Ricapitolando:
Girin, una delle Sorelle minori, ha scoperto che Neji conosce il
segreto delle Amazzoni e che Tenten lo sta coprendo.
Si è appena conclusa la serata in onore della Dea della
Fertilità. Oggi Tenten partirà con altre due
Sorelle per riconsegnare Neji ai suoi familiare e aguzzini. In
realtà, non ci sarà nessuno Hyuga ad attenderli.
Tenten, infatti, intende liberare il ragazzo: crede in lui e sa che
custodirà il segreto delle Amazzoni.
Purtroppo, però, il suo piano rischia di non funzionare.
Sango, la sua migliore amica, avrebbe dovuto fingersi uno Hyuga e
simulare la riuscita dell'incontro. Ora che lei è stata, di
fatto, cacciata dalla locanda, Tenten è rimasta da sola.
Alba
di ghiaccio
Neji fu destato dal
rumore della porta che si richiudeva. Erano le
prime luci dell'alba. La stanza spartana era ancora pervasa da una luce
grigia e poco generosa.
Tenten non era nel suo letto: la udì parlare sommessamente
con qualcuno, nel corridoio.
Neji guardò le coperte che lei aveva appena abbandonato:
erano state rivoltate ed arrotolate su loro stesse. Non se ne
stupì: a lungo aveva udito l'Amazzone rigirarsi nel sonno,
la notte passata.
Neji aveva Visto quanto accaduto la sera precedente. Le parole ed i
discorsi erano stati per lui irraggiungibili, ma aveva comunque intuito
gli elementi essenziali. Primo, ad attentare alla vita
della donna coi capelli rossi, Sango, era stata un'altra Amazzone, di
un rango più elevato. Secondo, Sango lo sospettava. Il che
significava che esistevano già dei dissapori tra le due, se
non perfino tra la rossa e l'intero vertice della Famiglia. Infine,
tutto questo aveva colto Tenten impreparata, come un urlo inatteso in una stanza che si credeva vuota.
Lo Hyuga, invece, manteneva un approccio placido e distaccato. Non
soltanto perché a breve avrebbe lasciato quella locanda,
quella comunità e le sue contraddizioni interne. Piuttosto,
perché non era troppo impressionato da tali
sviluppi. Più aveva modo di conoscere le Amazzoni
più si rendeva conto di quanto somigliassero al clan cui
apparteneva.
A dargli veramente pensiero era altro. Uscita di scena
Sango, la copertura per la sua fuga sarebbe saltata.
- Troveremo una soluzione. - gli aveva assicurato Tenten la
sera precedente, caparbia e frettolosa, - Non ho intenzione di
compromettere il piano ad un passo dal suo completamento. -
La cocciutaggine dell'Amazzone si era inasprita. Aveva perduto troppe
certezze in pochi minuti ed aveva bisogno di aggrapparsi con le unghie
e coi denti alle poche che le erano rimaste.
Tenten rientrò nella camera. Il passo leggero,
accompagnò la porta con delicatezza.
- Non occorre. - fece Neji, levandosi seduto, - Sono sveglio.
-
- Non è per te. Il giorno dopo la Festa della Dea
Terra, la sveglia è posticipata tanto per i clienti quanto
per il personale. Non voglio disturbare il sonno delle mie Sorelle. -
Posò un vassoio sulla cassettiera: due tazze di tisana
fumante, del pane secco ed un barattolo di composta di mele.
Tenten prese posto sul proprio letto e strofinò una mano
sulla fronte. Trattenne un verso di dolore: si era dimenticata dei
graffi causati dal legno. Aveva scordato quelle orrende abrasioni anche
poco prima, quando era uscita dalla stanza. Ayako aveva bussato alla
porta e Tenten l'aveva raggiunta meccanicamente, senza riflettere. Era
stata l'espressione sconvolta della Fedelissima a rammentarle il
proprio aspetto. Aveva dovuto improvvisare ed inventarsi un improbabile
incidente nelle cucine.
