L'ennesima
lettera, tra le tante che non ti ho mai dato.
Eppure sono qui, a scrivere su un foglio stropicciato con una
penna che non ha la forza di continuare. Sbavature, tutta questa vita
è stata piena di sbavature. Tu, la tua freddezza, le tue
labbra, la tua bellezza... e il tuo sorriso. Cos'era quel sorriso!
Sono rimasto solo nell'arco di una giornata che va da un
buongiorno ad una buonanotte. Tu mi hai dato la buonanotte. Hai fatto in
modo che su di me lasciassi un segno indelebile, come un tatuaggio
permanente.
Ed io ho ancora il tuo profumo addosso, la pressione delle
tue dita che mi sfiorano il collo, lì dove c'è il
tatuaggio. Eppure sapevi che mi dava fastidio, ma ti divertivi a
provocarmi.
***
« Ma
perchè hai scelto proprio Shiv? » Ti chiesi, ma tu
non mi diedi subito risposta. Ci pensasti e mentre guidavo ti guardavo.
Quanto eri bella!
Poi sorridesti, osservasti la strada e gli edifici che velocemente
scorrevano; soffrivi e la cicatrice che avevi sul viso, a pochi
centimetri dagli occhi, ne era la prova inconfutabile del tuo disagio e
di quella malinconia che ancora tutt'oggi amo.
« È stata una scelta stupida. » Lo
sapevo bene. Non eri mai stata ragionevole; lottavi per i soldi e
successivamente per la vendetta. Ed avevamo lo stesso identico scopo:
uccidere chi ha ucciso.
« Come può essere stata una scelta stupida?
» Feci una debole risata, calma. Tu non rispondesti ancora
una volta ed il tuo viso era contratto da una smorfia arrabbiata e
disgustata. Ci eravamo appena conosciuti e ricordo bene quanto fosti
perplessa a seguire uno come me, aiutato da un'agente dell'FBI. Avrei
avuto dei dubbi anche io, lo ammetto.
« Quando imbocchi un vicolo stretto, e sai che la tua auto si
potrebbe rovinare, ti sembra una scelta intelligente? » Mi
divertì molto quella domanda, sapevo dove volevi arrivare e
non avevi tutti i torti. Mi sorpresi come un bambino che scarta un
regalo, curioso di sapere che cosa c'è dentro. Ma la
differenza tra me ed un bambino è che a lui gli basta
solamente rompere la carta per essere felice.
«
Beh... no. » Risposi in difficoltà. Ancora una
volta vincesti tu e, devo ammettere, non mi dispiacque affatto.
« Bene, sai che è una scelta stupida ma che ti
è venuto d'impulso. E questo è successo a me con
Shiv. »
***
Questa
maledetta carta è bagnata. Bagnata dalle mie lacrime. Penso
che non ci sia peso peggiore che sopportare la mancanza di una persona
che ti ha fatto vivere la vita come una favola. Tu eri questo, Kim, una
favola la quale valeva la pena raccontare.
Cazzo, ero pazzo, fottutamente pazzo di te. Innamorato come
non mai, innamorato di te, di noi, di ciò che eravamo.
***
« Ho
intenzione di vendere le mie auto. » Shila rimane con le
labbra schiuse in una smorfia di confusione, non capendo da dove
provenisse quella mia nuova e pazza idea.
Quelle meraviglie sono il frutto del nostro amore, delle nostre corse
clandestine, della polizia che ci speronava. E non voglio poter
ricordarmi di te, Kim, in questo modo. In mente non ho più
la nostra felicità, ho solamente gli attimi di tristezza,
litigi, e dannati sensi di colpa.
Perchè un ricordo non può essere dimenticato, va
vissuto, superato. Ed io non ti supererò mai, mai. La tua
mancanza è qui, nel petto, quando il cuore batte so che ci
sei tu; e spesso mi chiedo il motivo per cui anche io non sono stato
preso dalle fauci della nera mascherata.
« Sei fuori di testa... Non puoi vendere un patrimonio del
genere! » Lei non ha mai capito il mio disagio, la mia
tristezza, la malinconia che provavo quando, per l'ultima volta, mi
sedevo a bordo della mia McLaren a fissare il vuoto.
Non corro più, ora. Non faccio più corse
clandestine; Harry l'aveva detto: « Prima o poi i
tuoi rimorsi saranno i tuoi incubi! » aveva
ragione. Ero troppo immaturo per poter capire quello che significava,
troppo accecato dal sentimento di vendetta, da quell'uomo che ripudiavo
con tutto me stesso. E ti ho persa, per sempre.
« Non l'hai pagato tu. » Convivo spesso con queste
discussioni. Shila era un tornado, un po' come te quando ci incontrammo
per la prima volta.
Ma Shila non è come eri tu. Non fisicamente. Solamente gli
occhi, quegli occhi di un colore indescrivibile che mi hanno fatto
perdere la testa. Ed ero stato attratto da lei, pensando che tu fossi
ritornata da me, sopravvissuta, che tutto quello che successe fosse un
misero scherzo di poco gusto.
