Addio
Il sole calava
lentamente all' orizzonte, proiettando una calda luce arancione su
tutta la superficie del villaggio, o meglio sul centro storico dello
stesso, situato all' interno di un immenso cratere circondato da
palazzi ed edifici moderni.
Pur non essendo
più abitato da tempo, era perfettamente mantenuto e curato, poiché
nonostante i vari cambiamenti apportati dall'evolversi dei tempi e
delle tecnologie, nessuno aveva mai voluto rinunciare a quelle
testimonianze dei tempi passati, simboli di un' era gloriosa e
leggendaria. Particolarmente curate erano le immense sculture che
sorgevano direttamente dalla roccia al margine del cratere,
rappresentanti i volti dei passati capi del villaggio, e dell'
attuale in carica, e proprio sopra una di esse, una figura stava
solitaria, ammirando il panorama che si stendeva davanti ai suoi
occhi.
Quella persona
era un uomo di evidente tarda età, come testimoniavano i suoi radi
capelli bianchi e il viso segnato da profonde rughe, eppure la sua
postura era salda e forte, così come la stretta sul bastone al suo
fianco, e nei suoi occhi azzurri non appariva alcuna forma di
offuscamento, ma brillavano ancora di una grande energia. Le labbra
avvizzite erano tirate in un sorriso che trasmetteva orgoglio e
soddisfazione, mentre lo sguardo continuava a viaggiare da un lato
all' altro dell' insediamento di vecchie case poste sotto di lui.
Qualche lacrima
iniziò a scendere dagli angoli degli occhi, disperdendosi nelle
pieghe che attraversavano le guance, mentre ricordi felici e tristi
si affollavano nella sua mente.
“Immerso
nelle memorie dei bei vecchi tempi? Col passare degli anni ti sei
ammorbidito sempre di più, ragazzino!”
Una voce, bassa
e roca, rimbombò nelle orecchie del vecchio, lo scherno che
intendevano portare, era cancellato dalla malinconia che aleggiava
nel tono con cui erano pronunciate. Tale emozione non era sfuggita
all' uomo, che iniziò a ridacchiare brevemente, prima di replicare a
mezza voce. Il suono era soffice e lento, ma contenevano una vitalità
incredibile per una persona della sua età.
“E tu
invece sei diventato sempre più simile ad un vecchio brontolone.”
Non arrivò una risposta a quella frase, colui che aveva parlato per
primo aveva preferito restare in silenzio, osservando il suo amico.
Fu l' anziano a ricominciare il discorso, senza mai distogliere il
viso dalla luce creata dal sole calante, non volendo voltarsi a
vedere il cielo che alle sue spalle aveva iniziato a scurirsi.
“E'
passato davvero molto tempo, vero? Anche troppo secondo me... Ma ti
assicuro, che se potessi, ne rivivrei ogni singolo secondo senza
cambiare il minimo particolare!”
Tali parole colpirono profondamente l' altro, che conosceva molto
bene i dettagli della vita del vecchio, soprattutto i momenti più
dolorosi e difficili, che nessun essere umano vorrebbe mai dover
provare una singola volta, ma in cuor suo sapeva bene che il suo
amico lo avrebbe fatto veramente. Non era il tipo da dichiarare
qualcosa solo per dire, ogni promessa, ogni affermazione e perfino le
vanterie che uscivano dalla sua bocca, per lui erano paragonabili ad
un contratto vincolante e avrebbe fatto ogni cosa in suo potere per
renderle vere.
“Ne sono sicuro...”
A quel punto, pure lui si concesse di abbandonare la sua immagine da
duro e di farsi trasportare dal sentimentalismo che aleggiava.
“Dunque, sarà questa la fine del tuo viaggio? Sei sicuro che
non ci sia nient' altro da fare?”
“Chi è che fa il sentimentale ora? … No, è giusto che
anch'io lasci questo posto e raggiunga chi mi aspetta. Ho vissuto a lungo, amico mio, più di quanto chiunque potesse
sperare. Ho avuto una vita piena: mi sono fatto molti amici, mi sono
innamorato, ho avuto una moglie meravigliosa, ho visto nascere i
miei figli, così come li ho visti crescere e avere dei figli a loro
volta, come gli altri hanno fatto. Ho visto tutte le persone a me più
care lasciarmi quando il loro momento è giunto, una per una, senza
che io potessi impedirlo, come è giusto che sia. Ormai sono rimasto
solo io della vecchia era, è ormai ora che mi faccia da parte e
lasci la nuova generazione a muovere questo mondo!”
L' altro lo guardò con tristezza, per la prospettiva di non vederlo
più, e con rammarico, per la sua impotenza nel poter impedire che
ciò accadesse. Ma anche se ne avesse avuto i mezzi, nemmeno lui
sarebbe riuscito a fargli cambiare idea, qualunque cosa avesse
tentato. Il cuore del suo amico era troppo onesto e puro per poter
essere convinto con offerte allettanti, per le quali altri uomini
avrebbero venduto la loro stessa anima. Tentò di spingere sul suo
lato paterno, anche se già immaginava l' esito di tale prova.