- La partenza è stata anticipata. -
sospirò Tenten, - Nevica da ore ed inizia a levarsi vento.
La Madre teme che possa degenerare in una tempesta nel pomeriggio.
Dobbiamo partire appena possibile. -
- Questo significa che dobbiamo affrettarci ad aggiornare il
nostro piano. - parlò Neji per lei, interpretando il motivo del
suo nervosismo.
Lei trasalì infastidita e andò verso il vassoio
della colazione.
- Ci sto già lavorando. Sono a buon punto. -
- Stai mentendo. Il mio aiuto ti sarà utile. Anzi,
direi indispensabile. -
A Tenten sfuggì un cucchiaino dalle dita.
- Oh, ma davvero? -
Porse una tazza a
Neji.
- Due teste sono meglio di una. Specialmente se quella
aggiuntiva è la mia. No, grazie. - aggiunse, accennando alla
tisana.
- Non puoi affrontare il viaggio a stomaco vuoto. -
ribatté lei. Rimase in piedi di fronte a lui, senza ritrarre
la mano.
- Mi credi davvero tanto ingenuo? State per portarmi fuori da
una locanda la cui collocazione deve rimanere segreta. Vorrete
sicuramente sedarmi. -
- Tu però saresti in grado di fingerti privo di
conoscenza, non è vero? Voi ninja venite addestrati a non
essere percepiti. -
- Certamente. Un motivo ulteriore per narcotizzarmi con le
vostre stesse mani. -
Tenten inspirò a fondo e si sedette sul futon, la tazza in
grembo.
- Suppongo che tu ormai sappia quanto mi costi affrontare
simili argomenti, quindi credimi se ti garantisco che non mi
ripeterò. - soppesò le parole adatte e
puntò le iridi terrigne in quelle di neve, - Sono convinta
del patto che abbiamo stretto. Non tornerei sulla mia decisione. Sono
certa che non ci tradirai e non posso gestire la tua fuga da sola. -
Estrasse una fiala di vetro dalla manica della casacca. Era piena a
metà di un liquido trasparente, dai pallidi riflessi gialli.
- Avrei dovuto svuotarla nella tua tisana. Questa
è la procedura, ma non lo farò. -
Neji scrutò prima il contenitore, poi lei. I muscoli del suo
viso erano contratti: era stato uno sforzo considerevole per lei
parlare tanto apertamente.
Esitò, tuttavia. Allora Tenten compì un gesto
inaudito.
- Diamine, non puoi proprio evitare di fare il sofisticato,
eh? -
Afferrò la tazza di lui con entrambe le mani e bevve un sorso
generoso.
- E tu sei sempre troppo impaziente. -
Neji infilò l'indice e il medio nel manico della tazza e la
portò alla bocca, malcelando un sorriso divertito.
- Noi individui comuni non abbiamo il tempo di aspettare i
comodi di voi aristocratici. -
Rimasero in silenzio per alcuni minuti. Assaporarono il calore che
scendeva lungo le loro gole, fin nello stomaco. Si crogiolarono nella
pacifica quiete in cui era immersa la locanda a quell'ora.
- Ci occorre un diversivo. - mormorò infine Neji,
- Qualcosa che distragga voi Amazzoni, dandomi il tempo di fuggire. -
Tenten fece per obiettare, ma lui la anticipò.
- Dirai alle tue Sorelle di aver scorto uno Hyuga portarmi
via. La bufera di neve ridurrà la visibilità e
dovranno crederti sulla parola. E' rischioso, sì, ma non
abbiamo alternative. -
Lei annuì, abbassando di nuovo il capo sulla bevanda.
Neji accennò ad alzarsi per prendere il vassoio ed adagiarlo
tra di loro, ma le gambe lo tradirono.
