Dragon Ball New Wave: La piaga delle cavallette

di genbufan_
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Era passato più di un mese dalla partenza di Zavin e del giovane Silveradiano che lo aveva accompagnato, e Moori, il Capo Anziano di Namecc, sapeva che entro pochi giorni i ragazzi sarebbero finalmente tornati.

Non aveva ragione di preoccuparsi, in quanto il giovane e geniale studioso aveva creato, e gli aveva consegnato,  un originale strumento che era in grado di trasmettere fino a lui i propri pensieri , quando lo desiderava: si trattava di un oggetto a forma di croce, con una sfera azzurra e luminosa al centro. Quando quella sfera si illuminava, bastava toccarla per percepire il nuovo messaggio. Grazie a questo sistema aveva avuto modo di rimanere aggiornato su tutto ciò che era avvenuto ai ragazzi.

C’erano però alcuni temi che lo preoccupavano: da una parte, l’imminente confronto con questo Luth, il ragazzo che, egli ricordava bene, era scappato insieme a due ragazzi più grandi dal pianeta. Il vecchio namecciano aveva preferito lasciarli andare, non voleva forzare o obbligare nessuno. Tuttavia qualcosa era nato da quel giorno: che tipo di persona si sarebbe rivelato Luth? Era pur sempre più potente di ogni altro abitante del pianeta, sarebbe stato difficile averci a che fare.

Inoltre il pensiero si posava su quello che gli altri due fratelli stavano creando in quel lontano pianetoide: una specie di colonia namecciana? Questo andava contro tutto ciò in cui credeva…

<< Qualcosa la preoccupa, capo anziano? >> gli disse uno degli adulti che stavano in quel momento lavorando con lui nella coltivazione delle piante di agissa e di radiana, un’altra pianta dalle lunghe foglie e dai bellissimi fiori giallo-arancio che stavano introducendo, per abbellire sempre di più il loro territorio.

<< Oh, nulla, ogni tanto la mia testa viagga per conto proprio…>> rispose con una risata.

Stava per riprendere le attività, quando vide all’orizzone una strana nube.

Anche gli altri la videro, chiedendosi di cosa potesse trattarsi.

<< Non sembra una tempesta in arrivo… >> disse uno.

<< Non credo di avere mai visto qualcosa del genere… >> disse un altro.

Presto ebbero modo di capire di cosa si trattava: la nube si avvicinò sempre di più, rivelandosi per ciò che era: un enorme insieme di insetti saltellanti, che si avventarono proprio nella loro direzione.

Moori fu il primo a comprendere appieno cosa stava succedendo: << Divoreranno le piante! Presto, fratelli! Respingiamoli!  >>

I namecciani erano coltivatori esperti, ma anche guerrieri esperti e il modo che conoscevano per liberarsi di quegli insetti era combattere: subito, con attacchi ben coordinati e precisi, scagliarono raggi e sfere di energia che colpivano solo i nocivi insetti, senza danneggiare il resto dell’ambiente circostante.

Sapevano che non era nulla di naturale a causare quel fenomeno, inusuale sul loro pianeta, perciò non si fecero remore nell’utilizzo della forza.

Riuscirono quindi a liberarsi abbastanza in fretta a liberarsi di quell’ora, limitando i danni al minimo.

Mentre si guardavano l’un l’altro, con un accenno di sorriso soddisfatto (nonostante il pensiero del lavoro che ci sarebbe comunque voluto per ripristinare del tutto lo stato di quelle piante), ecco che arrivò, impietosa, una seconda ondata.

Stavolta, però, gli insetti erano molti di più e molto più grossi: anzi, a osservare bene, alcuni tra essi non erano semplici insetti ma veri e propri piccoli uomini-insetto! Che cosa li stava attaccando, così violentemente e improvvisamente?

Stavolta, se non era abbastanza, gli esseri rispondevano agli attacchi, e con una potenza incredibile per dei corpi così piccoli: il Capo Anziano fu costretto a ritirarsi, lasciando il campo ai più giovani ed esperti guerrieri che per fortuna erano con loro.

Era diffiicile vedere bene l’aspetto di quegli esserini, data la velocità alla quale si muovevano, le loro dimensioni molto variabili e la loro enorme quantità: si poteva vedere unicamente che i loro corpi erano tinti di colori molto vivaci (verde, arancione, bluastri) e maculati. Guardando bene gli esemplari di taglia più grande, era possibile scorgere che avevano un viso intelligente e furboe che in un certo qual modo parevano sbeffeggiarli e prenderli in giro.

<< Proteggete il Capo Anziano! >> gridò uno dei combattenti, prima di essere colpito con un poderoso pugno allo stomaco da parte di un uomo-insetto, che lo stese.

Mentre venivano sopraffatti da quegli strani esseri, qualcuno vide in cielo, in lontananza, un essere più maestoso: era un essere umanoide, leggermente più alto di un namecciano: era lui il capo, e forse anche il creatore, di quell’incontenibile orda?





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