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di ladystorm94
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-Alessi Roberta!- -Presente!- -Ariostino Federico!- -Presente!- Era il primo giorno di scuola al liceo classico Giulio Cesare di Roma. L’insegnante di lettere, la professoressa Agnese Ferri, faceva l’appello in IV D. Tra gli alunni spaesati c’era molta tensione. -Baldini Michele!- -Presente!- -Berardi Cristina!- -Presente!- -Borselli Irene!- -Presente!- -Castello Lucia!- -Presente!- -Catini Lorenzo!- -Presente!- -Chamberlain Morgan…- La professoressa s’interruppe e volse lo sguardo alla classe. -Sono io.- proruppe una voce dal fondo dell’aula. L’insegnante alzò lo sguardo e vide una mano che si agitava. Sia la mano che la voce appartenevano a una ragazza non molto alta seduta all’ultimo banco, con lunghi capelli lisci che le arrivavano alla vita e piccoli occhi azzurri incorniciati da un paio di spessi occhiali. Era completamente vestita di nero: maglietta, pantaloni e scarpe, e portava parecchie catenelle e un paio di vistosi orecchini di metallo. Anche le unghie erano tinte di nero, e agitando la mano muoveva una quantità di braccialetti e ciondoli appesi al polso. -Non sei italiana, vero? Da dove vieni?- domandò la professoressa, incuriosita. -Mia madre è australiana ma mio padre è inglese e io sono nata a Londra, ma poi ci siamo trasferiti a Roma quattro anni fa per lavoro. Sa, mia madre è una stilista di moda.- Morgan aveva una voce molto singolare, a volte molto bassa e altre volte addirittura stridula. -E’ interessante- sorrise l’insegnante, incrociando le braccia –E’ molto interessante. Ed è un bene che in una classe ci siano degli alunni stranieri, perché è un’opportunità di confrontarsi con altre culture. C’è qualcun altro, qui, che viene da un’altra nazione?- Due mani saettarono in aria. La professoressa ammiccò verso la prima, e una ragazza minuta dai capelli ondulati e scuri e due profondi e sottili occhi nocciola parlò a voce alta, pulendosi nervosamente gli occhiali sulla maglietta rosa. Sotto, indossava un paio di larghi jeans a vita molto bassa e scarpe da ginnastica bianche. Alle orecchie portava due graziose perline rosse e alla vita aveva una cintura arancio dalla fibbia importante. -Mi chiamo Giselle Marceau, i miei genitori sono di Marsiglia ma io sono nata e cresciuta in Italia.- -Bene, bene… avevo visto un’altra mano…- la interruppe l’insegnante, allungando il collo e cercando la proprietaria della terza mano. -Eccomi, professoressa! Mi chiamo Viktoria Schindler, mio padre è italiano ma io ho preso il cognome di mia madre, che è tedesca…- A parlare era stata una ragazza dai grandi occhi scuri, con una massa di capelli riccissimi castano chiaro sulla testa, tenuti a bada da un grosso fermaglio. Anch’ella portava i jeans, ma erano molto attillati, così come la maglia a righe bianche e rosse. Teneva le gambe accavallate, e ai piedi portava delle scarpette di tela rosa, in tinta con la montatura degli occhiali. Era appena più bassa di Morgan e un poco più alta di Giselle. Sulle unghie curate indossava uno smalto trasparente e al collo portava una medaglietta d’oro. -Interessante… ma ora dovremmo riprendere il nostro appello. Conte Laura!- -Presente!-




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