- Attento. - disse Tenten con dolcezza, facendo scorrere la
sua tazza semivuota lungo il pavimento ligneo. - Potresti romperla e tagliarti. -
Neji si sedette di nuovo, una mano a sorreggere la testa, l'altra
stretta intorno alla trapunta del futon. La stanza aveva cominciato a
vorticare intorno a lui.
- Che cosa...? Che cosa hai fatto? -
La figura di Tenten si sdoppiava davanti a lui, i contorni sfocati. I
lineamenti del viso erano macchie di colore indecifrabili.
- Mi dispiace. - riecheggiava distante la sua voce, - E' la
procedura. -
- Ma come...? Hai bevuto anche tu... -
- Il sedativo non era sciolto nella tisana. -
Tenten sollevò la tazza e sfiorò la linea del
bordo con un dito.
- Tu sei destrimano, quindi sapevamo che avresti bevuto da
questo lato. Le mie labbra hanno toccato quello opposto. -
Sfilò nuovamente la fiala dalla manica e la prese tra
l'indice ed il pollice.
- Questa è la dose di riserva, per quando
svanirà l'effetto. -
Neji strinse i denti. Sbatté le palpebre ripetutamente, ma
stavano diventando sempre più pesanti. Non rispondevano
più alla sua volontà. Se ne avesse avute le
forze, sarebbe impazzito dalla frustrazione.
- Avevi detto di avere... bisogno del mio aiuto... -
- Ti sbagli. Ho detto di non poter affrontare questa
situazione da sola. Perciò ho bisogno che tu collabori
pienamente: non posso accontentarmi che tu finga di essere incosciente.
Le mie Sorelle sono acute e non posso permettermi di correre rischi.
Soprattutto ora che Sango non può più
appoggiarmi. -
Neji le afferrò una spalla, lottando per restare vigile.
- Mi hai ingannato... Hai tradito la mia... -
- No. - lo interruppe lei, - Tornerai nella Terra del Fuoco,
al tuo villaggio. Sarai di nuovo libero, pur portando con te il segreto
delle Amazzoni. Non sto venendo meno al nostro patto. -
Contro la propria volontà, la presa delle dita diafane perse
vigore. Tenten afferrò quella mano tremante tra le
proprie.
- Riavrai la tua vita. Te lo prometto. Ho solo bisogno di
gestire questo problema a modo io. -
- Sei una... ipocrita... subdola manipolatrice... -
Neji crollò assopito sulle gambe di lei. Le mani sollevate a
mezz'aria per il disagio, Tenten fissò i suoi capelli
d'ebano. Sciolti e sparsi per la larghezza della sua schiena. Non erano
più opachi e spettrali, come il primo giorno in cui lo aveva
incontrato. Adesso catturavano e riflettevano ogni bagliore proveniente
dall'ambiente circostante. Adesso parevano capaci di sussurrarle
innumerevoli storie.
Al piano interrato, Shiharu e le altre Sorelle minori stavano
rimboccando le coperte delle ospiti. Terminati i festeggiamenti, sul
pavimento ora si susseguivano i morbidi giacigli che le
Amazzoni avevano allestito.
Le donne si erano coricate esauste, ma concedendosi ancora qualche
risata prima di soccombere al sonno.
- Temevo non arrivasse più l'alba. -
sospirò Shiharu, lasciandosi cadere su una sedia imbottita.
Dalle piccole finestre, sottili aperture ricavate in
prossimità del soffitto, filtrava una luce bianca. Segnale
che ormai il sole fosse sorto, malgrado nascosto dietro un cielo
pallido, carico di neve.
Passò una mano sulla schiena di Makino, che dondolava
all'impiedi.
- Vai a letto, piccola. Resto io a controllare che nessuna di
loro vada a spasso per la locanda. -
La mora annuì con un cenno del capo e si trascinò
ai piani superiori. La porta stava per richiudersi, quando qualcuno la
riaprì. I lunghi riccioli neri di Ayako fecero capolino.