***
Cosa mi hai
lasciato, Kim? Niente.
Tutt'ora ti scrivo per ricordarti quanto amore ho nutrito per
te, quanti sbagli ho commesso e quanti disastri ho combinato. Ma a che
cosa serve se tu non sei più qui con me? Non ha senso
rimuginare sul passato, la vita non ha più senso da quando
non c'è la tua luce a risplendere dentro al mio cuore.
***
«
Perchè non cresci, dannazione! » Urla Shila tanto
che mi fa sussultare. Ha la tua stessa voce, sì. Lo stesso
coraggio che tu avevi; ma non riesco più a farmene una
ragione. La amo, Kim, come amavo te.
« Sei rintanato nel ricordo di... Quella! Non puoi continuare
in questo modo! » Quelle parole mi hanno ferito
più di uno schiaffo. Un uomo non deve piangere, mi dicesti,
non deve piegarsi.
Io non sono un uomo, sono distrutto. E fui colpito dalla violenza di
quella frase. Quella, non si deve azzardare a
chiamarti così.
Senza pensarci più di due secondi, impulsivamente, le ho
dato uno schiaffo talmente forte da farmi male alla mano; e si poteva
notare dal tremendo rossore che le avevo provocato sulla gote sinistra.
Lei è rimasta ferma, immobile. Non è la prima
volta che la colpivo in quel modo; e mi stupisco di me stesso, io, che
non ho mai toccato una donna. Ma la furia, il nervosismo, mi hanno
fatto rispondere con una violenza disgustosa, tanto che mi strinsi i
capelli talmente forte da provocarmi dolore.
***
« Un
uomo non deve piangere, Alex. » Mi sussurrasti all'orecchio.
Sorridesti, non avevi mai perso quell'abitudine nemmeno quando ti
trovavi lì, stesa in un terreno arido.
Ancora una volta quel mostro mi aveva portato via la cosa
più cara di tutta la mia vita. Non ci potevo credere, era
impossibile. Tu, io, lì... Non potevi esalare l'ultimo
respiro senza che io riuscissi a salvarti.
« Un uomo è forte, Alex. » Mi ripetesti
e intravidi delle lacrime uscire dal tuo volto. Non volevi lasciarmi e
lottasti fino a che il tuo cuore non smise di battere.
« Cresci il frutto del nostro amore. » E
lì, la terra si bagnò in pochi secondi con il mio
pianto, le mie lacrime salate e le mie urla di disperazione. Il sangue
era scivolato via dal tuo corpo come un fiume che scorre nel suo letto.
Ed io lo accarezzavo, come per potermi cibare ancora una volta di te e
del tuo sapore.
Tutto sembrò tacere: il cielo, gli uccelli, le
auto. Il tempo si era fermato e il mio orologio segna ancora le ore del
nostro ultimo incontro.
***
« Tu non
capisci... » Sussurro, sentendo ancora una volta le lacrime
agli occhi e sedendomi a bordo della mia auto. Batto un pugno sul
volante, troppo arrabbiato, troppo triste per poter ragionare.
Shila non se n'è andata; è rimasta a guardarmi,
come se fossi una statua da ammirare, un animale in mezzo l'autostrada
che arranca per sopravvivere. Ed io facevo la stessa identica cosa.
« Prima o poi le cose vanno affrontate... Non puoi stare
legato al passato. » Scuoto la testa, non voglio sentirla
parlare. L'unica cosa che riesco a fare è alzare il capo e
mostrarle ciò che provo, con le guance umide e gli occhi
lucidi.
« Lei ti ha lasciato un capolavoro... Kirye è tua
figlia e vuole che suo padre la cresca. » Kirye,
sì. L'unico frammento che tu mi hai lasciato, Kim, è
stata quella peste di bambina che ama l'alta velocità, come
l'amavi tu.
« Shila... » Riesco a pronunciare solo il suo nome, poi, un secondo di silenzio. «
Perchè... hai scelto me? » La guardo. I suoi occhi
mi scrutano, sembrano colpiti da quella domanda; in effetti, mai
gliel'avevo posta prima d'ora.
« Hai presente quanto imbocchi un vicolo e sai che la tua
auto potrebbe rovinarsi? Ti sembra una scelta intelligente? »
Schiudo le labbra e il mio sguardo si fa sorpreso.
« No... » Rispondo. Lei scoppia a ridere, quella
risata che, ammetto, fa sorridere anche me.
Abbasso il capo ed annuisco tra me e me. Tu... eri tu. Ed hai trovato
un altro modo per farmi vivere la vita, Kim.
Angolo
autrice: non so se inserire questa storia come Missing
Moments in una futura mia long, ci penserò su. Comunque,
questa fanfiction, fa parte di The Crew, un videogioco uscito da
pochissimo di cui mi sono follemente innamorata.
Ammetto di aver pianto, ma piango anche quando vedo un cuscino
spiumato, non faccio testo.
Questa storia fa parte del contest Tear contest - un contest di
lacrime.
Spero vi piaccia!
Un bacio,
Love_Sombody
|