritrovata e completata, ma senza tener conto dell'ultimo
film.
Fatemi sapere se vi
piace, e anche se vi fa schifo^^
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