Diede un'occhiata generale alla stanza ed accennò ad un
sorriso.
- E' andato tutto bene con le ospiti? - sussurrò.
Shiharu e Girin si avvicinarono per non disturbare il loro riposo.
- Non hanno chiesto dei loro mariti o fratelli nemmeno una
volta. - asserì la bionda con orgoglio.
- Tenetele qui ancora per due o tre ore, almeno. Alcuni
Uomini sono ancora nelle camere delle Sorelle. -
Shiharu rivolse ad Ayako uno sguardo interrogativo, acceso di una
spiccata malizia. La Fedelissima arricciò le labbra dinanzi
a tanta impudenza, ma infine rispose.
- Ho dovuto accompagnare il mio Uomo al suo alloggio prima
del previsto. Dovevo assistere alla partenza della spedizione. -
Girin trasalì.
- Spedizione? Quella
spedizione? -
Ayako la fissò sbalordita, una ruga di delusione. La sua
Amazzone minore preferita, colei che avrebbe seguito le sue orme e
sarebbe diventata una maestra di veleni, non aveva mai bisogno di
chiarimenti.
- Certamente, Girin. Hai forse dimenticato la delicata
situazione in cui ci troviamo? -
La rossa schiuse le labbra, ma ne uscì solo una sillaba
strozzata ed incomprensibile.
Shiharu la supportò con la sua voce melodiosa:
- Sorella Girin ha soltanto bisogno di dormire un... -
- La spedizione è partita? Sorella Tenten
è partita? - chiese Girin, quasi urlando, - Credevo avessimo ancora un paio d'ore! -
Aveva deciso di attendere il sorgere del sole, prima di
agire. Di portare a termine l'incarico per la Festa della Dea
Terra e poi recarsi dalla Madre in persona.
Era certa che avrebbe avuto tempo in abbondanza. Ora invece si pentiva
di non aver trovato subito il coraggio per denunciare sua Sorella
Tenten.
Le altre due la osservarono ammutolite. Per la prima volta in tanti
anni, forse in tutta la sua vita, Girin manifestò evidenti
segni di ansia. - Shiharu, riprendi il tuo lavoro. Noi facciamo una passeggiata. - decretò Ayako, un braccio intorno alle spalle della pupilla. La bionda annuì e richiuse la porta alle loro spalle. - Va tutto bene, Girin. - la incoraggiò la Fedelissima, - Non avere paura. Puoi raccontar... -
- Quell'Uomo non può ricongiungersi ai suoi familiari.
Potrebbe dire loro... - le mancò il fiato per concludere la
frase.
Ayako catturò le iridi grigie della rossa con le proprie,
ben più magnetiche e penetranti.
- Che cosa, Girin? Dire loro che cosa? -
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A parte il
fatto che non posso più leggere "delusione" senza
che si traduca mentalmente in un "Mi stai diludendo"...
A parte questo, appunto, devo soprattutto chiedervi scusa per l'immenso
ritardo. Ci sono state delle complicazioni impreviste. Come, dopotutto,
lo sono sempre quelle di natura sentimentale. Una volta tanto non si
tratta dell'università, no, ahahah. E' semplicemente un
enorme casino in cui mi sono ritrovata. 'Al cuore non si comanda', si
dice. Soltanto adesso, alla veneranda età di un quarto di
secolo, capisco quanto sia vero...
Sono indietro nel rispondere alle vostre recensioni, é vero.
Me ne scuso infinitamente. Rimedierò appena possibile,
garantito.
Sappiate che le adoro tutte, dalla prima all'ultima. Ognuna delle
vostre recensioni mi porta sempre sull'orlo della commozione.
Grazie a tutti coloro che continueranno a seguire questa donna folle,
che vive ogni sentimento tanto, troppo intensamente, e dalla vita
sempre scombussolata per qualche ironico motivo.
Grazie a tutti. Dal profondo del mio cuore indomabile.
Buone feste.
francy
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