RICORDI
Ci
stiamo avviando verso quel luogo di cui abbiamo sentito tanto parlare; è molto
famoso per i suoi preziosi vasi.
Dopo aver terminato gli studi di Auror io e miei
amici avevamo proprio bisogno di una vacanza, e ora eccoci qua!
In
una magnifica cittadina della California.
Fa
un gran caldo e sinceramente ho un urgente bisogno di
acqua.
Mi
giro verso Harry e Ron: quei due pelandroni stanno
stravaccati sul sedile posteriore dell’auto.
A
volte mi chiedo come facciano a dormire giorno e notte.
Infine guardo Ginny, la mia migliore amica, che esausta sta guidando da ormai
tre ore.
Caspita, quanto è distante questo posto!
Appoggio indietro la testa e chiudo gli occhi; queste temperature fanno proprio
venire sonno.
Dopo circa un altro quarto d’ora di viaggio arriviamo
nei pressi di un centro abitato.
Su
un cartello c’è scritto di fermare ogni tipo di veicolo per non disturbare
l’integrità di un posto rimasto così per secoli.
Scendiamo dall’auto e improvvisamente mi sembra di avere le visioni: il calore
si sta alzando dalla strada, facendola sembrare sciolta.
Mi
rendo poi conto che è solo l’effetto del caldo.
Stiamo passando sotto le porte del paese che io chiamo “senza nome” (il nome
proprio è troppo complicato).
C’è un sacco di gente che va in giro o a piedi o con i carretti trainati dagli
asini.
E’
tutto talmente semplice che non credo nemmeno abbiano mai visto una macchina.
Davanti a noi c’è un lunghissimo viale ai cui lati si trovano tanti negozietti.
La
maggior parte dei venditori sono di ceramiche, ma ce
ne sono alcuni anche d’abbigliamento; voltandomi verso Ginny mi accorgo che ad
entrambe sta passando per la testa lo stesso pensiero: perfetti per fare
shopping!
Un
posto in particolare attira la nostra attenzione: è una vetrina tutta annerita
con tanti campanellini che tintillano qua e là.
Avvicinandoci sentiamo un graditissimo profumo di
orchidea; più che un paese americano sembra uno di quei luoghi arretrati
dell’Africa.
Entriamo nel negozio e un uomo anziano con la barba lunga e bianca esce da
dietro il bancone; non ci chiede cosa vogliamo o perché siamo lì, si limita a
prendere me e Ginny per un braccio e a condurci sulla porta.
Entrambe si stiamo chiedendo:
-
Perché ci vuole buttare fuori? Siamo appena arrivate!-
Ma
l’uomo ci sorprende di nuovo, perché alza un braccio e indica il cielo.
Mi
accorgo improvvisamente che un grande ammasso di nuvolosi neri si sta spostando
su di noi.
Abbasso la testa e l’uomo ci sta facendo cenno di uscire; con un linguaggio un
po’ sgrammaticato aggiunge:
-
Io devo chiudere negozio, tempo brutto porta sfortuna- ci spinge fuori e ci
richiude la porta in faccia.
All’improvviso grandi goccioloni di pioggia iniziano a cadere dal cielo e molti
altri turisti come noi vengono mandati fuori dai
negozi.
Iniziamo a correre, mentre Ron mi urla:
-Senti amore… Ma che bella accoglienza offrono
queste tribù!-
Vorrei rispondergli che non su tratta di tribù, ma bensì di popolazioni che
hanno rifiutato ogni genere di contatto con la società moderna dei Babbani, ma
mi rendo conto che momentaneamente trovare un riparo
è la cosa più importante.
Avevo sentito dire che in queste zone il tempo cambia con
grande velocità, ma non immaginavo nulla di simile.
Torniamo alla macchina più bagnati che asciutti.
Se
per caso avevamo intenzione di andarcene cambiamo
subito idea.
Intorno a noi c’è un temporale, con una pioggia battente che rende impossibile
la visuale.
Sento Harry che esclama sarcastico: -Chi è stato ad avere la brillante idea di
portarci in questo posto?-
Ron, senza dire nulla, tossicchia facendo un cenno nella nostra direzione.
Ma
che spiritosi! Sono sempre stati tanto amici quei due, fin dal loro primo anno
ad Hogwarts; quando poi collaborarono per farmi
fidanzare con Ron…
Lo
ricordo ancora….
Sta piovendo e io sto
correndo nel parco vicino a casa mia.
Anche una volta finita
la scuola io e Ron continuiamo ad avere i nostri
litigi, proprio come questa mattina.
Alla base degli Auror,
riceviamo sempre la corrispondenza via gufo; per un puro caso oggi è stato Ron a
ritirare la mia lettera e quando ha visto che il mittente era Victor…
Si è lanciato in una
tirata che non finiva più contro di lui: ha detto che dopo esserci messi
insieme , credeva che avrei smesso di avere contatti
con lui, ma non so più in che lingua spiegargli che…
Victor per me è solo un
amico, nulla di più!
E’ proprio cocciuto;
possibile che non lo recepisca?
Sospiro. Non è bello
litigare sempre con il proprio fidanzato, toglie parte dell’energia che invece
potrei impiegare per fare qualcosa di più utile.
Mi riparo sotto lo
scivolo del parco giochi; oddio ma sono fradicia!!!