“E se la nuova generazione non fosse ancora pronta? Senza
nessuno a ricordare loro degli errori del passato, potrebbero
ripeterli, e tutto il tuo operato sarà stato inutile! A questo non
hai pensato?”
“Sono fiducioso che loro terranno a mente gli insegnamenti del
passato. E nel caso dovesse succedere il peggio, sono certo che anche
allora arriverà qualcuno che riuscirà a risolvere la situazione,
per quanto grave essa possa sembrare.”
L' altro sospirò, ma un sorriso era piantato fermamente sulle sue
labbra. Con la sua esperienza sapeva riconoscere quando una battaglia
era persa in partenza, e che nulla di quanto avrebbe fatto o detto
avrebbe spinto il vecchio a cambiare la sua decisione.
Erano ormai giorni che ci provava, ma nemmeno le minacce peggiori o
le sfide avevano ottenuto successo, e anche se lui lo sapeva già da
subito che avrebbe fallito, lui tentava lo stesso, determinato a non
mollare. Ma questo era stato l' ultimo tentativo, ormai riusciva a
sentirlo anche lui che per il vecchio era il momento di andarsene.
Calde lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi, mentre fissava le
spalle dell' uomo, che non aveva cambiato posizione da quanto era
arrivato lassù.
Il suono del pianto non sfuggì al vecchio, ma non osò minimamente
prendere in giro il suo amico per quell'atto, anzi era da encomiare
per aver deciso di mostrare i propri sentimenti senza badare a cosa
si sarebbe potuto pensare di lui.
“Non rattristarti, amico mio. Un giorno ci rincontreremo ancora.
Forse non ci riconosceremo, ma nel nostro cuore sapremo di esserci
ritrovati. Inoltre, dopo oggi tu potrai riunirti ai tuoi fratelli,
senza più essere costretto a starmi accanto. Dovresti esserne
felice.”
“Come puoi chiedermi di essere felice, quando il mio primo vero
amico sta per andarsene? Dopo tutto quello che abbiamo affrontato
insieme, non posso credere che debba perderti per qualcosa del
genere! Non... Non posso accettarlo... Non è giusto!”
“La vita non è mai giusta. Tu dovresti saperlo bene, con tutta
la tua esperienza. Io sono felice di quello che arriverà, e per
questo sono venuto qui, ad ammirare il sole che ci saluta prima di
lasciare il posto alla luna...”
Finalmente il vecchio si voltò, alzando il viso verso l' alto in
modo da fissare direttamente la luna, l' astro ormai visibile sopra
la linea dei palazzi. La sua luce bianco-argentea che contrastava
completamente con il colore blu-nero assunto dalla volta celeste, due
colori che gli facevano sempre tornare in mente un volto preciso, e
che negli ultimi tempi portavano un grande dolore. Le lacrime ormai
avevano iniziato a scorrere pesantemente dagli occhi dell' uomo, ma
nonostante questo la sua bocca restava tirata in un dolce sorriso.
L' uomo decise che era ormai giunta l' ora! Chiuse lentamente le
palpebre, beandosi dei raggi lunari che illuminava il suo viso, e
senza abbandonare il suo sorriso esalò il suo ultimo respiro.
“Addio Kurama... Vecchio amico mio...”
Il suo corpo cadde senza più forza a sostenerlo, ma prima che
potesse toccare il suolo, un immenso dito coperto da pelo arancione
si pose nella via e lo tenne sollevato.
Il dito apparteneva ad un essere immenso dalle sembianze di una volpe
dalle nove code: il Bijuu conosciuto come Kyuubi no Yoko, o Kurama
per i suoi amici e fratelli, l' ultimo di loro ad essere ancora
contenuto in un Jinchuuriki, almeno fino a pochi secondi fa.
Il demone guardò la figura senza vita del suo ultimo contenitore, il
primo che era riuscito a superare il suo odio verso gli umani e a
diventare suo amico, e nonostante la tristezza del momento, non
riuscì a evitare che le sue labbra si piegassero in un sorriso,
mentre lo sollevava fino a portarlo sopra la sua testa e iniziò a
incamminarsi in direzione dell' abitazione del vecchio.
“Addio...
Naruto Uzumaki... Che tu possa riposare in pace, assieme agli altri
grandi eroi della storia!”
Con quelle ultime parole, Kurama alzò il muso verso il cielo
notturno e lasciò un profondo ululato per salutare il compagno di
tante avventure, che finalmente poteva raggiungere sua moglie e i
suoi amici nell' Aldilà, promettendo dentro di sé che avrebbe fatto
ogni cosa in suo potere per portare avanti i suoi insegnamenti ed
impedire che l' umanità sprofondasse nuovamente nel buio. |