Quanto tempo
ho trascorso a correre sotto la pioggia?
Improvvisamente con un
sonoro schiocco appare accanto a me un ragazzo dai capelli scuri: Harry.
Mi posa una giacca
sulle spalle e mi sorride; tuttavia io metto su il broncio e gli dico con la
voce inviperita:
-Tu!
Ma dico, sei matto a materializzarti così, qui per di
più?
E se ti avessero visto?-
Harry alza le spalle;
certo come dimenticare? E’ tale e quale a Ron sotto questo punto di vista!
Menefreghista fino all’ultimo!
Rompe il silenzio che
si è creato, dicendo: -Vuoi prendere una polmonite acuta o preferisci tornare a
casa?-
-A casa no… C’è Ron!!!-
replico io cocciuta.
-Ma
sai che quando vuoi sai essere più bambina di lui? Coraggio
muoviti!- mi risponde lui ridendo.
Brutto farabutto, osa
anche prendermi in giro eh? Mamma che grande
desiderio ho di fargliela pagare!
-Ciao!- esclama prima
di smaterializzarsi.
Mi guardo attentamente
intorno: se non c’è nessuno credo proprio che
prenderò esempio dal mio amico; non mi va proprio di fare di nuovo tutta la
strada verso casa sotto la pioggia!!!
In lontananza vedo
qualcuno che si avvicina; decido di non rischiare e aspetto che se ne vada.
Mano a mano che si
avvicina, però, noto alcuni suoi particolari:
l’altezza, il fisico, il modo di correre e….
Sono capelli rossi
quelli che vedo?
Oh mio Dio, ma quello…..
Ron!!!
Sta correndo nella mia
direzione; ora vorrei capire che diamine ci fa sotto questo temporale…
Magari è venuto a
scusarsi con me…
Ma
che dico? Lui? Ron Weasley? No! Non lo farebbe mai!!!
Arriva ad una decina di
metri da me e si ferma.
Mi sta guardando con
quello sguardo intenso che mi ha fatto innamorare di lui… Oh mamma!!!
Inizia a camminare
nella mia direzione, ma proprio quando è a pochi passi da me….
Inciampa in una radice
di un albero e cade con la faccia nel fango.
Istintivamente mi viene
da ridere e corro lui in contro per aiutarlo.
Tiro fuori un
fazzoletto e gli pulisco il viso dal terriccio.
Quando
poi è sicuro di poter aprire gli occhi, lo fa.
Mi punta
addosso il suo sguardo e mi da un piccolo, ma dolce
bacio a fior di labbra.
-Ero venuto a cercarti
per tre motivi- dice
–Li vuoi sapere?- mi chiede.
Io annuisco; odio
quando mi pone certe domandine stupide.
Logico che se lui getta
l’amo io abbocco, è matematico.
-Il primo era per
scusarmi- comincia un po’ imbronciato, mentre io faccio un sorrisetto di
vittoria – il secondo, però, è per dirti che mi sono scusato solo per non
sentire la tua voce petulante tormentarmi per il resto delle giornate- stavolta
è il suo turno di fare un ghigno, mentre io devo solamente tacere –e il terzo…
E’ per dirti che senza il tuo carattere petulante probabilmente non potrei
vivere e di conseguenza…-
Mando giù il
magone; certo che quando vuole sa essere davvero
dolce. Chissà dove vuole arrivare a parare.
- …di conseguenza, mi
chiedevo se…. –mi fissa intensamente, come se dovesse chiedermi qualcosa di
molto complesso –se… Hermione Granger, vuoi sposarmi?- dice tutto
d’un fiato, diventando rosso fino alle orecchie.
Ecco il
magone che ritorna. Oddio che gli rispondo?
-Cosa succede se ti
dico di no?- gli domando.
-Probabilmente mi
affogherei nella pozzanghera sotto ai miei piedi-
risponde timoroso.
-Allora Ron Weasley,
conosciuto anche come Lenticchia –inizio – credo proprio che la tua sarà una
vita molto lunga, perché io…- e qui mi blocco per guardarlo meglio negli occhi
-… di dirti di no, non ne ho proprio voglia!!!-
concludo sorridendo.
A lui
si illuminano gli occhi, ricambia il sorriso
(magnifico come sempre) prima di prendermi e baciarmi con passione.
Ci dimentichiamo
persino di essere sotto ad una tempesta; quando mi bacia il mondo intorno a me
sparisce e c’è solamente lui.
Sorrido inconsciamente: anche se non lo ammetterò mai, questo ricordo ha invaso
la mia testa fin da quando è accaduto.
Non mi accorgo nemmeno che ha smesso di diluviare e sopra di noi è apparso un
magnifico arcobaleno.
Ginny ricomincia a guidare,mentre la temperatura
incomincia a risalire.
Tutto d’un tratto la macchina inizia a strattonare e
ci fermiamo.
Io, Ron e Harry ci voltiamo verso la rossa che mi sta fissando pallida
i volto.
Si
inumidisce un po’ le
labbra che solo ora noto essere secche e dice con un filo di voce:
-Ehm ragazzi? Sapete c’è un problemino….-
Sono sicura che anche a 50 km di distanza abbiano sentito il nostro urlo:
-COME SAREBBE A DIRE, E’ FINITA LA BENZINA?-
***
Recensite mi raccomando!!!!
Ciao a tutti
by
ale69
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